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BANSKY: DALLA PARTE DEGLI UCRAINI





 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Da quando è scoppiata la guerra un anno fa tra Russia ed Ucraina non faccio altro che pensarci. è un argomento terribile di cui si è sentito parlare molto all’inizio; ora solo qualche volta si legge qualche notizia sui giornali o se ne sente parlare al telegiornale: ma la gente continua a morire. Oggi ho deciso di parlarne io attraverso i graffiti clandestini di Banksy. Questo artista britannico, di cui si sa molto poco, ha deciso di andare in alcune città devastate dalla guerra e di lasciare, su ciò che rimaneva di case e palazzi bombardati, i suoi graffiti. Fra le tante, la prima immagine di cui vi voglio parlare perché mi ha colpito profondamente, è la ballerina che danza: la ragazza indossa una tutina, è magra ma forte, e ha anche un tutore per il collo. Ha in mano un nastro che sembra volteggiare al vento. La ballerina non sta muovendo i suoi passi su un palcoscenico ma sopra una grande voragine lasciata probabilmente da una bomba. E lei è lì sopra, in bilico, che non cade e continua invece a ballare. Il dipinto è in bianco e nero come sembra in bianco e nero tutto ciò che lo circonda: sembra che i colori, a causa della guerra, si siano ritirati, sembra non vogliano più splendere in quello spettacolo di morte.

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La seconda immagine che vi illustro ci fa vedere un bambino che lotta con un ragazzo molto più grande di lui e lo mette giù per terra, lo sconfigge; il ragazzo indossa un abito da karate così come il bambino. Il bambino però ha la cintura bianca mentre il ragazzo la cintura nera. il ragazzo è molto più alto e robusto del bambino che invece è piccolo e magro. Per me il bambino rappresenta l’Ucraina mentre il ragazzo la Russia e quindi l’immagine mi racconta la resistenza dell’Ucraina nei confronti della grande Russia e la speranza di una vittoria del piccolo Stato.






 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra gli edifici danneggiati a Hostel, vicino all'aeroporto Antonov, troviamo la terza immagine: qui vediamo una donna con i bigodini che, oltre ad una vestaglia da camera, indossa una maschera antigas e tiene in mano un estintore. In questo caso a sostenerla è una sedia di legno rotta, abbandonata di fronte al muro giallo: è su di essa che la donna si è messa in piedi. Mi ha fatto impressione vedere questo contrasto tra una situazione normale, cioè una donna con i bigodini in testa che a casa sua cerca di mettersi in ordine, e la maschera che indossa. Nella quotidianità è entrata all’improvviso la guerra, che non ha lasciato il tempo di prepararsi ad essa. Una persona che ha una maschera antigas la indossa perché vuole proteggere il suo viso dal gas velenoso provocato dal fuoco degli incendi. Infatti ha in mano un estintore con cui vuole spegnerlo. Forse sono proprio le fiamme e il fuoco della guerra. Questa immagine esprime una grande tristezza e paura e la volontà degli uomini e delle donne ucraine di spegnere questa guerra.  

Ci sono altre belle immagini di Bansky che vi invito ad andare a vedere: vedrete un’altra ginnasta e dei bambini su una “altalena” che in equilibrio e con leggerezza affrontano questa nuova terribile esperienza. Osservate le sette opere di Bansky con attenzione e riflettete su ciò che vuole raccontare: non c’è bisogno di urlare per far sentire la propria voce e la propria opinione, per esprimere la nostra rivolta silenziosa e la nostra solidarietà con il popolo ucraino.


 

Arianna Monti 

Bansky karate.jpg
Bansky donna con bigodini.jpg
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