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SOTTO SCACCO

المرأة ، الحياة ، الحرية

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per una ciocca di capelli. Tanto basta per trovare la morte in Iran. Una ciocca di capelli ribelle, probabilmente come la loro padrona. 

Il 16 settembre 2022 è morta in circostanze sospette la ragazza di origini curde Mahasa Amini, arrestata a Teheran per non aver indossato in modo corretto il velo. In queste settimane si stanno svolgendo delle proteste e manifestazioni a riguardo. Mahasa è stata una delle tante vittime che hanno perso la vita per sostenere il diritto alla libertà, e che hanno agito violando la legge in vigore in Iran: le donne infatti sono obbligate ad indossare l’Hijab, il velo islamico, indumento che può essere espressione di orgoglio, identità, bellezza, responsabilità o, viceversa, di oppressione. Sono tanti gli anonimi che hanno preso parte alla rivolta, ma sono altrettanti i personaggi pubblici ad affermare in maniera esplicita il proprio dissenso verso la loro stessa nazione di appartenenza. L’attrice Taraneh Alidoosti, famosa, anche se solo a livello nazionale, ha sottolineato: “Lotterò per la mia casa. Pagherò qualsiasi prezzo per difendere i miei diritti e, soprattutto, credo in ciò che stiamo costruendo insieme oggi”. In Iran, come in molti altri paesi, il velo è diventato un emblema, che, purtroppo,  per i troppi casi precedenti a quello di Mahasa, può significare solo una cosa: oppressione. In questo caso si rovina la percezione sacra del velo islamico, e per molti, date le idee della comunità, e da azioni subite sulla propria pelle, diventa uno stereotipo. Mahasa potrebbe diventare la svolta per l'Iran, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che ha spezzato le catene che da tempo tarpavano le ali iraniane.


Arianna Affini

Caterina Canevari

Houda Chahla

Edoardo Fazzi

Sohaib Nasr Allah

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