LA SPERANZA DI UN POPOLO
Il 14 ottobre 2022 la Scuola secondaria di primo grado Scipione Gonzaga di Bozzolo ha ospitato Padre Vittorio Bongiovanni, missionario da cinquant’anni in Sierra Leone.
A noi giovani ha raccontato la sua esperienza personale e la sua relazione con gli abitanti dei villaggi in Sierra Leone che, pur professando un’altra religione, lo consideravano come un fratello, senza alcuna discriminazione nei suoi confronti. Ha fornito spunti interessanti su cui riflettere, parlando della cultura e dei diritti che vengono negati in Sierra Leone, come ad esempio il diritto all’istruzione, fondamentale per la libertà ed il progresso.
Padre Vittorio ha fondato 46 scuole elementari e 8 scuole medie, con le quali cerca di garantire un futuro ai ragazzi e allo Stato. Con un'istruzione gratuita per tutti cerca di fermare le migrazioni dei cittadini, in particolare dei giovani, in cerca di una migliore qualità di vita e di un lavoro. Un esempio narrato è quello di una ragazza volenterosa di istruirsi, ma questo diritto le veniva negato dal padre che abitava a distanza dalla famiglia. Grazie a padre Vittorio la giovane riuscì ad andare a scuola; era una ragazza intelligente e brillante, fino a quando il padre non lo scoprì e abbandonò moglie e figlia, lasciandole in uno stato di miseria e malessere. La ragazza si ammalò, quindi Padre Vittorio le fece fare diversi esami in ospedale, ma nessuno di essi diede risultati, fino a quando non chiamarono un medico da Casalmaggiore che suggerì che l’unico problema che aveva la giovane era di denutrizione, esso era causato dall’abbandono del padre che non forniva alcun aiuto costringendo così lei e la madre a mangiare poco e niente. Quindi un altro diritto negato è il diritto al cibo, a nutrirsi. Padre Vittorio ha raccontato della sua esperienza e di quando i bambini, in Sierra Leone, la sera andavano da lui e gli chiedevano del cibo, dicendo che non avevano mangiato per tutto il giorno; Padre Vittorio cercava sempre di dargli qualcosa, anche un piccolo pezzo di pane che bastava a saziarli. In Sierra Leone le risorse sono scarse, oppure non si sa come sfruttarle al meglio, proprio perché la maggior parte dei cittadini non ha ricevuto alcun tipo di istruzione. L’esperienza più grande però raccontata a noi da Padre Vittorio è quella dei bambini soldato, con cui ha anche collaborato e salvato vite. I bambini soldato sono minorenni impiegati in atti di guerra; essi sono presenti soprattutto in Africa, Asia e Sud America. Loro vengono considerati vite sacrificabili, senza alcuna dignità o identità, perché giudicati oggetti. Padre Vittorio ha raccontato che quei bambini erano come se fossero stati manipolati; in testa gli era stato fissato il pensiero che loro fossero stati fatti per dover combattere. Un altro dei numerosi diritti negati e che tutti, i bambini in particolare, dovrebbero avere è il diritto al gioco; in questo luogo i bambini, in mezzo alla povertà, non possono permettersi nessun giocattolo quindi la maggior parte di loro non li possiede oppure li fabbrica da sé. Padre Vittorio inoltre ha creato anche molti oratori in cui tutti i giorni organizza tornei per i bambini e le bambine, che in quel momento abbandonano un ambiente difficile da vivere e affrontare. Infine il messaggio che Padre Vittorio ha voluto trasmetterci esprime che lui è come un cavatappi che non va a riempire delle bottiglie ma a stapparle, per valorizzare le capacità delle persone e per permettere lo sviluppo di una nazione.
Tommaso Lafelli
Mattia Dincao
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