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QUANDO IL PALLONE TOCCA IL CIELO

O Rei, il re. All’età di 82 anni, ci abbandona, lasciandoci in ricordo la scia della sua stella, che brillerà per sempre. Come lui pochi, pochissimi, forse nessuno. L’unico ad aver vinto 3 Mondiali, ma anche tra i condottieri capaci di accendere, con la magia dei soli piedi, il riscatto di una nazione. Non avendo mai giocato in Europa, in un club dei nostri campionati, non possiamo comprendere pienamente il suo metodo di gioco, ma ci sono bastati i numeri da prestigiatore che i Mondiali hanno mostrato alle generazioni dei nostri genitori. Per noi, ci sono i video, i filmati su youtube, le leggendarie telecronache. Dopo Maradona, ci lascia pure lui, in maniera non improvvisa ma, come sempre accade per gli affetti, sempre inaspettata, dopo che la sua malattia lo ha tenuto a lungo imprigionato. Oggi Pelé passa il testimone al nuovo brasiliano che ha ricevuto il testimone della maglia numero 10, Neymar, detto O Ney, che fino ad ora non ha ancora toccato la coppa del mondo, ma che ci è andato sempre vicino, anche in questo ultimo mondiale in Qatar. Durante la partita contro la Croazia, dopo la sconfitta del Brasile, le lacrime di O-Ney hanno toccato il cuore del vecchio leone, il quale ha comunicato al suo erede che aveva fatto abbastanza per essere considerato di diritto un “10”, vincente o perdente.  “Prima di  Pelè, il 10 era solo un numero” ha risposto Neymar, “e il calcio era solo uno sport, ma lui l’ha trasformato in arte, in sentimento”. Con la prima Coppa del Mondo vinta dal Brasile, nel 1958, all’età di 17 anni, Pelè aveva infuocato gli animi dei brasiliani, trasformando il pallone in orgoglio e un popolo misero in un popolo sognatore. Quel ragazzo dai piedi fatati aveva dato ai giocatori una speranza, ne aveva fatto degli eroi. La sua ombra incombe su di noi, e sulle leggende a venire, che lo vedranno per sempre come un esempio, come giocatore e come persona, e che ha fatto emozionare amanti del calcio e non. Per noi, di questa nuova generazione, Pelè è stato solo un'immagine, una sorta di figura mitologica; ne abbiamo solo sentito parlare, ne abbiamo sentito solo il “profumo”, ma questo profumo raccontatoci dai nostri nonni e genitori è bastato a farci appassionare a questa leggenda che, soltanto con il suo pallone, è riuscita a rimanere nella storia, e rimarrà nei nostri cuori, e anche quelli futuri, anche se non lo avranno mai visto, lo conosceranno. Pelè è diventato eterno. Grazie O-Rei, per aver dato un’anima a questo sogno che prima di te era solo un pallone. 

Sohaib Nasr Allah

Giacomo Tarana

Lorenzo Vighi

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