A SCUOLA PER PARLARE DEL CYBERBULLISMO
In ottobre il sig. Zardi, ispettore della polizia postale, è venuto nella nostra scuola a parlarci di un tema molto attuale ed interessante, il cyberbullismo e di tutto ciò che può accadere sulla rete. Noi ragazzi abbiamo un telefono con connessione internet, perciò è importante parlare dei pericoli che possiamo incontrare e avere i consigli di un esperto. L’ispettore ci ha illustrato alcune regole. Tutte le volte che postiamo foto dovremmo chiedere il permesso ai nostri genitori perchè siamo minori di quattordici anni. Dopo gli anni quattordici invece siamo noi stessi responsabili nel caso la foto facesse il giro di internet arrivando al telefonino di altri. In questa situazione la polizia postale può decidere di ritirare il telefono al diretto interessato o tenerlo sotto controllo imponendo ai genitori di accompagnare il figlio a scuola e via dicendo.
Un altro motivo per cui non bisogna esporsi o mandare foto ad altri è che si potrebbe litigare con qualcuno e venire in questo modo ricattati. Infatti non si deve dimenticare che tutto ciò che viene immesso in rete non si cancella facilmente e resta! Si può rischiare di diventare vittime del cyberbullismo (bullismo in rete).
È importante anche cercare il confronto di persona per capire veramente le intenzioni di chi abbiamo davanti ed anche perchè il bisticcio su internet non rimane mai tra sole due persone ma può venire screenshottato e diffuso ad altri.
Non si è mai del tutto sicuri di sapere chi c’è veramente dietro lo schermo.
Bisogna inoltre stare attenti a non postare foto senza indumenti innanzitutto per rispetto di se stessi. Un esempio che mi ha molto impressionata è il caso di una ragazza del futuro 2020 che manda un messaggio alla propria amica dicendo “guarda ho trovato tua nonna” con allegata la foto di una ragazza in costume da bagno.
Per questi motivi è stata inventata un’ applicazione chiamata “Youpol” che permette di segnalare azioni di bullismo o di droga in modo anonimo alla polizia postale. Su internet si possono commettere reati anche senza rendersene conto.
Bisogna stare attenti anche a non dare i propri dati personali per iscriversi a giochi magari poco affidabili.
Io penso che tutte le cose dette dall’ispettore siano utili avvertimenti e conseguenze di non usare bene i social. Tuttavia ai giorni nostri è normale per noi ragazzi postare foto. Ciò fa parte della quotidianità dei giovani. Un esempio sono i ragazzi diventati famosi proprio per le foto e per i video pubblicati. Ad alcuni adulti questa cosa non piace, perchè secondo me le novità fanno paura. Bisogna certamente saper gestire nel modo corretto i mezzi della nuova tecnologia ed imparare a non oltrepassare i limiti.
Celeste Belluco