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UN FUORICLASSE IN CLASSE

Intervista ad Onorio Marocchi

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Intervista relativa all'incontro del 26 ottobre 2018 scorso con le classi Terze A e B di Rivarolo Mantovano

 

Stefano B. - Quando ha cominciato a praticare sport?

  • Ho cominciato in prima superiore, quando il nostro professore di educazione fisica ci ha fatto scoprire il salto con l’asta. Da quel momento ho voluto conoscere sempre di più questo sport che insegno ancora oggi.

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Giulia S. - I suoi compagni l’hanno mai presa in giro per le capacità che aveva, quindi per invidia?

  • I miei compagni di classe erano i miei più grandi tifosi e, addirittura tutta la scuola mi tifava e incitava, facendo concorrenza alle altre scuole di Mantova.

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Emma R. - È stato difficile conciliare scuola e attività agonistica? Come ci è riuscito?

  • Sì, è stato impegnativo ma ce l’ho fatta grazie ad una parola fondamentale nello sport: ORGANIZZAZIONE.

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Stefano B. - Che cosa L’ha spinta a praticare il decathlon?

  • Sicuramente la voglia di conoscere e praticare molti sport.

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Stefano B. - Durante la Sua carriera da sportivo ha mai conosciuto qualche personaggio di rilievo nelle varie società?

  • Ho avuto l’occasione di conoscere Pietro Mennea nel 1969, ai campionati italiani studenteschi e ho capito da subito che lui sarebbe stato un grande campione, tant’è che così è stato, dato che la sua carriera piena di successi l’ha portato a vincere le Olimpiadi.

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Asia R. - Tra tutti gli sport che ha praticato, quale sente più Suo?

  • Sicuramente il salto con l’asta.

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Emma R. - Nel salto in alto, per esempio, ma anche nel salto con l’asta alcuni hanno paura dell’asta e si bloccano o non saltano correttamente, che consiglio può dare a questi atleti?”

  • Occorre soprattutto avere una certa predisposizione per quel tipo di disciplina, anche se non bisogna scoraggiarsi ai primi insuccessi perché, grazie all’impegno, chiunque può arrivare a dare il suo massimo.

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Asia R. - Qual era la reazione dei Suoi genitori dopo la gara? Le chiedevano se avesse vinto o se si fosse divertito?

  • Ai miei genitori faceva piacere se portavo a casa una vittoria dopo una gara, ma allora c’erano altre cose più importanti a cui pensare rispetto alla sconfitta o al successo di una competizione.

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Giada G. - I Suoi genitori hanno approvato e quindi appoggiato le Sue decisioni o era il solo a crederci?

  • I miei genitori appoggiavano le mie decisioni nello sport, anche se non lo dimostravano molto perché a quei tempi non era la cosa più importante.

 

Beatrice M. - Lei ha dei figli? Nel caso li avesse e uno di loro decidesse di praticare sport molto diversi dai suoi, Lei come reagirebbe?

  • Io ho due figlie femmine, molto grandi ormai, che hanno praticato entrambe, in passato, pallavolo. Se avessero deciso per altri sport, anche molto diversi dai miei, avrei lasciato loro libera scelta.

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Claudia P. - Ha mantenuto i contatti con i Suoi colleghi conosciuti nelle varie gare a cui Lei ha partecipato?

  • Sì certo! Anche loro sono diventati allenatori o accompagnatori e ci vediamo spesso in gare a cui partecipano i nostri allievi. Ogni anno poi viene organizzata a Mantova una cena a cui partecipano tutti i campioni della mia leva.

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Emma R. – Ha mantenuto rapporti di amicizia con i Suoi allenatori o compagni?

  • Ovviamente sì, perché le vere amicizie si coltivano per poi mantenerle. La stessa cosa vale per gli allenatori perché sono stati proprio loro a portarti fino a quel punto.

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Beatrice M. - Da 1 a 10, che importanza ha lo sport, secondo Lei, nella vita di una persona?

  • Dipende molto da quanto una persona sia legata allo sport: se una persona come me ci tiene molto, allora l’importanza dello sport nella sua vita sarà più del 50%. Diversamente sarà in percentuale minore.

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Asia R. - L’anno prossimo io vorrei frequentare il liceo sportivo: che consiglio mi può dare da esperto in questo campo?

  • Se senti che quella scuola sia per te un’opportunità per scegliere in futuro un lavoro adatto alla tua personalità e alle tue capacità, segui il tuo istinto e falla.

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Classe 3B Scuola secondaria di Rivarolo Mantovano

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Nella foto, da sinistra: Adalberto Scemma, Alberto Rebuzzi (Bebo) e Onorio Marocchi

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