GLI SCAVI ARCHEOLOGICI NEL MULINO DELLA PIEVE
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In località Mulino della Pieve, a sud-ovest dell’attuale centro abitato, nel 1953 il professor Giancarlo Cadeo iniziò a scavare fino alla profondità di circa 2 metri trovando reperti archeologici di era Paleoalveolica. Negli scavi trovarono cocci di ceramica di grossolana cioè ruvido con pasta grossolana, selci lavorate di colore giallo, coltelli di pietra e oggetti di corna di cervo: da questo si deduce che l’area fosse un tempo popolata da cervi con gli anni poi scomparsi a causa della caccia indiscriminata dell’uomo. Dalla quantità di oggetti trovati in questo luogo, si deduce che la Pieve fosse una stazione per la lavorazione di selce e ossa di cervo dell’intera Lombardia. Con gli anni l’area è diventata un mulino ad acqua, alimentato dal vicino canale Delmona che pare sia un probabile ramo dell’Adda. Al momento il mulino non viene più utilizzato per macinare i cereali prodotti dall’agricoltura locale ma non viene demolito perché è un bene archeologico tutelato dalla Sovrintendenza delle Belle Arti con sede a Brescia. Noi pensiamo che la piccola chiesa di campagna situata vicino al mulino sia un importantissimo luogo della storia locale perché testimonia i primi insediamenti in questa zona . Dal nostro punto di vista pensiamo che sia molto importante che ci siano ancora testimonianze di questi primi insediamenti in quanto, con questo lavoro abbiamo capito che il nostro paese ha una storia più lunga e ricca rispetto a quello che pensavamo prima .
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Elizabeta Gabur, Andrea Manara, Pelizzoni Andrea