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In questa immagine posso osservare la campionessa Sara Simeoni che sta eseguendo il salto in alto durante una gara olimpica. Questo scatto ritrae in primo piano l’atleta nel punto centrale dell’intera esecuzione: il momento del “volo”, la parte più difficile che ti divide dalla terra e dal materasso.

In secondo piano si vedono migliaia di persone che stanno osservando e acclamando la perfetta esecuzione di Sara. La campionessa è in un momento di enfasi e di adrenalina altissima, ma comunque riesce a rendere l’esecuzione quasi facile; il suo corpo è esile, capace di un movimento elegante che le permette di disegnare nell'aria una linea curva che la rende maestosa. Infine si vede l’asticella, secondo me, la cosa più odiata di chi pratica questo sport, ma che quando superata con successo riempie di soddisfazioni ed emozioni altissime.

La foto mi suscita una grande ammirazione per il sacrificio che sta dietro a chi riesce a raggiungere risultati olimpici. Non si potrà mai sapere con esattezza cosa passi per la testa di questa atleta nel momento dell'esecuzione, ma penso che ci sia la pura concentrazione, perché per riuscire ad eseguire il salto alla perfezione, deve aver focalizzato tutti i passaggi nei minimi dettagli, altrimenti rischierebbe di fallire.

Il gesto di Sara Simeoni immortalato da questo fermo-immagine, dal mio punto di vista, mi rispecchia non poco in questo momento della mia vita.

Io infatti mi sento proprio come l'atleta in questo fermo immagine: stoppato.

Non so se buttarmi in avanti, e quindi impegnarmi a scegliere il percorso che devo intraprendere per la mia vita, oppure tornare indietro nel fascino della trasgressione e del disimpegno. Adesso non saprei; la mia decisione, se avventata, sarebbe scomposta e fallimentare, ma tra poco dovrò necessariamente affrontare l'ostacolo per continuare il mio percorso scolastico, essere autonomo e  crescere. Potrei però anche non saltare l’ostacolo e restare in una vita senza emozioni, povera di rischi ma anche di soddisfazioni. Alla fine però  io voglio credere in me stesso e so che posso farcela, nei miei limiti e potenzialità.

In questo periodo, in classe, abbiamo visto un film dal titolo “Lezioni di sogni”,ambientato nella Germania del 1874, ma attuale nei suoi insegnamenti; i protagonisti sono ragazzi della mia età. Anche loro non conoscevano la direzione da intraprendere, ossia se continuare a farsi comandare dagli adulti o se riuscire a decidere da soli per la propria vita. Il calcio, in questa vicenda, ha un ruolo molto importante perché riesce a risvegliare le vere aspirazioni dei ragazzi e a far vedere le cose come stanno realmente.

Mi è rimasta impressa una frase di questo film, pronunciata dal professor Koch: ”Il futuro è nelle vostre mani” e quindi se lo si rovina è colpa delle scelte sbagliate e prese con superficialità. Il futuro ce lo creiamo già dalla nostra età e quindi se vogliamo diventare grandi è meglio cominciare fin da subito.

A scuola abbiamo incontrato anche due “Maestri del lavoro” che ci hanno descritto come sono riusciti ad essere soddisfatti e felici della propria vita lavorativa e come è cambiato il lavoro in questi ultimi anni. Ci hanno detto che ora è il momento di iniziare a scegliere autonomamente, non facendoci condizionare troppo dai genitori o amici, perché dobbiamo prendere quella che sentiamo essere la nostra strada nello studio e poi nella professione. Per fare tutto questo però bisogna conoscerci molto bene, nei propri difetti e pregi perché ad ognuno di noi sono stati dati dei doni che bisogna sfruttare al meglio. Recentemente abbiamo letto dei racconti che mi hanno insegnato quanto i miei problemi, le indecisioni di questa età, siano tipici degli adolescenti come me: dobbiamo poi riuscire a superarli e a superarci nei nostri obiettivi, difficili o facili, ma mai impossibili. 

Io potrei fare alcune scelte sbagliate ma non devo mai abbattermi come presuppongo abbia fatto l’atleta, che lavorando sui propri errori è riuscita a raggiungere l’obiettivo sognato da una vita. Bisogna puntare sempre più in alto, oltre l’asticella, per superarsi ogni giorno di più, perché una volta entrati nel mondo del lavoro potrai scegliere quello che vuoi basandoti solo su quello che hai seminato, nel corso dei tuoi anni di studio e di vita.

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Filippo Bettoni

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