MAI PIÙ!
Come ogni anno, anche in questo 4 novembre siamo qui riuniti, davanti al monumento ai Caduti, per commemorare la ricorrenza di ieri, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Questo perché il 4 novembre 1918 terminò per l’Italia Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra ed entrò in vigore l’armistizio, firmato a Villa Giusti dai plenipotenziari dell’Impero austro-ungarico e dell’Italia, che consentì agli italiani di ottenere i territori di lingua italiana di Trento, di Trieste, dell’Istria e della Dalmazia e di portare a termine, quindi, il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.
Quest'anno, noi, ragazzi di terza media della Scuola Secondaria di Primo Grado di Bozzolo, ci siamo immedesimati nei soldati che hanno combattuto, allora, anche per quella libertà con la quale oggi possiamo vivere.
Mercoledì 11 ottobre siamo saliti in cima al Monte Zovetto, sull’Altopiano dei Sette Comuni, passando dalla Val Magnaboschi, in provincia di Vicenza, accompagnati dalle guide del C.A.I. di Bozzolo che ci hanno condotto in una visita alle trincee, scavi nel terreno, come aperti fossati, eseguiti dai soldati per ripararsi dal nemico e in cui dovevano vivere giorno e notte, con il sole o con la pioggia.
Ricordiamo la paura e il senso di soffocamento che molti di noi hanno riscontrato nell’entrare in particolari passaggi sotterranei, fatti di pietra e di terra, che ancora, dopo più di 100 anni, sono lì a testimoniare ciò che accadde su quel campo di battaglia, uno dei tanti del fronte che andava dal Passo dello Stelvio, confine fra Lombardia e Austria, allo sbocco del fiume Isonzo nel mare Adriatico, al confine con l’odierna Slovenia.
In quel luogo abbiamo anche visitato due cimiteri militari: uno inglese e uno italo-austriaco.
Nel cimitero inglese, ci siamo soffermati a leggere alcune delle toccanti epigrafi scolpite su ognuna delle 183 lapidi a ricordo degli uomini e dei ragazzi, cittadini della Gran Bretagna, venuti a combattere a fianco dell’Italia perché nostri alleati e caduti nelle zone circostanti.
Nel cimitero italo-austriaco non ci sono lapidi, ma tronchi di abete spezzati e colorati di bianco che portano dipinto il Tricolore italiano oppure la bandiera austriaca bianca e rossa a ricordo.
Quei tronchi bianchi mozzati simboleggiano la purezza e la giovane vita spezzata dei 1.739 soldati italiani e dei 596 soldati austro-ungarici che hanno combattuto, nemici in quella guerra, ma fratelli nella sventura e ora nel riposo.
Ciò che abbiamo visto ha ispirato la nostra installazione che è stata posizionata nell’atrio della scuola: due tronchi di legno, spezzati e colorati di bianco, come nel cimitero sotto al monte Zovetto, per ricordare i soldati bozzolesi, i cui nomi sono stati reperiti dalla lapide presente al cimitero, dal quadro appeso nella sede del comune e dall’Albo D’Oro dei militari italiani caduti nella Prima Guerra Mondiale.
Dalle nostre ricerche possiamo notare la loro giovane età: ragazzi molto “verdi” che sono stati reclutati per combattere per la libertà della Patria e chiamati a sacrificare la loro vita.
Abbiamo anche ritagliato foglie di carta, sulle quali sono stati scritti i nomi e l’età dei Caduti di Bozzolo e le abbiamo sparse a terra, ai piedi di quei tronchi spezzati, mischiandole con foglie vere.
Dobbiamo riflettere molto sul sacrificio compiuto da quei soldati, che hanno messo a rischio o hanno perso la loro vita per la Patria e per la nostra libertà e dobbiamo impegnarci a ricordare, non solo in questo giorno, ma sempre.
Ci sono alcune persone che, per noi, sono un esempio e da cui possiamo imparare a vivere in armonia: i genitori e i nonni, che ci stanno a fianco e ci aiutano, gli insegnanti, che ogni giorno vediamo a scuola e che ci educano.
Il mese scorso, alcuni ragazzi della nostra classe si sono proposti per presentare ai membri dell’associazione FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) la storia della nostra scuola: le antiche caratteristiche dell’edificio, la precedente planimetria e gli elementi tuttora conservati, come gli stucchi, i sottotetti, le colonne e gli archi a tutto sesto.
Per valorizzare il senso di pace e libertà nel nostro paese, i nostri compagni di 3 A hanno realizzato alcuni manifesti contro gli atti di vandalismo nel nostro paese, partecipando ad un’iniziativa promossa dal Senato: “Bozzolo è nostra”, “Per lui, l’altro sei tu”, titoli molto convincenti per indurre un intero paese a preservare ciò che ci circonda.
Ormai non ci sono più testimoni e per non ridurre la storia di ciò che avvenne in passato a poche righe sui libri di scuola, dobbiamo onorare i nostri Caduti attraverso questa giornata che deve essere di studio e di approfondimento per evitare di dimenticare e di commettere di nuovo gli errori del passato.
Ogni giorno si creano occasioni che danno luogo a situazioni di “guerra”, di conflitto, che sono causate da mancanza di rispetto per la persona o delle regole, oppure dal pregiudizio.
Oggi ci auguriamo di non dover più imbracciare armi, come sancito dall’articolo 11 della nostra Costituzione: l’Italia ripudia la guerra.
Anche per questo, l’Italia, pur non partecipando ai combattimenti, invia regolarmente aiuti umanitari ai paesi più bisognosi.
Noi, la cosiddetta generazione Z, che rappresenta il futuro, vorremmo avere uno stato globale di pace che porti aiuto alle persone in difficoltà, nel quale le Forze dell’Ordine intervengano in caso di necessità.
Oggi, le Forze Armate (Esercito, Aeronautica e Marina Militare) garantiscono la difesa del territorio nazionale e la sicurezza del nostro Paese.
Ogni giorno, i nostri militari si mettono in gioco, rischiando la vita, per la libertà, in missioni di pace e per garantire a tutti la possibilità di vivere in un paese sicuro. Il loro impegno è un faro di speranza per la nazione.
Ma dobbiamo tutti riconoscere anche l'impegno e i sacrifici delle donne e degli uomini che scelgono, da volontari, con passione e assiduità, di aiutare il prossimo dedicando il proprio tempo senza ricevere nulla in cambio.
In queste settimane, Palestina e Israele sono coinvolte in un conflitto che miete continuamente vittime innocenti, soprattutto bambini e ragazzi.
Nel corso dei primi attacchi palestinesi, sono state colpite diverse città, tra cui Tel Aviv. Sono stati interrotti tutti i voli in entrata e in uscita dal capoluogo.
Diversi civili si sono riuniti sui balconi e hanno cantato l’inno di Israele (che, in ebraico, significa Speranza); ciò dimostra il forte sentimento nazionale nel valorizzare e onorare il proprio paese, che, forse, da noi, un poco scarseggia.
Anche l’altro lungo conflitto fra popolazioni sorelle, quello fra Russia e Ucraina, ci sta dimostrando che l’essere umano non riesce mai ad imparare dagli errori del passato, nonostante le mille promesse che, ogni volta, si fa.
Queste guerre dei nostri tempi sono estremamente tecnologiche, con armi sofisticate, ma i risultati non cambiano mai rispetto al passato: morti fra i combattenti, morti fra la popolazione civile, morti fra i giovani, vite spezzate, matrimoni e progetti di vita che non avverranno, esseri umani che non nasceranno.
I nostri insegnanti ci hanno fatto riflettere: oggi come ieri, famiglie che non vedranno mai il ritorno di un figlio, di un marito, di un fratello.
E così il nostro pensiero va a quanto accadde 102 anni fa, quando fu scelta e traslata da Aquileia a Roma la salma di un soldato sconosciuto scelta dalla mamma di un disperso nella Prima Guerra Mondiale.
Anche allora si disse: Mai più!
Affini Arianna
Barbieri Alessandra
Dong Alessia
Giurca Christian
Ottolini Gaia
Classe III^B