top of page
bine alice.jpg

 

LA NATURA DIETRO CASA​

​

​

Martedì 19 settembre era una bellissima giornata di sole; proprio il giorno della nostra prima gita delle medie alle Bine. 

La Riserva Naturale “le Bine” si trova a Calvatone ed è un luogo tranquillo che ospita una vasta varietà di flora e fauna. Il suo logo è la Rana Rossa, chiamata così per i suoi colori rossastri che le permettono di mimetizzarsi e difendersi dai predatori. Essa vive sia in acqua che sulla terra ed è per questo che sul logo dell’Oasi hanno disegnato due foglie e due strisce azzurre che rappresentano la terra e l’acqua. Ci siamo recati là utilizzando il pulmino dell’Istituto però, essendo circa cinquanta ragazzi più i nostri docenti, la mia classe (1^ A) è stata suddivisa in due gruppi permettendo al pulmino di fare solo due giri. 

La finalità di questa gita era quella di farci socializzare tra di noi e di scoprire e approfondire la bellezza e l’importanza della natura, soprattutto dopo anni di restrizioni subite a causa del Coronavirus.

Questa esperienza è stata suddivisa per tappe e ci sono alcuni momenti significativi che mi hanno spinto a fare domande alla nostra guida Davide, soprannominato “Il Gatton”. Uno di questi momenti è stato quando ci ha confermato che, grazie a delle fototrappole nascoste in varie zone della riserva, è stata documentata la presenza del lupo in quella zona e noi, con stupore e un po’ di ansietta, abbiamo iniziato a porgli domande come per esempio se si erano già riprodotti e quali erano le loro prede preferite. All’inizio abbiamo osservato e analizzato la mappa per capire la nostra posizione e come potevamo orientarci.

Lungo il sentiero abbiamo trovato un muretto “particolare” e la nostra guida ci ha spiegato che ha la funzione di segnare il confine tra le province di Cremona e Mantova e che rappresenta una curiosità da provare. Passando da una parte all’altra del muretto, infatti, si percepiscono temperature diverse anche se i posti sono vicini e quasi identici. L’ho provato anch’io e devo ammettere che si percepisce più caldo da un lato (anche se non mi ricordo quale). 

Proseguendo il percorso siamo arrivati in una “piana circolare” circondata da alberi e tanti arbusti lasciati cadere spontaneamente. 

Più avanti ancora, in un’altra piana “il Gatton”, dopo averci fatti sedere per terra, ha estratto dal suo zaino una ametista e ci ha fatto osservare dei fossili di cranio di alcune specie di animali come, per esempio, la nutria. Siccome la ametista è una delle mie pietre preferite, sono rimasta colpita dal fatto che si sia trovata in un posto così vicino come le Bine e ne si possano ricavare dei bellissimi gioielli. Al contrario, avrei preferito non sfilare i denti di nutria direttamente dalla sua mandibola! 

Successivamente siamo giunti nella parte paludosa della Riserva, nella golena del fiume Oglio, che non è mai stata bonificata e antropizzata dall’uomo per permettere all’ecosistema di autogestirsi.

Infine siamo arrivati in cascina e una volta appoggiati i nostri zaini siamo corsi liberi a fare un giretto scoprendo altri abitanti del luogo come le tartarughe, le galline, la capretta, i pesci…e poi tutti affamati abbiamo tirato fuori il pranzo al sacco e ci siamo fiondati più veloce della luce sui nostri panini.

Dopo aver recuperato le energie abbiamo intrapreso una bellissima caccia al tesoro basata sulla fauna e la flora della riserva. Durante la tappa abbiamo osservato le arnie, casette costruite dall’uomo per la raccolta del miele. A me non piacciono tanto le api perché il loro pungiglione brucia e fa molto male ma so perfettamente che loro sono nostre amiche perchè producono vari tipi di miele, diversi sia dal sapore che dal colore, e questo dipende dalla specie di polline che succhiano. Il miele è molto buono ed è anche un antibiotico 100% naturale.

Un aspetto che mi ha colpito è stato vedere nella riserva una natura non antropizzata nella quale alberi e arbusti venivano lasciati per terra a marcire così da diventare concime naturale per le nuove piante. Un altro dettaglio significativo è il fatto che non vengano usati diserbanti chimici e che l’ambiente cresca spontaneamente. 

In seguito è arrivata la mia parte preferita cioè quando la guida ci ha fatto osservare un nido antropico pieno di piume costruito per “catturare” i piccoli di uccellini per poi applicare il loro codice identificativo per tenerli osservati durante la loro crescita. 

Sinceramente mi è piaciuto tutto ma mi aspettavo di osservare e incontrare più specie di animali visto che adoro la natura. Mi è piaciuto molto parlare, scherzare e giocare con le vecchie amicizie ma altrettanto con quelle nuove e conosciute da poco. 

Camminando nel bosco mi sono venute in mente le parole della professoressa Bergamaschi quando aveva paragonato il bosco ad una classe e per un po’ di tempo mi sono divertita a cercare le caratteristiche di un albero e di associarle ad alcuni dei miei compagni. Per esempio, in Alessia vedevo un bellissimo salice piangente con lunghi filamenti pendenti che richiamavano i suoi lunghi capelli; in Alessandro Contini un’imponente quercia.

Un insieme di diversità che rende magica e unica la classe.

L’esperienza didattica che ha attirato di più la mia attenzione è stata quella di osservare al microscopio una foglia di ortica, delle uova d’insetto e del legno e di vedere quanti micro-organismi vivono in questi diversi materiali: è un’esperienza che spero di rifare al più presto! Dopo tutto,però, ci siamo meritati dei momenti di pausa come la caccia al tesoro ma il momento più divertente è stato il “gioco dell’equilibrio”,che consiste nel stare in equilibrio

 su una fune e tenersi con entrambe le mani ad altre due corde per non cadere…è stato il momento più sereno e divertente di tutta la giornata!!!

Le impressioni positive di questa esperienza sono che ho stemperato le tensioni nei confronti della scuola secondaria e sono riuscita a legare quasi subito con alcuni nuovi compagni. L’aspetto negativo invece è che mi aspettavo di vedere più specie di animali differenti.

Simona Anghinoni

bottom of page