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LA MEMORIA LACERATA 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La memoria: la più grande forza in grado di mantenere un equilibrio nella società per il rispetto del passato, la comprensione del presente e la riflessione sul futuro.

Così, come l’uomo riesce nella sua grandezza di creare, esso occasionalmente sbaglia nello sfregio alla storia.                                                             

Nel 1978, una strada di Roma diventata simbolo dell'estrema destra, tre militanti neofascisti vennero uccisi in circostanze mai chiarite

Questo pluriomicidio portò come conseguenza negli anni successivi l’odio politico tra le due ideologie. Sono passati 46 anni da quando in un agguato nella sede del Movimento Sociale Italiano (MSI) di Acca Larentia, al Tuscolano, furono uccisi i tre giovani del movimento sociale: Bigonzetti e Ciavatta assassinati da un commando di un’organizzazione terroristica di estrema sinistra. Il primo morì sul colpo, il secondo riuscì prima a scappare ma fu nuovamente colpito e spirò durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale. Recchioni morì invece durante gli scontri con le forze dell’ordine nel frattempo arrivate al Tuscolano per sedare la protesta spontanea dei missini sul luogo dell’agguato. Il 7 gennaio del 2023, nel giorno della ricorrenza, il Comune e la Regione Lazio hanno deposto due corone di alloro davanti alla vecchia sede del MSI a Roma. Invece al Campidoglio erano presenti molte figure di spicco e di importanza nella vita politica Italiana. Nonostante il momento della celebrazione, che necessitava di doveroso rispetto verso le vittime, sono avvenuti atti di grave oltraggio: i partecipanti si sono posizionati a schieramento militare, facendo il saluto romano e urlando “presente” dopo dei richiami. Inoltre, su uno striscione è riconoscibile il simbolo della croce celtica, gigante e ormai scolorita. Nelle foto e nei video resi pubblici non si intravedono figure politiche ma è facile riconoscere le similitudini tra le celebrazioni fasciste della seconda guerra mondiale e questa commemorazione: strumentalizzare i morti di quegli anni per sentirsi in diritto di mostrare simboli, gesti e parole d'ordine sbagliate e orribili è inaccettabile data l’inconsapevolezza nel peso morale delle determinate simbologie e allegorie ai danni della Repubblica Italiana e delle persone che sono diventate martiri della patria.

Persone che, con l’astuta intelligenza di saper combattere sia con le armi ma anche con le ideologie, hanno avuto il coraggio di opporsi alle ingiustizie del passato per il più grande amore che un uomo potrebbe avere per la propria patria e per i cittadini che verranno dopo di lui: arrivare a sacrificarsi nella fede che gli insegnamenti cercati di trasmettere saranno d’esempio per la società futura.

Un’umanità che tende sempre di più ad alienare la coscienza al passato e a non considerare come simboli e piccoli gesti, quali possono essere i saluti romani, vadano a creare muri di indifferenza consolidati e distruggere le leggi morali alla base del rispetto.

D'altronde, il rispetto non è la visione più chiara del presente, capendo le conseguenze delle proprie azioni nel futuro e per il passato?  

Perché proprio come una spada contro la memoria coloro che inneggiano ad ogni ideologia totalitarista annullano la morte di tutti i martiri della patria, uccidendoli 2 volte.

Morti tante volte, come Liliana Segrè fa capire nei suoi racconti; proprio la Senatrice a vita, a “La7”, il 22 gennaio scorso, ha fatto un’intervento su questi accadimenti: la senatrice tutti coloro che hanno manifestato in un modo così rude e “violento” moralmente dovrebbero conoscere in un modo completo, senza filtri o censure autoimposte, visitare i memoriali della Shoah, confrontare le proprie ideologie alle emozioni che scaturirebbero con la consapevolezza della storia.

Perché finchè non ci sarà volontà a capire ciò per cui si lotta e sensibilizza lo sforzo fatto sarà invano.

Da questo lungo percorso viene logico chiedersi: è cambiato qualcosa rispetto al passato?

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AlessandroMicheloni

Saccenti Marco

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