IL DONO DELLA DIVERSITÀ
<< Voglio dimostrare che il mondo dell’autismo è pieno di potenzialità>>… quando pensiamo alla parola “disabilità” spesso si ha l’idea di una persona incapace di intendere o di volere o di compiere un qualche tipo di lavoro o sport autonomamente. La storia di Mario Bertolaso, invece, ci fa capire che la disabilità è un ostacolo con il quale si può convivere. Nonostante sia un ragazzo autistico, anche se comunque ad alto funzionamento, Mario è diventato un atleta paraolimpico, specialista nella velocità. E’ difficile pensare che una persona con problemi intellettivo-relazionali riesca ad applicarsi in uno sport come l’atletica. Richiede concentrazione, resistenza e capacità nel gestire potenza e tempo. Eppure, oggi è un atleta famoso. Ha vinto 2 medaglie d’oro e detiene il record mondiale nella staffetta. Non si è mai fatto scoraggiare da tutte quelle persone che gli dicevano << Non ce la farai mai>>, ma è andato avanti per la sua strada, passo dopo passo. Anzi l’atletica gli ha permesso di sentirsi parte di una squadra e gli ha aperto nuove strade verso l’inclusione trovando il suo equilibrio e il suo posto nel mondo. È anche vero, però, che alcune disabilità rendano la vita davvero complicata. Pensiamo alle persone che soffrono di cecità. Quanto può essere difficile per una persona cieca entrare a far parte della società? Paola Gamberini è una donna di 62 anni cieca fin dalla nascita, ma nonostante ciò lavora all’istituto Cavazza a Bologna per l’Inclusione. Fin da ragazza aveva un'enorme passione per la filosofia, ma gli strumenti per una persona non vedente, al tempo, erano pochi. Nonostante tutte le difficoltà e gli impedimenti, anche grazie al supporto della sua famiglia e delle compagne di liceo, è riuscita non solo a proseguire gli studi, ma ha anche trovato il modo di aiutare le persone con la sua stessa disabilità. Ha creato Infatti, un programma di supporto e formazione nel quale i ragazzi non vedenti vengono aiutati a inserirsi nella società. Inoltre, tornando alla sua enorme passione per la filosofia, ha contribuito alla creazione di un software che mette a disposizione molti testi antichi alle persone cieche. La storia di Mario e di Paola sono molto correlate tra loro, non solo perché entrambe parlano di disabilità, ma anche perché ci fanno capire quanto la passione sia importante per realizzarsi oltre ogni difficoltà. E di passione, secondo me, si parla anche nella storia di Moulaye Niang. Pensando a Venezia si pensa alle gondole, al ponte di Rialto, al carnevale, ma anche ai famosi vetri di Murano. È un’arte che richiede tempo ed esperienza e, da sempre, è stata praticata da muranesi. Eppure, un uomo senegalese di nome Moulaye Niang, è diventato maestro vetraio. Raggiungere questo traguardo, certo, non è stato facile. Lui è cresciuto in Francia ed ha scoperto la sua passione in una gita a Venezia. Nessuno ha creduto in lui perché non si era mai visto un maestro vetraio di un materiale così pregiato non muranese. Lui, però, non si è mai arreso ed ora ha una famiglia e tutti apprezzano il suo lavoro. Qui dice di aver ritrovato la sua lenta Africa: ritmi pacati, acqua intorno alle case e il vetro. Una fusione tra fuoco, sabbia e vento, delicatissimo e pregiato che racchiude una bellezza unica in ogni creazione. Penso davvero che il filo conduttore di queste 3 storie sia proprio la passione che queste persone hanno messo per realizzare il loro sogno. Mario non ha mai smesso di fare atletica e ha sempre ignorato chi non ha creduto in lui. Paola ha fatto di tutto affinché potesse studiare filosofia e aiutare chi come lei soffre di cecità. Moulaye ha scoperto per caso la sua passione per il vetro ed è diventato maestro vetraio pur non essendo Muranese, riuscendo ad abbattere il muro della disuguaglianza. Queste storie sono una testimonianza preziosa di come la determinazione e la volontà permettano di raggiungere i propri obiettivi oltre ogni limite e sono da prendere ad esempio.
Asia Casilli