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VAJONT:L'URLO DELLA MONTAGNA

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Quest’anno sono passati 60 anni dalla strage della diga del Vajont, perciò ci è sembrato opportuno parlare di questo grande disastro.

La diga del Vajont situata a Longarone al  confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto è stata progettata nel 1926 ed è stata finita nel 1959.

Nel 1963 la sera del 9 ottobre nel bacino idroelettrico del Vajont si verificò una frana che causò 1910 morti, tra i quali 487 bambini.

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Cosa ha causato il disastro?

Una frana precipitò in una riserva d’acqua provocando uno tsunami,che distrusse 10 centri abitati spazzandoli via in 4 minuti.

Le cause che hanno portato al disastro del Vajont sono molteplici: gli abbondanti rovesci che in quel periodo si erano abbattuti sulla zona hanno causato un'accelerazione della frana presente sul versante settentrionale del monte Toc. La caduta della frana nel bacino ne provocò l’esondazione; a quel punto, si creò una gigantesca ondata che, alla velocità di oltre 100 chilometri orari, raggiunse i paesi del fondovalle, tra i quali Longarone, travolgendo qualunque cosa incontrasse.

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Il disastro del Vajont si sarebbe potuto evitare?

In precedenza alcuni periti, avevano segnalato i movimenti del terreno.

Se solo fossero stati ascoltati la strage si sarebbe potuta evitare. Vi erano tuttavia una serie di segni (movimenti del terreno rilevabili) che rendevano evidente il pericolo di una frana imminente: se si fosse svuotata la diga per tempo dall’acqua, probabilmente non sarebbe accaduto nulla e si sarebbe potuta evitare una tragedia.

 

Perché è stata costruita la diga?

La diga è stata costruita perché il suo sistema avrebbe contribuito a fornire energia elettrica praticamente a tutto il Triveneto.

Il progetto di per sé era pazzesco perché l’acqua era una delle principali fonti di energia in Italia e il suo bacino poteva contenere una volta e mezzo la somma dell’acqua contenuta negli altri 5 bacini di questo mega sistema ma quella vallata era inadatta alla costruzione di un bacino, in quanto si erano già verificate numerose frane.

 

Dopo il disastro:

Dove prima sorgeva la cittadina di Longarone, la mattina del 10 ottobre c’è un’enorme distesa di fango. Iniziano ad arrivare i soccorsi, vengono recuperati i primi cadaveri. Il giorno dopo, poiché c’erano rischi di ulteriori frane, viene ordinato lo sgombero a monte della diga artificiale proprio per l’instabilità dei versanti dell’invaso. Alla fine verranno recuperati i corpi di circa tre quarti delle vittime; molte di esse erano irriconoscibili.

È stata aperta un’indagine per accertare se si sia trattato di disastro naturale oppure frutto di una serie di errori causati dall’uomo. Il processo che ne è seguito si concluderà diversi anni dopo con la condanna di Enel e Montedison (alcune delle società responsabili della diga) al risarcimento delle vittime e dei comuni colpiti dalla frana.
 

Fadili Sanaa

Leoni Lidia

Rossi Elisa

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