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GLI AMICI TRADITI

In classe abbiamo discusso e analizzato due vicende che sono accadute alcuni giorni fa: una riferita all’ uccisione di un gatto ad Alberobello in provincia di Bari, e un altro relativo all’uccisione di un cane nella nostra provincia di Mantova. Sembrerebbero due fatti simili, ma in realtà hanno aspetti opposti. L’autrice della morte del gatto randagio di nome Grey è una ragazzina minorenne di soli 16 anni che, con un calcio, lo ha lanciato nelle acque gelide della fontana della piazza comunale della propria città, facendolo morire annegato e congelato.  Mentre compieva questo gesto irresponsabile la ragazza (consapevole) continuava a ridere senza un briciolo di pietà e di vergogna, e nel frattempo una sua amica la filmava, postando poi il video in rete, dove tutti avrebbero potuto vederlo e commentarlo. Una volta che il video è diventato virale, si sono scatenati numerosi commenti poco carini e accusatori da parte della gente comune e dagli animalisti contro la ragazza come per esempio “Ti meriti la stessa fine”, “Sappiamo chi sei”, “Che quel sorriso di beffa si trasformi in lacrime”, (…).

Ritengo che questo sia stato un gesto vile (irresponsabile e soprattutto irrispettoso) verso un povero gatto randagio malato e indifeso, che apparteneva ad una colonia felina vicino ad un bar gestito da una donna, Catia Bianchi che se ne prendeva cura e che ha avuto il coraggio e la determinazione di porgere denuncia per cercare di interrompere al più presto questa catena di maltrattamenti incivili e insensati contro gli animali. Probabilmente si tratta di ragazzi annoiati; senza nessuna passione che li tenga impegnati durante il giorno o che cercano l’ approvazione degli amici perché si sentono soli e pensano che bastino tanti like sui social per essere interessanti. Altrimenti si tratta di ragazzi che non hanno la famiglia alle spalle, che vivono senza regole da rispettare e che pensano che possano avere tutto quello che vogliono, anche calpestando gli altri. Anch’io, ogni tanto, mi arrabbio perché i miei genitori mi dicono di no, ma so che lo fanno per il mio bene; infatti dietro ogni regola c’è un valore da rispettare e allo stesso modo come io pretendo rispetto dagli altri sono consapevole che devo darlo per prima.



 

Nell’altra vicenda, invece, la vittima è un cane che è stato investito e sbalzato in un fosso per colpa di un’auto che non si è nemmeno fermata per porgergli il primo soccorso (gesto che avrebbe potuto salvargli la vita). Questo fatto è accaduto a Cesole: degli studenti dall’animo buono, diretti a scuola, assistendo al fatto non hanno esitato a fermare l’autobus su cui viaggiavano, a prestare soccorso immediato all’animale e a chiamare sia i vigili del fuoco sia la polizia. Quest’ultima sta indagando per cercare di risalire all’auto e verificare se il fatto possa essere considerato reato. Per verificarlo bisogna stabilire se c’è stata crudeltà, volontà e gratuità. In questa vicenda troviamo ragazzi sensibili, responsabili, maturi e pronti a mettersi in gioco per aiutare il cucciolo, anche se purtroppo non sono riusciti a salvarlo. Un gesto che ho apprezzato molto e che mi fa capire che al mondo esistono ancora ragazzi buoni d’animo dopo tutta la cattiveria vissuta in questo periodo.

Visto il mio amore per gli animali, desidererei che qualsiasi atto crudele contro di loro venga severamente punito dalla legge e spero che la mia idea possa essere condivisa da più persone.

In entrambi i fatti, l’elemento in comune è l’animale ucciso per colpa dell’uomo: in un caso barbaramente compiuto e voluto e l’altro, con tutta probabilità, accidentalmente (si sta ancora indagando). Anche gli spettatori li troviamo nelle due vicende, ma in un caso si tratta di gente generosa, altruista e disponibile, mentre nell’altro si tratta di ragazzi immaturi che si rendono complici di un gesto incivile, filmandolo e pubblicizzandolo. Inoltre, chi uccide il gatto è una ragazza minorenne, per cui non farà i conti direttamente con la giustizia ma le conseguenze del suo gesto ricadranno sui suoi genitori, mentre la persona che guidava l’auto è maggiorenne, per cui ne pagherà direttamente le conseguenze solo dopo che i carabinieri ne avranno accertato la sua colpevolezza.          

Simona Anghinoni    

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