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IL MONDO SU UNA CARTA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nome: Manuel Cognome: Camino Perez

Nazionalità: Cubana, dove attualmente vive 

Oggi è l’ultimo giorno che il professor Perez soggiorna in Italia, così, approfittando dell'occasione, io e Antonio, siamo andati ad intervistarlo.

Siamo entrati nella  casa che lo ospita. Lui ci ha accolto con un ciao, ma poi mi sono accorto che cominciava a parlare la sua lingua, che è lo  spagnolo,  fortunatamente un parente presente si è prestato a tradurre le nostre domande e le sue risposte.

Nonostante la diversità di lingua, è stato un dialogo affabile; si è creata da subito una bella sintonia.

Manuel parlava con un tono deciso e le sue parole esprimevano l’orgoglio di aver vissuto un’ esperienza che ritiene entusiasmante; svolgere l’attività di geografo  lo ha portato a viaggiare nel mondo e a vivere avventure affrontate con passione e coraggio.

Il suo racconto è ricco di aneddoti con i quali vuole trasmettere sentimenti ed emozioni provate in tutti gli  anni di carriera e dopo una breve presentazione dice di essere onorato di spiegare il suo lavoro a dei ragazzi in Italia e trova  interessante poter presentare la sua  materia e poter appassionare altre persone che in futuro potrebbero a loro volta esercitarla.

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Di che cosa si occupa concretamente un geografo?

  • Il campo di studio della geografia è molto ampio e si può suddividere in diverse specialità:

    • Geografia fisica che studia i fenomeni fisici geografici;

    • Geografia regionale che studia i Continenti, le Nazioni, gli Oceani, i Mari, i fiumi ecc.

    • Geografia economica, che studia lo sviluppo economico degli Stati e del mondo;

    • Geografia generale, che include elementi che provengono da tutti gli altri tipi di studio geografico (fisica, economica, regionale)

La geografia come tale non è una scienza esatta (come la matematica, la fisica ecc.), ma una connessione, una scienza di condizioni applicate ai vari fenomeni fisici, chimici, biochimici e biologici; quindi, per spiegare qualsiasi fenomeno geografico bisogna aver presente quali sono i suoi elementi fisici, chimici, biochimici e biologici. In generale il geografo studia un fenomeno partendo dagli elementi che lo provocano, ad esempio: perché si forma la pioggia? Perché il fiume viene dalla terra e sbocca nel mare? Come si formano le montagne? Da cosa sono provocati i terremoti ?

Inoltre, il geografo descrive anche da quali Paesi è formato un continente, quali sono i mari che bagnano le coste di un Paese, quali i fiumi che sfociano nel mare e così via.

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Perché ha deciso di fare il geografo?

Principalmente perché è interessante, perché è una materia che cerca di spiegare la natura e l’influenza che ha l’elemento geografico sull’uomo e l’uomo sul fenomeno geografico. Perché il fenomeno geografico è creato da elementi naturali e da elementi creati dall’uomo: gli edifici, le strade, i ponti, le fabbriche creati dall’uomo hanno influenza sul fenomeno geografico, ma anche l’elemento geografico ha influenza a sua volta sull’uomo.

Per questo è interessante e mi piace la Geografia come tale.

L’elemento geografico si evolve, cambia per fattori naturali e per fattori antropologici, che sono quei fattori provocati dall’attività dell’uomo che cambiano i fenomeni geografici: se l’uomo costruisce una strada per attraversare un Paese, modifica l’elemento geografico; se estrae dei minerali dalla terra, modifica l’elemento geografico; se sviluppa l’attività industriale, probabilmente aumenta l’umidità in atmosfera che può modificare qualche fenomeno naturale; il disboscamento di una regione geografica provoca un cambiamento geografico; se utilizza combustibili fossili, crea energia termica che emessa in atmosfera provoca l’effetto serra ed il surriscaldamento dell’atmosfera che in futuro può creare dei problemi.

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Che cosa le piace di più ed eventualmente, cosa non le piace affatto del suo lavoro?

Quello che mi piace è che lo studente apprenda la geografia, quello che non mi piace è che alcuni docenti insegnino la Geografia superficialmente, senza approfondire il fenomeno geografico. Così facendo, lo studente non apprende realmente la geografia, non riesce a collocare esattamente nel mondo il Paese dove vive, non sa quali sono i mari che lo bagnano, i monti più alti, il fiume più lungo, la pianura o le isole più estese del suo Paese, quanti abitanti ci sono, tutto questo fa parte della topografia del suo Paese. Lo studente deve apprendere in primo luogo il Paese dove vive ed in secondo luogo il mondo nel quale è collocato il suo Paese. La geografia crea anche conoscenza e consapevolezza nel difendere l’armonia che non deve mai mancare tra uomo e Natura, come e perché l’uomo stia provocando un danno alla Natura, difendendo e conoscendo dove riuscire a trovare alimenti, combustibili, l’acqua (molto importante), avere la coscienza di criticare quelle azioni dell’uomo che stanno distruggendo la Natura. Questa è una funzione della Geografia molto importante.

La scuola italiana ha forse il materiale didattico migliore per insegnare la geografia, e non solo . Ad esempio, questo Atlante è fatto molto bene, iniziando con una carta fisica del mondo, così dà subito l’idea della dimensione del mondo, con i continenti, i mari, le montagne, i fiumi, le valli, e così via.

Poi abbiamo il sistema planetario che ci dimostra la posizione della Terra nel sistema solare e quindi ci dà l'idea dell’Universo.

Subito dopo viene la stratificazione del pianeta Terra, che ci dimostra come si è formata la Terra nei millenni. Chi prende dimestichezza con questi concetti non riuscirà a capire meglio solo l’ambiente in cui vive, ma tutto il Mondo.

Ancora l’Atlante evidenzia alcuni fenomeni con cartine dedicate come ad esempio quella dei vulcani (uno studente deve sapere quali sono i maggiori vulcani del suo Paese), ma anche come è la suddivisione politica della sua nazione, quante regioni ha, quante province. Questo Atlante ha degli approfondimenti specifici per ogni singola regione che sono molto utili.

Tornando alla domanda di prima, quello che non mi piace è che, nonostante ci siano materiali così ben fatti per studiare la materia, molto spesso gli studenti non riescano ad assimilarne le nozioni, forse perché non ne capiscono bene l’importanza.

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Per svolgere le sue ricerche bisogna viaggiare molto?

Più che altro bisogna studiare molto, proprio perché ogni fenomeno geografico può avere diverse cause e nascere da diversi elementi che tu devi conoscere; un terremoto potrebbe essere dovuto all’eruzione di un vulcano oppure dal movimento della placca tettonica. Una volta studiati questi fenomeni e studiata la conformazione del mondo sui libri e sugli atlanti, è sempre meglio, per chi ne ha la possibilità, visitare i luoghi e verificare con i propri occhi che quello che aveva studiato sui libri corrisponde al vero.

 

Come la tecnologia è entrata nel suo lavoro?

La tecnologia è molto importante, fondamentale nella professione del geografo, perché l’informatica ha permesso di sviluppare molto lo studio della geografia, per definire meglio la conformazione di alcune parti del mondo che erano difficili da raggiungere o anche il sistema GPS (Global Positioning System) che ha permesso di migliorare molto la definizione della posizione di determinati punti sulla Terra, garantendo una precisione quasi assoluta delle coordinate di longitudine e latitudine. La tecnologia ha provocato quindi uno sviluppo della conoscenza e non solo della Geografia, ma anche della Fisica, della Matematica, come anche gli sviluppi che ha portato la tecnologia nella comunicazione, passando in un istante da un luogo all’altro del mondo mediante la comunicazione satellitare che ci permette di condividere qualsiasi informazione sul luogo da cui il satellite trasmette, la temperatura, l’umidità dell’aria, la presenza del sole, delle nubi. Ci sono due tipi di satelliti: quelli stazionari (rimane sempre allo stesso punto) e quelli orbitanti (girano alla stessa velocità della Terra).

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Quando realizza nuove carte geografiche, qual è la proiezione che utilizza maggiormente?

Il Geografo non realizza le carte geografiche, questo lo fa il Cartografo o il Topografo che come si diceva ha beneficiato molto della tecnologia per svolgere la sua professione; pensate che un tempo doveva recarsi nei luoghi che aveva intenzione di mappare e con l’aiuto di una semplice bussola doveva disegnare i vari punti di interesse da evidenziare sulla carta. Il Geografo interpreta le carte geografiche ed insegna e cerca di spiegare i fenomeni geografici attraverso le carte stesse.

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Qual è l'incarico più importante che le è stato affidato fino a questo momento?

L’incarico migliore che ho svolto è stato quello di apprendere approfonditamente la geografia per trasmettere al meglio le conoscenze della materia ai miei studenti.

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Ha notato differenze nella gestione e/o concessione di finanziamenti per la ricerca e lo svolgimento di studi dei territori tra Cuba e gli altri paesi, ad esempio l’Italia?

Quello che so dell’Italia è poco, ma so che la letteratura che si usa in Italia per la Geografia è molto utile per un giusto apprendimento. Ritengo che questo sia frutto anche di campagne di finanziamento mirate alla Geografia e al suo insegnamento, che è più organizzato in Italia, in un’economia più forte e più sviluppata. A Cuba si dà più importanza al singolo insegnante e alla valutazione dello studente, ma al momento attuale con una situazione economica di difficoltà a Cuba si dà sempre priorità all’insegnamento, alla cultura, dando sempre quel poco materiale disponibile gratuitamente. L’istruzione in generale è gratuita a partire dalle primarie e fino all’Università.

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Che percorso scolastico ha effettuato? E in quali scuole si è formato?

Mi sono formato come Geografo con 7 anni di studio all’Istituto Geografico Superiore José de la Juan, ottenendo l’abilitazione per l'insegnamento prima alle scuole ordinarie e poi anche di secondo grado all’Università, che ho svolto poi per oltre 30 anni.

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Quali studi suggerisce di intraprendere per diventare un bravo geografo?

Fisica, matematica, chimica, geomorfologia, geologia, geopedologia, biogeografia (vita animale, flora, habitat), etnografia (studio della popolazione) e oceanografia; queste sono le materie fondamentali.

 

Durante lo svolgimento del suo lavoro si è trovato ad affrontare situazioni di pericolo o di difficoltà? E se sì, quali?

Non c’è stata una situazione particolare che ricordi, ma fare il mestiere del Geografo non è solo lavoro d’ufficio, studiare sulla carta deve sempre essere accompagnato dalla pratica, si ha la necessità di andare di persona a visitare luoghi, fiumi, a volte anche caverne, devi vedere, devi sentire, devi toccare….magari durante una di queste escursioni è possibile ci sia qualche inconveniente da superare.

 

Com’è iniziata la sua carriera?

La mia carriera iniziò nel 1972.A Cuba, gli indirizzi scolastici erano richiesti dallo Stato ed in quel tempo avevano richiesto di approfondire gli studi delle materie scientifiche tra cui la Geografia, proprio per cercare di sviluppare il Paese. L’eroe nazionale Josè Martin organizzò la Guerra di Indipendenza di Cuba nei confronti della Spagna e disse una frase storica che dice: “La cultura è l’unico mezzo per ottenere la libertà e l’indipendenza.”

 

Potrebbe raccontarci geograficamente Cuba e spiegarci come è diventata una colonia  spagnola?

Si tratta di storia, partiamo dalle esplorazioni geografiche, sapete chi è Cristoforo Colombo, vero? Colombo aveva una teoria, diceva che la terra aveva una forma sferica e quindi sosteneva che se fosse partito da un determinato punto della Terra procedendo sempre nella stessa direzione, a distanza di qualche tempo si sarebbe ritrovato nello stesso punto di partenza. Nel frattempo Marco Polo aveva esplorato la Cina e le cosiddette Indie, attraverso quell’itinerario che aveva battezzato come “Via della Seta” o proprio “Via delle Indie”, ma questo itinerario arrivava in Europa attraversando la Turchia e al tempo di Colombo, l’Impero Turco Ottomano era ostile all’Europa e volle interrompere i traffici europei con la Cina e le Indie. Così Colombo salpò con le tre caravelle (Nina, Pinta e Santa Maria) dalla Spagna per trovare una via di comunicazione con le Indie alternativa a quella scoperta da Marco Polo. Arrivò dopo mesi di navigazione in un’isola ad Est di Cuba (La Spagnola) e poi penetrarono a Cuba, incontrò i primi aborigeni e li chiamo Indios proprio perché pensava di essere sbarcato in India ed invece era in America Latina che venne ben presto colonizzata dagli spagnoli con Cortes e Pizarro. Per questo a Cuba, come in gran parte dei Paesi dell’America Meridionale si parla la lingua spagnola, l’unica eccezione è il Brasile dove si parla portoghese, sempre perché a colonizzare quella parte di America Latina furono proprio i portoghesi che colonizzarono in Africa anche Angola e Mozambico. 

Più tardi arrivarono gli inglesi e i francesi che colonizzarono l’America Settentrionale. 

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Adesso chiudiamo con una battuta, facciamo un piccolo quiz: quale è la capitale del Burkina Faso?

Ouagadougou!

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Grazie, gentilissimo Manuel, per averci regalato un assaggio di questo lavoro incredibile!

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Leonardo Pietralunga

Antonio Caporale

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