top of page

RACCOGLIERE IL TESTIMONE

Medico pressione arteriosa del paziente più anziani

I sorrisi sui nostri volti… vedo applaudire al solo nominare del mio nome quel pubblico venuto per il mio traguardo… lo immaginate?  Quella corona verde sulla mia testa, la corona della sapienza e della gloria di essere riusciti a vincere quella maratona durata ben sei anni… sei anni in cui sei obbligato a dare tutto il tuo impegno per non sprofondare in quell’onda che pian piano ti porterà a riva, meta di tanta fatica. Sforzandomi, ancora posso immaginare cosa si può pensare in uno dei momenti più significativi della      vita: calma, il cuore non batte più così forte, sono arrivato al capolinea, non posso più sprofondare, solo salire. Non so se voi adulti abbiate provato nell’immaginario durante la mia età la mia stessa idea di impazienza nell’attendere questo momento da ragazzi? Ora io la vedo come occasione e attesa di una propria indipendenza e soddisfazione personale, fare ciò che mi piace e per cui ho cui ho investito. Il lavoro del medico mi ha sempre appassionato molto, probabilmente perché ho avuto l’occasione di sentirne parlare molto da vicino. Per comprendere al meglio il lavoro dei miei sogni ho chiesto a coloro che lo hanno praticato. E in questa occasione ho voluto approfondire l’argomento con mio nonno, medico di medicina generale, ora in pensione.

Il medico è un lavoro essenziale: è lo studio del corpo umano, delle malattie e la cura di queste ultime tramite esami di laboratorio e diagnosi, oltre a ciò, c’è tutto il settore che interessa l’ambito psicologico, dove è necessario dare supporto al paziente. È essenziale, in questo lavoro, comprendere lo stato d’animo del paziente per entrare in sintonia con esso e capirlo. Il medico si occupa anche dello studio dell’innovazione, della scoperta di nuovi farmaci e di nuove attrezzature ed è necessario che sia al passo con il mutare tecnologico poiché il lavoro negli ultimi anni è cambiato notevolmente insieme all’innovazione scientifica. Parlando con un ex specialista del mestiere ho scoperto che all’inizio degli anni ’70 la diagnosi veniva eseguita solo tramite esame oculare e tramite esami del sangue. L’arrivo della TAC (1971) e l’ecografo (ecocardiogramma, ecografia…) hanno rivoluzionato il mondo della diagnosi. Altri sviluppi molto importanti e rapidi sono stati quelli riguardanti case farmaceutiche, che hanno messo sul mercato molti farmaci: ad esempio una volta si usava molto frequentemente la digossina e la furosemide (per il cuore) ora non si usa più poiché hanno scoperto che causava molti problemi e hanno trovato un’alternativa. Oggi come sostituto ci sono i betabloccanti e gli ACE inibitori, utilizzabili più consigliati a seguito dei progressi della ricerca scientifica. Una volta non      esistevano i farmaci per il colesterolo (Ipocolesterolemizzanti) e quindi la malattia andava solo in peggioramento ed era molto difficile, quasi impossibile, essere curati. Sono stati fatti, anche, dei grandi passi dal punto di vista dell’igiene, delle regole da seguire attraverso dei protocolli e nella garanzia della privacy del paziente. Di contro è aumentata, però, la parte burocratica del lavoro che spesso appesantisce tutto il sistema, soprattutto per quanto riguarda i tempi di attesa delle prestazioni.

Un medico lavora sei giorni su sette escluse urgenze, abbastanza frequenti nel lavoro poiché si interagisce con pazienti che possono essere fragili a causa dell’età o delle condizioni fisiche. La giornata lavorativa inizia alle otto di mattina e per due ore circa si procede con le visite a domicilio per curare tutti quei pazienti che non possono spostarsi (questo accadeva solo sino a qualche anno fa, ora non è più così), all’incirca si prevedeva quindici minuti a paziente escluso il tempo di percorrenza tra un’abitazione e l’altra. Alle dieci e un quarto si andava in studio pronti per accogliere i pazienti della giornata, anche qui il tempo medio previsto per ogni paziente era di quindici minuti. Al centro medico la propria giornata lavorativa veniva organizzata da delle segretarie e come aiuto c’erano anche delle infermiere. Alle tredici e trenta per la pausa pranzo successivamente si rientra alle quindici e trenta e si lavorava sino alle diciannove e trenta. Ciò si ripeteva per cinque giorni e il sabato si faceva a turno tra i medici del paese in ambulatorio. Le ore di lavoro sono basate sul numero dei propri mutuati massimo duemila.

I doveri di un medico sono molteplici (come nelle altre attività lavorative); sicuramente il medico deve assolutamente garantire quasi sempre la propria disponibilità, cercare di non mancare e tardare il meno possibile a lavoro. Inoltre, di fondamentale importanza è la serietà ed un impegno costante per evitare di commettere errori che mettano in pericolo l’incolumità del paziente. Molto importante è tenersi aggiornato sull’innovazione tecnologica per non perdersi gli sviluppi della scienza, della medicina ed infine essere educati con il proprio paziente e portargli rispetto, anche se ciò può richiedere molta pazienza. Un medico ha la responsabilità di garantire, salvaguardare o migliorare la salute di ogni paziente (quando possibile).

 

La professione del medico porta anche al riconoscimento sociale inteso come stima e riconoscenza da parte dei propri pazienti per l’aiuto fornito. L’apprezzamento per il buon lavoro svolto è fonte di grande soddisfazione.

Sin da bambino sono sempre stato affascinato da questo mestiere e ho sempre ammirato le persone che lo praticavano. In particolare, ho ammirato la dedizione, l’impegno e la precisione, tutti aspetti essenziali per poter svolgere bene questo lavoro. Ho anche ammirato l’impegno di voler scoprire cose nuove per migliorarsi e crescere professionalmente. Ricordo quel giovane medico chirurgo, quando fui operato di appendicite a dieci anni, al quale con grande stima e ammirazione posi tantissime domande. Lui capì la mia passione e mi dedicò parecchi minuti, nonostante fosse molto impegnato, per darmi tutte le risposte.

 

Il progetto “Maestri del lavoro” è stata un’ottima occasione personale per approfondire e pensare concretamente a “cosa voglio fare da grande”, comprendendo i pro e i contro del lavoro desiderato. Le testimonianze che sono venute a parlarci a scuola ci hanno spiegato cosa significa amare il proprio lavoro e cosa significa dedicare impegno. Ci hanno chiesto di pensare a ciò che ci piacerebbe fare immaginandoci tra qualche anno considerando che l’articolo numero uno della nostra Costituzione cita: “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Edoardo Fazzi

bottom of page