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ICONE

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Tre icone dello sport USA

 

Muhammad Alì

Mohammad Ali, nato con il nome di Cassius Marcellus Clay Jr., è stato un pugile professionista statunitense di origini afroamericane. È considerato uno dei più grandi pugili di tutti i tempi e un'icona del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti.

 

Nato il 17 gennaio 1942 a Louisville, Kentucky, in una famiglia di classe media, Ali iniziò a praticare la boxe all'età di 12 anni. Vinse la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici del 1960 a Roma nella categoria dei pesi mediomassimi. Poco dopo, decise di passare al professionismo.

 

La carriera da professionista di Ali fu caratterizzata da numerosi successi e vittorie di prestigio. Vinse il titolo mondiale dei pesi massimi per la prima volta nel 1964, sconfiggendo Sonny Liston. Poco dopo annunciò la sua conversione all'Islam e il suo nuovo nome, Mohammad Ali. Questa decisione suscitò grande scalpore e attrasse l'attenzione dei media internazionali.

 

Ali difese il suo titolo con successo per molti anni, affrontando alcuni dei più grandi pugili della sua epoca, come Joe Frazier e George Foreman. La sua rivalità con Frazier, in particolare, fu una delle più celebri della storia della boxe e culminò nella famosa "Thrilla in Manila" nel 1975, considerata da molti come una delle migliori e più intense sfide nella storia del pugilato.

 

Nel corso della sua carriera, Ali ebbe alcuni momenti difficili, tra cui l'annullamento del suo titolo e la sospensione della sua licenza di boxer a causa del suo rifiuto di arruolarsi nell'esercito statunitense durante la guerra del Vietnam. Questa decisione lo portò a essere privato dei suoi titoli mondiali e ad affrontare un periodo di inattività forzata.

 

Tuttavia, Ali fece un ritorno trionfante nel 1974, sconfiggendo Foreman nella celebra "Rumble in the Jungle" a Kinshasa, Zaire. Questa vittoria gli valse il titolo mondiale dei pesi massimi per la seconda volta.

 

Oltre al suo successo sul ring, Mohammad Ali era noto per il suo atteggiamento carismatico e lo stile poetico con cui si esprimeva. Era famoso per le sue citazioni memorabili, come "Fluttuare come una farfalla, pungere come un'ape", che riflettono la sua filosofia di vita.

 

Nel corso degli anni successivi alla sua carriera pugilistica, Ali fu affetto da malattia di Parkinson, forse causata da lesioni cerebrali subite durante il suo periodo da pugile. Nonostante la sua salute fragile, continuò a svolgere un ruolo attivo in diverse cause umanitarie e a essere una figura di ispirazione per molte persone nel mondo. Mohammad Ali morì il 3 giugno 2016 all'età di 74 anni, lasciando un'eredità duratura nel mondo dello sport e nella lotta per i diritti civili.

 

L'incontro tra Muhammad Ali e George Foreman è stato un evento storico nel mondo del pugilato. È avvenuto il 30 ottobre 1974 al Stade du 20 Mai di Kinshasa, in Zaire (ora Repubblica Democratica del Congo), ed è stato soprannominato "The Rumble in the Jungle" (La Rissa nella giungla).

 

Il match è stato organizzato per la conquista del titolo dei pesi massimi. Foreman era all'epoca il campione del mondo in carica, considerato imbattibile e noto per la sua incredibile potenza di pugni. Ali, invece, aveva già avuto una carriera di successo ma era considerato un underdog in questo incontro.

 

Quello che rende questo incontro così memorabile è la strategia adottata da Ali. Invece di combattere in modo aggressivo, Ali decise di utilizzare una tattica di "rope-a-dope" - lasciandosi spingere sulle corde e assorbendo i colpi di Foreman, cercando di sfinirlo. Ali prevedeva che Foreman sarebbe stato esaurito dopo diversi round di attacco intenso e che sarebbe stato lì che lui avrebbe avuto la sua occasione di colpire.

 

Così, Ali resistette agli attacchi di Foreman per otto round, prima di sfruttare uno squarcio nell'energia del suo avversario e attaccare con una serie di colpi potenti. Nel settimo round, Ali riuscì a mandare Foreman al tappeto e a vincere per KO tecnico, portando via il titolo mondiale dei pesi massimi.

 

Questo incontro è diventato leggendario per molte ragioni. In primo luogo, ha dimostrato la maestria di Ali come stratega e l'abilità di adattarsi alle situazioni. In secondo luogo, ha dimostrato che anche un avversario potente come Foreman era fallibile e poteva essere sconfitto. Infine, l'incontro ha avuto un impatto culturale significativo, poiché ha riunito due delle più grandi icone sportive e politiche dell'epoca.

 

In conclusione, l'incontro tra Muhammad Ali e George Foreman nel 1974 è stato un evento di grande importanza nel mondo del pugilato. È stata un'occasione in cui Ali ha dimostrato la sua abilità e intelligenza come pugile, sconfiggendo un avversario apparentemente invincibile e aggiudicandosi il titolo dei pesi massimi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Mike Tyson

Mike Tyson è un ex pugile statunitense nato il 30 giugno 1966 a Brooklyn, New York. È diventato un famoso campione nel ring, conosciuto per la sua potenza e la sua agilità. Ha gareggiato nella categoria dei pesi massimi nei primi anni '80 fino all'inizio degli anni 2000.

 

Tyson ha iniziato la sua carriera professionale nel 1985 ed è diventato il più giovane campione dei pesi massimi nella storia del pugilato a soli 20 anni, 4 mesi e 22 giorni, sconfiggendo Trevor Berbick. Ha detenuto il titolo di campione del mondo dei pesi massimi della World Boxing Council (WBC), World Boxing Association (WBA) e International Boxing Federation (IBF) contemporaneamente, unificando i titoli.

 

Il suo stile di combattimento aggressivo e potente gli ha guadagnato il soprannome di "Iron Mike". È noto per i suoi colpi devastanti e le sue rapide combinazioni, che gli hanno permesso di vincere 44 dei suoi 50 incontri professionali tramite knockout.

 

Tuttavia, la carriera di Tyson è stata segnata da controversie extra-ring. Nel 1992 è stato condannato per aver stuprato Desiree Washington, ricevendo una sentenza di sei anni di carcere, ma è stato rilasciato dopo tre anni. Ha fatto il suo ritorno nel pugilato ma non è riuscito a recuperare il titolo dei pesi massimi.

 

Dopo il ritiro dal pugilato nel 2005, Tyson ha affrontato problemi personali e legali, tra cui abuso di sostanze, incidenti automobilistici e problemi finanziari. Ha anche avuto alcune apparizioni nel mondo dell'intrattenimento, partecipando a film, show televisivi e persino spettacoli teatrali.

 

Negli anni successivi, Tyson ha trovato la sua strada verso l'autostima, l'autenticità e la spiritualità. Oggi è diventato un intraprendente imprenditore, avviando una serie di attività, come la sua linea di bevande energetiche e una scuola di boxe. Ha anche condotto un podcast di successo chiamato "Hotboxin' with Mike Tyson", in cui intervista personaggi famosi e discute di vari argomenti.

 

Nel complesso, Mike Tyson è un'icona del pugilato che ha lasciato il segno nella storia del pugilato grazie alla sua forza, abilità e personalità carismatica, ma è anche un individuo complesso con alti e bassi nella sua vita personale e professionale. 


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Kobe Bryant è stato un famoso giocatore di pallacanestro professionista americano. È nato il 23 agosto 1978 a Filadelfia, Pennsylvania, ed è morto il 26 gennaio 2020 in un incidente in elicottero.

 

Bryant ha trascorso la sua carriera nella National Basketball Association (NBA) giocando per i Los Angeles Lakers per l'intera durata della sua carriera professionale, dal 1996 al 2016. È stato uno dei giocatori più dominanti e carismatici nella storia della NBA.

 

Durante la sua carriera, Bryant ha vinto cinque titoli NBA con i Lakers nel 2000, 2001, 2002, 2009 e 2010. È stato nominato l'MVP (giocatore più prezioso) delle finali dell'NBA due volte (nel 2009 e 2010) ed è stato convocato per il campionato All-Star dell'NBA 18 volte.

 

Bryant è noto per la sua etica del lavoro instancabile, la sua sete di vincere e la sua competenza sul campo. Era un attaccante molto talentuoso, noto per la sua abilità di segnare da ogni posizione e controllare il ritmo del gioco. È famoso per aver segnato molti canestri decisivi, in particolare nella fase finale delle partite.

 

Oltre ai suoi successi in campo, Bryant è stato anche un modello di imprenditorialità e creatività. Ha vinto un Premio Oscar nel 2018 per il suo cortometraggio "Dear Basketball" ed è stato coinvolto in vari progetti di business.

 

Kobe Bryant è stato anche coinvolto in numerose attività filantropiche. Ha creato la Fondazione Kobe and Vanessa Bryant in cui ha lavorato per migliorare la vita dei giovani svantaggiati attraverso programmi educativi e sportivi.

 

La sua morte improvvisa e tragica ha scosso il mondo dello sport e oltre. Bryant è stato un'icona globale, amato e rispettato da molti per le sue abilità straordinarie e la sua dedizione al gioco. Il suo impatto come atleta e modello di ruolo rimarrà per sempre nella storia della pallacanestro. Ha vissuto in Italia dai 6 ai 13 anni spostandosi tra Reggio Calabria, Rieti, Pistoia e Reggio Emilia, e in tutti questi luoghi ha costruito legami con persone che raccontano il loro Bryant nel documentario.

 

Jusuf Berisa

Mattia Selmini

Aleksandr Beduschi.

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