QUELL'ANTICA AUTOREVOLEZZA
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​Inquadramento della persona:
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Nome: Luciana Venturini
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Età: 82 anni
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Diploma Magistrale
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Hobbies: pittura
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Passioni: gemmologia, cucina
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Coniugata
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Figli = 2 - Nipoti = 4.
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Anni di scuola primaria frequentati dal 1947 al 1953.
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Nome delle maestre: Bentivoglio (fino alla 4°) e Giovannini (in 5°).
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Numero approssimativo di alunni in classe = 25-30 (sezione esclusivamente femminile).
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Clima/atmosfera che si respirava in classe: “Personalmente l’atmosfera era di serenità, non ho mai sentito la scuola come faticosa o troppo impegnativa.”
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Rapporto con i compagni e ritratto breve di un compagno in particolare: “Non ho mai avuto una compagna particolare, ma ci si portava sempre rispetto e gentilezza; ero molto affiatata con Milena, Rachele e Nicoletta, forse perché abitavamo nella stessa via e spesso ci si incontrava anche per giocare assieme e svagarsi.”
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Rapporto con le insegnanti: “Mi ricordo dell'insegnante il saluto, il permesso, l'attenzione e la gentilezza da parte nostra nei suoi confrontii. Mi piaceva quando, una volta al mese, si raccoglievano degli alimenti e vestiario da portare ad una famiglia povera che ne aveva bisogno; l'insegnante sceglieva a rotazione qualche scolaro per accompagnarla a portare il frutto della raccolta. Sentivi proprio la miseria sul cuore!”
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Lezioni/programmi/compiti/richieste della Scuola vs. gli alunni: “I icompiti, lo studio (quante.....quante, le poesie a memoria! Però ci si ricordava dei poeti!!!), le tabelline, la geometria ed i suoi teoremi, ma anche la ginnastica in un piccolo cortile (le classi che potevano praticarla contemporaneamente erano solo due a rotazione tra quelle maschili e femminili).”
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Edificio scolastico: “A scuola ci si andava a piedi, era vicina a casa. Il fabbricato era squadrato su due piani, all'ingresso una scala di pochi gradini e si era nell'androne, che portava ad un corridoio con una decina di aule al piano rialzato e un'altra decina di aule nel primo piano. Al pian terreno erano le classi femminili, al primo quelle maschili. Le aule erano arredate con banchi (ognuno con il proprio calamaio, riempito ogni mattina dai bidelli!), cattedra e lavagna di legno scuro, sulla parete frontale trovavano spazio la carta geografica ed uno splendido crocefisso in legno intagliato. La stanza era riscaldata da una stufa a legna, di cotto rosso.”
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Tempo dedicato allo studio: “ Il tempo per lo studio era sempre poco, perchè la mamma che aveva un negozio di sartoria, aveva bisogno che io prestassi attenzione al fratellino più piccolo.”
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Modalità di svolgimento dell'intervallo/giochi praticati/tempo dedicato alla ricreazione: 15 minuti di distrazione in classe o al massimo nel cortile, quando il tempo lo permetteva.
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Episodi divertenti che ricorda volentieri: “Avevo una compagna di classe che si dava "tante arie", Luisa, soprattutto quando incontravamo i ragazzi di V° B. Durante una passeggiata sull'argine del lago di Mantova accompagnati dall'insegnante, avevamo catturato una rana perché in quel periodo stavamo studiando gli anfibi. Ritornati in classe, l'insegnante ha tenuto una lezione sull'argomento ed al termine, abbiamo riposto la rana in un cestino di vimini. D'un tratto, da quel cestino entrò nella cartella di Luisa, a sua insaputa; usciti di classe a fine mattinata, lei sentì qualche strano rumore ed aprì la sua borsa, subito la ranocchia le saltò addosso spaventando ben bene la malcapitata. Ricordo il rosso del golfino su cui saltò la rana e il viola/bordeaux del viso di Luisa!!!”
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Episodio triste: 1951 - alluvione di Mantova: “Non sapevo bene il significato della parola "alluvione", per cui mi stupì molto vedere d'un tratto la città cambiare forma, i sacchi di sabbia davanti alle porte di casa, gli spostamenti in barca tra una strada e l'altra, finchè spinta da questa mia curiosità, mio padre, esasperato dalle mie continue domande, mi accompagnò a vedere il portale della chiusa di Porto Catena, impotente nel cercare di regolare e contenere la furia dell'acqua. Assistere a quello spettacolo mi ha tolto il respiro per qualche secondo ed il sonno per qualche notte. Da allora, pur sapendo nuotare, ho sempre avuto timore dell'acqua.”
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Idea della scuola avuta da bambina mentre frequentava e idea della scuola che ha ora a ripensarci: “Da bambina mi trasmetteva serenità, anche perché non ho mai avuto difficoltà ad apprendere le discipline; oggi sento eccessiva la rigidità delle regole di allora, ma non ho mai percepito questa pesantezza, forse perché caratterialmente mi adatto molto facilmente, o forse perché comunque vedevo tutti, anche i/le ragazzi/e più grandi di me, comportarsi in quel modo e vivere serenamente.”
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Impressioni sulla scuola di oggi, vista attraverso le testimonianze di nipoti, bambini di amici e TV: “Tutto troppo!!! Troppo indulgente, tollerante, permissiva, sembra quasi una scuola insicura, si tiene conto più del pensiero degli studenti, o meglio....dei loro genitori, sminuendo spesso e volentieri la figura dell'insegnante, la sua professionalità, la sua autorevolezza. E' vero che la scuola è fatta per educare al "domani", ma occorre tener sempre presente anche l'importanza dell'"oggi".”
Leonardo Pietralunga