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LA PERIFERIA DELL'ANIMA

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Davide Cerullo, fin da bambino, ha vissuto a Scampia, un quartiere malfamato e  pericoloso di Napoli. Nel  corso della sua vita ha avuto tra le mani armi, ha commesso chissà quanti reati, anche se non ha mai ucciso. 

Il suo futuro ormai era chiaro, quello di diventare uno spacciatore provetto, e così è stato. Si sentiva onnipotente, guadagnava 900 mila lire al giorno, apprezzava il male; poi, però, la poesia l’ha cambiato, ha imparato a immedesimarsi nella voce del Vangelo, nelle sue parole, mentre lo leggeva, si sentiva chiamato in causa da quel richiamo fortissimo. Voleva trovare un ruolo nel mondo. Fortunatamente una salvezza l’ha trovata: la poesia. Se non l'avesse incontrata, molto probabilmente non sarebbe diventato la persona che è ora.

Appena uscito di prigione era un uomo nuovo, pieno di risorse e speranza. Aveva un progetto di vita molto chiaro, quello di cambiare. Gli errori che ha commesso gli hanno permesso di riscattarsi, di riconoscere quello che era giusto e quello che non lo era. Nonostante fosse il più promettente della famiglia in questo ambito è riuscito ad uscire da questa realtà, andando contro le aspettative, deludendo la sua famiglia e il boss. Dopo molte riflessioni su sé stesso ha capito qual era il suo centro, convincendo anche il boss che quella non fosse la strada giusta. 

In questi anni, con l’ausilio di altre quattro persone, ha scritto un libro intitolato “Ali bruciate” in cui denuncia il degrado dei quartieri napoletani. Le immagini sono le protagoniste di questo libro; foto che riprendono la realtà del quartiere di  Scampia. Si percepisce la sensibilità dei ragazzi obbligati dalla loro famiglia a diventare spacciatori. Al contrario di quanto si possa pensare, queste famiglie vivono nella povertà e nella disgrazia. Sicuramente i ragazzi che vivono in questo contesto non avranno molte opportunità di avere un futuro migliore della loro famiglia, ma un esempio di riscatto è proprio Davide Cerullo. Lui, da solo, ha creato per se le fondamenta di un percorso che è partito dallo studio. 

Questo è ciò che, da molti anni, si cerca di trasmettere anche nel  carcere di massima sicurezza di Volterra Fortezza. Il progetto teatrale “La compagnia della Fortezza”, che oggi è una delle realtà più note e interessanti, vede in prima linea la figura di Armando Punzo, il regista e l’ideatore di questa forma di riscatto dietro le sbarre. Grazie a uomini come lui, ogni detenuto trova nelle parole, nei testi, risposte ai propri dubbi e tormenti, e una ragione per cui dare senso al tempo di detenzione. 

Queste due realtà sembrano molto distanti ma in realtà appartengono alla stessa origine. Il riscatto è alla base di queste due storie.

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Giacomo Tarana

Niccolò Tarana

Lorenzo Vighi

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