CHI RESTA E CHI VA
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Come in tanti fatti di cronaca c’è chi muore, ma c’è anche chi rimane.
Chi resta deve decidere quale strada intraprendere: la prima è il silenzio…la più semplice, ma anche quella che col tempo può provocare grandi danni interiori.
La seconda è richiamare dentro di sé l’ultima risorsa, e impegnarsi per far sì che ciò che è accaduto a tua sorella non capiti mai più a nessun’altra donna. Così, giorno dopo giorno, ecco che rinasci, e forse ti senti in grado di poter fare, nel tuo piccolo, qualcosa di significativo per cambiare la società.
Elena Cecchettin sta facendo questo.
Dopo la morte per femminicidio dell’amata sorella Giulia, lo scorso 11 novembre per mano dell'ex fidanzato Filippo Turetta, ha deciso di non stare zitta, anzi ha usato l’arma dell'informazione e il potere dei social per manifestare le proprie idee.
Per questo suo impegno molti la stanno attaccando, colpendola in ciò che credono sia un suo "difetto", sminuendo di fatto l’audacia e l’intelligenza di questa ragazza.
Il padre Gino non è altrettanto attivo. Ha affidato a pochi post, a qualche commovente discorso tutto il dolore che lo ha attraversato per la perdita della figlia in un modo così atroce, poi ha deciso di tornare alla sua dimensione più privata. Ma quelle frasi pronunciate, quelle brevi ma profonde dichiarazioni ai giornali e quell'emozionante discorso ai funerali della figlia, dimostrano lo spessore e il coraggio di un uomo straordinario.
Passando dall’altra “parte” di questa vicenda tremenda, i genitori del killer vivono il forte stress dei giornali e la drammatica delusione per quanto commesso dal figlio, chiudendo ogni rapporto con l’esterno.
Il fratello vive nel silenzio perché continuamente assillato “dall’etichetta” che suo malgrado gli è stata attribuita: il “fratello del mostro”, innescando in lui un meccanismo di rifiuto nei confronti di un suo caro.
E la società?
La società ha reagito a questo fatto, già dalla denuncia di scomparsa, con compassione e forte partecipazione nei confronti della famiglia Cecchettin.
Dopo il ritrovamento del corpo di Giulia e l’arresto di Filippo, però, molti hanno sentito in loro una fiamma sempre più viva attraverso l’attivismo di Elena Cecchettin.
La voce di tutte queste persone è arrivata al governo che si è reso conto, anche grazie alle toccanti frasi della famiglia della vittima, che fino ad ora le leggi e i piani a livello scolastico non bastavano e ha quindi deciso di iniziare a confrontarsi per colmare le lacune di un'emergenza che sta esplodendo: quella di una mancanza di parole, di consapevolezza, di strumenti per affrontare le relazioni con l'altro, dalle amicizie alle relazioni sentimentali.
In questa vicenda, i social hanno fatto da tam tam alla voce di Elena, e con lei, di tutte le donne ferite e uccise.
Questo fatto può farci riflettere su quanto i social spesso siano deleteri, ma se sfruttati a fini positivi possano scuotere e sensibilizzare le menti di tutti.
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Alessandro Micheloni