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Correndo verso il mio futuro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 La vita, per quanto ne posso sapere io, è fatta di delusioni, speranze, rimpianti, sogni, obiettivi che un giorno speriamo di raggiungere, illusioni che ci fanno soffrire; insomma, la vita è fatta di momenti belli e brutti; io mi ritengo una persona molto fortunata ad aver trovato uno spazio in cui potermi sfogare, potermi sentire libera e me stessa, in cui l'ansia scompare e le frustrazioni delle giornata vengono lasciate da parte. Io credo di aver trovato la cosa che mi fa veramente sentire libera, lo sport, grazie ad esso nel mio caso l’atletica mi sto scoprendo, mi sto conoscendo, sto cercando il mio centro che a questa età è molto importante trovare. Grazie allo sport sto imparando veramente cosa significano le parole fratellanza, solidarietà e onestà che ogni giorno bisogna sempre onorare e rispettare, non solo ad allenamento ma anche nella vita quotidiana quando siamo tra le persone. Nel momento in cui vado in pista diventa come una sfida contro me stessa, la continua voglia di superare i miei limiti, la chiave che muove questo modo di vivere è il desiderio. Una spinta, che ti porta involontariamente a cercare quel posto speciale, unico al mondo, che in qualche maniera, ti faccia sentire, a casa. Non lo sento come un bisogno, che deve necessariamente essere colmato, ma come un qualcosa che va sognato, assaporato, il desiderio vive per essere desiderato, il desiderio vive per la voglia di vita. Ci sono stati diversi momenti post-allenamento in cui ho riflettuto su quanto lo sport sia terapeutico; ci sono degli studi scientificamente fondati che affermano l’influenza che esso può avere verso il cervello, grazie a una sostanza chimica chiamata endorfina che causa sollievo dal dolore, riduzione dello stress, e ha la capacità di trasmettere una sensazione di euforia e benessere, come se fosse una droga a tutti gli effetti perché il corpo inseguito ad aver percepito quel sollievo, quella sensazione non riesce più a farne a meno. Grazie allo sport ho capito quanto la vita sia vuota senza di  esso e non riesco a concepire come alcune persone riescano a farne a meno. Certi ragazzi decidono di far passare la noia distruggendo case abbandonate, bruciando cassonetti della spazzatura e soprattutto mettendo a rischio la vita di qualcun altro e la loro, invece di investire tempo sul proprio futuro, avere degli obiettivi, delle speranze, dei sogni. La maggior parte dei ragazzi di oggi credono che per diventare “qualcuno” nella vita basti stare sul telefono, giocare ai videogiochi, senza fare fatica, sudare, senza sprecare tempo, dolore e sacrificio.  Fin da quando ero piccola sono sempre rimasta affascinata dal lavoro che praticano i fisioterapisti perché è anche molto legato allo sport e all'anatomia umana, un altro universo per me molto interessante, penso che sia il lavoro dei miei sogni. A volte mi immagino in uno studio non solo a fare riabilitazione ad un paziente ma anche a discutere, parlare, conoscerlo e dargli dei consigli nel caso ci fossero dei disagi o io mi rivedessi in lui in momenti che io ho già affrontato, oppure anche solo rassicurarlo, dargli conforto o incoraggiarlo.  La definizione di fisioterapia nell'enciclopedia Treccani la definisce come “ Utilizzazione a scopo terapeutico degli effetti biologici di agenti fisici di varia natura e di pratiche, quali massaggi, kinesiterapia o ginnastica, applicati sull’intero organismo o su parti di esso.I mezzi fisici attualmente impiegati possono essere distinti in varie categorie, a seconda che agiscano con la produzione di calore, di onde elettromagnetiche, di correnti elettriche, di onde sonore, di radiazioni infrarosse e ultraviolette”. Ma siamo sicuri che la fisioterapia comporti solo l’uso di una macchina. I fisioterapisti non si occupano solo di curare il paziente dal punto di vista muscolare ma si assicurano di poter reinserirla nel contesto sociale e lavorativo, sono volenterosi in qualsiasi caso ad aiutare il paziente ad avere delle buone relazioni sociali, di farle essere     il più autonome possibili e di mantenere alta la loro qualità di vita. Non c’è un vero fondatore della Fisioterapia, però già nell’ antichità si parlava della sua importanza. Nei manuali di medicina di Egizi, Persiani e Giapponesi sono state trovate delle informazioni riguardanti le pratiche per risolvere traumi e problematiche riguardanti i muscoli. In un testo cinese riguardante il Kung Fu, risalente al III millennio a.C. cita esercizi e massaggi che venivano usati per raggiungere l’equilibrio psico-fisico. Ippocrate e Galeno, padri della medicina, sono considerati i primi ad aver portato la fisioterapia in Occidente. Già nel 480 proponevano diversi trattamenti, che tuttora i fisioterapisti utilizzano come per esempio le tecniche di terapia manuale e i massaggi. Ippocrate utilizzava le leve per trattare la scoliosi, Galeno è stato il primo fisioterapista a curare i pazienti considerandoli come persone che avevano delle emozioni e una vita da portare avanti, mettendo al primo posto l’umanità verso le persone e senza dare importanza al ceto sociale. Un altro ramo molto importante della fisioterapia è l’ortopedia, che si sviluppò durante il XVII secolo in cui si iniziarono a curare disturbi attraverso l'utilizzo di esercizi tramite le articolazioni. Grazie al Rinascimento, in Italia divenne sempre più forte la curiosità da parte dell’uomo e degli scienziati a studiare i movimenti umani. Anche gli artisti come Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Andrea Mantegna, con le loro opere aiutarono lo sviluppo dello studio dell’anatomia.  Fino al XIX secolo le tecniche manipolative si diffusero grazie alla pratica dei cosiddetti “aggiustaossa”, che senza formazione o cultura medica alleviavano i dolori dell’apparato muscolo-scheletrico. Nel 1600 la fisioterapia fece un passo avanti, Alfonso Borelli pose le basi per la macchina articolare in un trattato chiamato “De motu animalium". Bernardo Ramazzini scrisse un libro intitolato “Il De Morbis Artificium Diatriba” analizzò le malattie dei lavoratori dovute alle posture scorrette e i movimenti ripetuti molteplici volte. Lo svedese Pehr Henrik Ling è considerato il primo vero fisioterapista del mondo. Fondò il RCIG (Royal Central Institute of Gymnastic), un centro dove effettuava trattamenti di massoterapia,manipolazioni e esercizi. Grazie al suo lavoro e i suoi innumerevoli successi, nel 1887 i fisioterapisti ottennero la registrazione ufficiale presso il Consiglio Nazionale Svedese per la salute. Infatti fino al 1940 la fisioterapia era praticata solo in ambito ospedaliero; successivamente negli anni cinquanta si diffuse nelle scuole, nei centri di riabilitazione e ortopedia. Nel 1974 vennero poste le basi della terapia manuale. Nel XX secolo la figura della fisioterapista diventò davvero indispensabile, e questa necessità era dovuta  alla conseguenza di alcuni avvenimenti storici come per esempio le due guerre mondiali che si erano concluse con un numero molto elevato di persone con disabilità, ad esempio gli amputati  che avevano necessariamente di fare riabilitazione, l’industrializzazione aveva portato molti incidenti sul lavoro causati anche da protezioni non adeguate e l’assenza di diritti per i lavoratori, grazie all’evoluzione della tecnologia, crearono macchinari che permettevano la sopravvivenza a neonati che pochi anni prima sarebbero morti subito dopo la nascita.  

Le professioni sanitarie sono state regolamentate nel 1934 nel Testo Unico delle leggi sanitarie che prevedeva una divisione in base a quanto avevano studiato i professionisti:   

-Professionisti principali, ovvero i laureati

-Ausiliari, persone che avevano portato a termine un diploma 

-Altri ausiliari, ovvero chi aveva frequentato solo un corso regionale.

Il testo rimase in vigore fino al 1999 poi gli furono apportate alcune modifiche come, per esempio, l’eliminazione delle distinzioni gerarchiche considerando tutti dei professionisti sanitari. Con il susseguirsi degli anni ogni ramificazione della fisioterapia ha avuto una denominazione. Oggi il fisioterapista è riconosciuto come professionista sanitario che ha ottenuto la laurea triennale. Esso ha il compito di svolgere in modo autonomo la sua attività per raggiungere il livello più alto di salute possibile nel paziente. I fisioterapisti oggi utilizzano una vastissima quantità di strumenti grazie anche alla tecnologia molto avanzata rispetto a quella che era presente un tempo come, per esempio, apparecchi per la termoterapia, attrezzature per laserterapia e la magnetoterapia. Io andrò a fare un istituto tecnico chimico indirizzo sanitario perché si interfaccia in un ambito che fin da quando ero piccola mi interessa molto ovvero quello del corpo umano e della sua anatomia. Finite le superiori vorrei andare all’università per fare in modo che uno dei miei più grandi sogni si avveri. Sono consapevole che non sia un percorso facile però conoscendomi, se in una cosa ci credo con tutta me stessa, devo assolutamente portarla al termine.  

Anais Ciobanu    

Fisioterapia
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