LA SOCIETÀ ALLO SPECCHIO
Prima Banksy, poi AleXsandro con il murale di Anna Frank e infine Giulia Cecchettin col suo quadro del coccodrillo con le scarpe rosse e il trend nato da questa semplice ma significativa opera contro la violenza sulle donne.
Mai come oggi viviamo in una società dove l’arte incanala il forte sentimento di scuotere le menti della gente per sensibilizzare a temi che non vengono veramente approfonditi: qual è la vera forza di esprimersi?
Per capirlo, si può pensare alla storia del murales inerente alla guerra nella striscia di Gaza che vede contrapposti Anna Frank che piange col pigiama a righe e una bandiera di Israele, a fianco una ragazza che indossa una bandana dei colori dello stato palestinese, intenta a bruciare lo stemma del gruppo militare di Hamas.
In questa opera si può vedere un delicato filo rosso che collega le 2 protagoniste: entrambe non hanno voluto la guerra (indipendentemente dall’epoca in cui è avvenuta) dovendo accettare le scelte di altri a loro danno.
Inoltre la figura rappresentativa dello stato ebraico (Anna Frank) fa pensare a un collegamento più profondo; far capire all’osservatore che si sta lentamente ritornando ai ripugnanti avvenimenti accaduti nel passato.
A scuotere le menti, oltre al toccante significato dell’opera, è lo sfregio avvenuto qualche giorno dopo: la figura della ragazza ebrea è stata oscurata e sostituita con delle scritte come “FREE GAZA”.
Successivamente sono arrivate le parole dell’autore, il quale afferma che chi ha rovinato questo bene pubblico ha capito perfettamente ciò che la rappresentazione artistica voleva dare nelle menti di chi non comprende le cattiverie di un conflitto del genere: lo scopo, in questo caso, era infastidire e “pizzicare” nell’animo i sostenitori di questo genocidio, fino a rendere insopportabile l’idea di vedere l’opera.
Dopo un’analisi dell’accaduto possiamo capire come, nel bene o nel male, l’arte contemporanea verta verso una simbologia più comprensibile e che già da un’analisi poco profonda della determinata opera si capisca il tema sul quale l’autore vuole sensibilizzare.
Arrivati a questo punto della riflessione, diventa lecito chiedersi se solo opere di tipo pittorico possano rappresentare un vero e proprio “attivismo”, o se anche altre sfaccettature nel campo dell’arte possano fare ciò.
Per trovare una risposta si può pensare alla scrittrice Michela Murgia, che fino alla sua morte, avvenuta nell’agosto 2023, ha lottato per diffondere ideali di uguaglianza e indipendenza femminile.
Con i suoi libri fece breccia nei cuori di molti lettori, inoltre è anche una grande figura di coraggio per tutti coloro che soffrono di malattie terminali come la sua.
Altro esempio, datato ma pur sempre presente, è John Lennon che con il potere della musica riuscì a manifestare i suoi ideali di non-violenza e pace nei campus universitari (dove veniva “costruito” il futuro della società, ovvero gli studenti) in un contesto storico-culturale in cui la guerra in Vietnam era al centro delle cronache.
Quando cantare e riunirsi non bastava più decise di manifestare pubblicamente con dei raduni.
Concludendo, l’arte del proprio tempo ha un significato tanto profondo quanto comprensibile, capendo che la manifestazione della creatività umana per forza deve "influenzare" la società perché specchio della rivolta in merito alle ingiustizie che in essa avvengono.
Alessandro Micheloni