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LA BANALITÀ DELLA VIOLENZA

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Il fatto accaduto ad Alberobello, forse nella notte di venerdì 12 gennaio 2024, si riferisce ad un gesto crudele compiuto da una ragazza di sedici anni nei confronti di un gatto indifeso. Nello specifico la ragazza, dando un calcio al felino, lo fa scivolare in una fontana, la cui acqua gelida risulterà essere fatale al povero gatto, il quale, successivamente morirà congelato. A testimoniare l’accaduto è un video che nelle ore successive ha iniziato a circolare sui social. Tale video sembra essere stato girato da un’amica della ragazza protagonista della vicenda. Probabilmente, nessuna delle due poteva immaginare che il video sarebbe diventato virale e, soprattutto, che avrebbe scatenato una reazione così negativa da parte di tutta Italia. A confermare l’accaduto è anche la titolare del bar di fronte alla fontana. La donna che da tempo si prendeva cura del gatto, prima che morisse, ha deciso di sporgere denuncia contro la ragazza. Nel mondo social, però, questo non basta e la ragazza è stata minacciata con molti post che le augurano la stessa sorte del gatto.

Il fatto riportato da “La Voce di Mantova” martedì 16 gennaio 2024, documenta invece la triste sorte accaduta ad uno sfortunato cagnolino. L’animale camminava lungo la provinciale che collega Buscoldo a Cesole, quando un’automobile, che transitava lungo la stessa strada, non è riuscita ad evitarlo. L’auto ha infatti proseguito la sua marcia, senza fermarsi. A raccontare l’accaduto sono degli studenti che viaggiavano su un bus, diretti a scuola, i quali hanno chiamato prontamente i vigili del fuoco e i carabinieri. Purtroppo però, nonostante il celere intervento dei ragazzi, il cane è morto all’arrivo dei soccorsi. L’automobilista non è stato ancora rintracciato.

Queste due tristi storie hanno sicuramente di simile la sorte riservata agli animali protagonisti che sono morti per opera dell’uomo.

Le situazioni e le cause che hanno determinato queste disgrazie sono, però, molto differenti. Nel primo caso sembra esserci stata la volontà di provocare un danno al gatto, peraltro solo per uno stupido divertimento o per noia. Nel secondo caso potrebbe trattarsi di un fatto involontario, poiché non si esclude che il cane abbia attraversato la strada o fatto qualche movimento improvviso e l’automobilista non lo abbia potuto evitare. Inoltre, chi era alla guida della vettura potrebbe non essersi neppure accorto dell’accaduto, forse a causa di musica ad alto volume o forse perché stava utilizzando il telefono. Un’altra differenza è negli strumenti con i quali è stato documentato l’accaduto: nel primo caso ci sono un video e delle fotografie, postati sui social, mentre nel secondo caso c’è la testimonianza verbale dei ragazzi sul bus.

In generale i due fatti ci insegnano che ognuno deve prendersi la responsabilità dei gesti che compie.

Il primo caso ci insegna che nel mondo dei social non si può controllare un contenuto una volta postato. Quello dei social è uno spazio accessibile ormai a tutti e, di conseguenza, chiunque può esprimere la propria opinione. Ogni evento riportato sui social ha potenzialmente una risonanza mondiale. Inoltre, ogni contenuto postato è teoricamente incancellabile, poiché se viene salvato da qualcuno può essere ripostato in qualsiasi momento e su qualsiasi piattaforma. In aggiunta a questo, chi utilizza i social, sia chi posta, sia chi legge o guarda, non sempre può essere preparato, potrebbe essere fuori dal contesto e quindi dare giudizi superficiali ed affrettati. 

Il secondo caso, invece, è raccontato in una forma tradizionale. La notizia viene data dal giornale locale, scritta da un professionista, che probabilmente ha sentito i testimoni e parlato con le autorità presenti sul luogo dell’incidente. Egli ha sicuramente esperienza in materia e sarà più attento prima di esprimere giudizi inappropriati.

Io penso che la rete sia una risorsa importante, che in molti casi ha permesso di scoprire e denunciare tanti reati, ma ritengo che nessuno dovrebbe sostituirsi alle autorità.

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Lorenzo Mantelli

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