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RICORDI DI SCUOLA

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1)Lorenzo: “Come ti chiami e quanti anni hai?”

Nonna: “Mi chiamo Agostina Mariscotti ed ho 74 anni.”

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Lorenzo: “Qual è il tuo titolo di studio?”

Nonna: “Diploma di ragioneria, conseguito nell’anno 1968.”

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Lorenzo: “Che lavoro facevi?”

Nonna: “Facevo l’impiegata in un ufficio.”

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Lorenzo: “Sei sposata?”

Nonna: “Sono stata sposata e sono separata da circa trenta anni. Ho un figlio e un nipote, che sei tu.”

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Lorenzo: “Hai o avevi qualche passione particolare o qualche hobby?”

Nonna: “Non avevo hobbies particolari, ma amavo viaggiare ed ascoltare la musica di ogni genere.”

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2)Lorenzo: “In che anno hai iniziato ad andare a scuola?”

Nonna: “Essendo nata nel 1949, ho frequentato le elementari dal 1955 fino al 1960.”

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3)Lorenzo: “Ti ricordi come si chiamava la tua maestra?”

Nonna: “Si chiamava Maria Copes.”

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4)Lorenzo: “Alle elementari in quanti eravate in classe?”

Nonna: “Se non ricordo male, inizialmente, eravamo circa in venti bambini ed era una classe mista.”

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5)Lorenzo: “Ti ricordi che clima si respirava in classe?”

Nonna: “Quella che frequentavo era la scuola di un piccolo paese delle colline piemontesi. Ci conoscevamo già tutti e, quindi, l’ambiente era molto famigliare e sereno. La maestra era una mamma per noi; avevamo grande rispetto ma non soggezione.”

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6)Lorenzo: “Avevi una compagna o un compagno che ricordi in modo particolare?”

Nonna: “In realtà mi ricordo di tanti compagni, perché molti ho continuato a frequentarli anche quando sono cresciuta. Sicuramente la mia compagna di scuola che ricordo con più affetto si chiamava Clara. Pensa che ancora oggi è la mia migliore amica. Clara, a scuola, era calma e studiosa. Spesso mi consolava se sbagliavo un compito e mi aiutava se dovevamo fare un disegno, perché era molto brava.”

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7)Lorenzo: “Che rapporto avevi con la tua maestra?”

Nonna: “La mia maestra era molto comprensiva e dolce. Mi metteva a mio agio e raramente mi rimproverava. Un ricordo piacevole di lei è legato all’esame di V elementare: nei pomeriggi precedenti all’esame tutti noi bambini andavamo a casa sua per ripassare. Viveva in una casa in mezzo ai campi, con le galline libere di girare nel cortile, e ci offriva sempre la merenda.”

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8)Lorenzo: “Come si svolgeva la tua giornata a scuola?”

Nonna: “La scuola iniziava alle otto e trenta. Prima di iniziare la lezione, la maestra ci controllava se le unghie erano pulite. I bambini che avevano le mani sporche venivano rimproverati ed accompagnati in bagno a lavarsele con acqua fredda. In determinati periodi dell’anno poi ci controllava se avevamo i pidocchi nei capelli. Le bambine con i capelli lunghi dovevano avere la coda di cavallo o le trecce. Il grembiule, di colore nero, inoltre doveva essere sempre pulito. Terminati questi controlli, la maestra ci faceva recitare una preghiera. Dopo iniziavamo con le lezioni vere e proprie. Studiavamo molte materie simili a quelle di oggi come: aritmetica, geometria, scienze, italiano, storia, geografia, disegno, religione, canto e ginnastica. Altre erano diverse come, ad esempio: bella scrittura ed educazione tecnica, che per le bambine era il ricamo. Non avevamo gli zaini come i vostri ma delle cartelle in cuoio o anche solo una cinghia elastica per tenere i libri. Avevamo solo due libri: un sussidiario ed un libro di lettura. Dovevamo portare, inoltre, un quaderno a righe, uno a quadretti e un astuccio che di solito era di legno. Ogni banco aveva il calamaio, che tutte le mattine il bidello riempiva di inchiostro. Purtroppo era molto difficile scrivere con il pennino senza fare macchie sul quaderno e la maestra valutava anche questo aspetto.  Mi ricordo che in italiano dovevamo imparare molte poesie a memoria ed in aritmetica dovevamo fare tante operazioni sul quaderno. Chi non faceva i compiti o non stava attento in classe veniva punito dalla maestra e doveva passare qualche minuto dietro la lavagna o, nei casi più gravi, riceveva una bacchettata sulle mani, ma questo succedeva molto raramente. Avevamo dei compiti da fare a casa, ma erano molti meno di quelli che avete oggi. I voti andavano dallo zero al dieci e la maestra correggeva i compiti con una matita bicolore blu e rossa: gli errori lievi venivano segnati con il colore rosso, mentre gli errori più gravi con il colore blu. Le pagelle venivano consegnate ogni tre mesi, con i voti espressi in numeri e c’era anche il voto in condotta, per cui si poteva essere bocciati.”

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9)Lorenzo: Com’era la tua scuola?”

Nonna: “La scuola era al centro del paese ed era stata ricostruita dopo la guerra, quindi, quando la frequentavo io, era nuova. Le aule erano ampie con il soffitto alto al piano terra, mentre al piano superiore erano più piccole.”

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Lorenzo: “Come raggiungevi la scuola?”

Nonna: “La mia scuola era molto vicina a casa, per cui andavo a piedi, ma avevo molti compagni che abitando in campagna venivano sempre in bicicletta, poiché non esisteva lo scuolabus e poche famiglie possedevano un’automobile.”

 

10)Lorenzo: “Quanto tempo dedicavi ai compiti?”

Nonna: “Andavo a scuola tutti i giorni, tranne giovedì e domenica, dalle otto e trenta alle dodici, e dalle quattordici alle sedici, quindi non avevo molti compiti, che svolgevo quando tornavo a casa. Normalmente studiavo al massimo un paio di ore al giorno.”

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11)Lorenzo: “Cosa facevate durante l’intervallo?”

Nonna: “Non mi ricordo molto relativamente alla ricreazione. Mi pare durasse circa dieci o quindici minuti. Non uscivamo dall’aula, ma stavamo in classe restando spesso seduti al nostro banco. Non ci era permesso giocare, ma solo fare merenda e chiacchierare.”

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 12)Lorenzo: “Ti ricordi qualcosa di divertente che è accaduto a scuola?”

Nonna: “Il ricordo più divertente è stato partecipare alla scrittura di alcuni articoli per una specie di giornalino della classe. Ricordo che io avevo raccontato che una gatta aveva allattato dei coniglietti rimasti orfani. Mi piaceva scrivere questi articoli, ma ancor di più poter leggere quelli dei miei compagni perché raccontavano le loro esperienze o avventure.”

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13)Lorenzo: “Ti ricordi qualche episodio triste?”

Nonna: “Sinceramente non mi ricordo episodi tristi accaduti durante la scuola elementare, forse però, quello che mi è rimasto impresso è quando il bidello un giorno entrò e disse al mio compagno Guglielmo che suo papà era morto in un incidente, schiacciato dal trattore.”

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14)Lorenzo: “Che idea avevi della scuola quando la frequentavi e che idea hai adesso?”

Nonna: “Ho sempre avuto un grande senso di responsabilità, quindi per me la scuola è sempre stata un dovere, cioè era il mio lavoro. I miei genitori andavano nella vigna e nei frutteti ed io dovevo andare bene a scuola. Quando ci ripenso ricordo con malinconia quegli anni spensierati e di un’Italia che non c’è più.”

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15)Lorenzo: “Cosa pensi della scuola di oggi?”

Nonna: “Sicuramente nella scuola di oggi gli argomenti vengono maggiormente approfonditi: pensa solo al fatto che tu alle elementari avevi circa dieci libri, mentre io ne avevo solo due. Inoltre mi sembra che la scuola di oggi richieda molto più impegno di quella che frequentavo io. D’altra parte, però, penso che ai miei tempi ci fosse più rispetto per gli insegnanti e le loro scelte e metodi erano insindacabili.”

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Lorenzo Mantelli

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