BUSSOLE PER IL DOMANI
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Il quattordici novembre duemilaventitré sono venuti nella nostra classe due Maestri del Lavoro, ovvero persone ormai in pensione a cui è stato attribuito dallo Stato un riconoscimento per essersi distinti nel loro ambito lavorativo.
Il loro contributo è stato molto utile e importante a noi per cominciare ad entrare nel mondo del lavoro, per sapere come approcciarci in determinate situazioni e per imparare a comunicare con tutti. PREPARAZIONE, COSTANZA E UMILTA’ sono le chiavi che ci hanno suggerito per entrare con il piede giusto nel mondo del lavoro conoscendone pregi e difetti. Queste parole ci insegnano che mettere solo il sapere in tutto ciò che facciamo non è mai abbastanza, bisogna metterci impegno e passione e tanto sacrificio, per questo ci hanno ripetuto più volte che la scelta della scuola superiore di secondo grado non cambia solo le scelte lavorative che potremmo compiere nel futuro ma ne varrà anche il nostro umore e le nostre emozioni.
Cos’è il lavoro?
Cosa voglio fare nel mio futuro?
In quale settore vorresti lavorare?
Sono le domande essenziali che ci hanno sottoposto, solo alcuni di noi hanno saputo rispondere, noi siamo convinti che nel cuore, ognuno, sappia cosa vuole essere ma purtroppo per alcune ragioni come le aspettative dei propri cari, o la pigrizia che tiene incatenati ognuno di noi alla “normalità”; queste idee rendono la mente uno strumento che ti porta a ragionare su un prototipo di persona che si pensa come giusto. Ma soltanto osando noi possiamo raggiungere i nostri obiettivi; spezzando le catene del pregiudizio e delle volontà altrui. I Maestri del Lavoro ci hanno insegnato anche che il lavoro è anche una questione di adeguamento alle situazioni e di flessibilità mentale, questo serve per poter lavorare serenamente con le altre persone che ci circondano; e se ogni lavoratore o compagno che sia tutti potremmo essere più sereni e produttivi. Inoltre ci hanno detto non c’è un lavoro migliore di un'altro, che tutti sono importanti semplici o complessi che siano, ma sono belli solamente se sono la rappresentazione di noi stessi, altrimenti c’è il rischio che il lavoro diventi per noi una prigione dove stare chiusi per quasi metà della propria vita.
“La pigrizia può sembrare attraente, ma è il lavoro a darti soddisfazioni”
(Anna Frank).
Arianna Affini
Lorenzo Vighi