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IL BINARIO DELLA MEMORIA

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La mattina del 23 marzo 2023 noi, classe III A di Rivarolo Mantovano, ci siamo recati in visita d’istruzione a Milano. Innanzitutto, abbiamo visitato il Memoriale della Shoah. Appena entrati, una scritta su un muro fatto con binari fusi e pietra, ci ha profondamente colpito: INDIFFERENZA. Questa parola l’ha desiderata Liliana Segre, deportata anche lei da questo binario, per ricordare a chi entra che se si è indifferenti si è complici, come i cittadini di Milano che vedevano partire questi vagoni colmi di persone ma non hanno mai fatto nulla per fermare questa tragedia. La guida ci ha spiegato che tra il '43 e il '45 oltre alla posta, e in precedenza usati per il trasporto dei cavalli, partirono anche persone: oppositori politici, questi deportati in campi di concentramento, ed ebrei, i quali invece venivano mandati nei campi di sterminio. I primi venivano allontanati dalle loro abitazioni in quanto antifascisti o antinazisti, anarchici, operai, criminali comuni, Testimoni di Geova, omosessuali, Sinti e Rom, ecc… Prima delle deportazioni il luogo designato per il trasporto di merci e in seguito di persone era invece utilizzato come sala da ballo accessibile ad ognuno. Noi troviamo che il cambiamento di quest’ultimo sia davvero agghiacciante: da essere motivo di divertimento e di svago è diventato un ambiente di terrore. Dopo questa introduzione, la guida ci ha portato all’interno di un vagone che in passato è stato realmente usato per il trasporto di persone e appena entrati ci siamo resi conto di quanto i deportati fossero stipati in quel piccolo vagone; venivano trattati proprio come delle merci. Dopo essere scesi ci siamo trovati di fronte un grande tabellone con sopra scritti i nomi delle persone deportate. In arancione erano segnati i nomi dei sopravvissuti ai Lager e ci siamo resi conto che la percentuale era davvero bassa. Infine siamo entrati in una stanza buia illuminata da una luce gialla abbagliante che è servita a farci riflettere sulla sofferenza provata dai deportati. Durante questa visita guidata abbiamo provato ad immedesimarci negli uomini costretti a salire su dei treni con destinazione sconosciuta. Abbiamo percepito la sensazione di venire rinchiusi in uno spazio strettissimo e il sentirsi disorientati e persi visto che si costretti ad abbandonare il proprio mondo e la propria identità, venendo catapultati troppo velocemente in una realtà completamente estranea al proprio vivere quotidiano. Questo luogo ci ha fornito molteplici spunti di riflessione: ci siamo resi conto di aspetti che non possiamo cogliere dai libri ma solamente provando questa esperienza dal vivo, come ad esempio l’aria pesante che c’era intorno a noi, colma di tristezza e rassegnazione. Siamo giunti alla conclusione di non poterci immedesimare fino in fondo nei deportati: non potremo mai capire del tutto la loro enorme sofferenza, ma solamente a grandi linee, visto che per saperlo davvero bisogna provare sulla propria pelle tutto il dolore di venire strappati dalle proprie case e de dai propri cari. 

Questa visita d’istruzione ci ha interessato molto proprio perché, come abbiamo spiegato in precedenza, ci ha dato spunti di riflessione e fornito differenti punti di vista.

Dopo questa esperienza ci siamo recati al planetario di Milano, dove la guida ci ha mostrato come sarebbe il cielo se non ci fosse l’inquinamento luminoso e anche i vari “inganni” presenti nel nostro sistema solare, come ad esempio la distanza fra la Terra e il Sole, che a noi sembra breve ma in realtà è enorme. Questa esperienza ci è piaciuta molto perché ci ha permesso di apprendere nuove conoscenze molto interessanti e di osservare fenomeni non visibili a occhio nudo. 

 

Greta Federici

 Miryam Pini

 Lavina Kaur 

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