LE MIE URLA SULLA PELLE
PREMESSA:
TESTO LIBERAMENTE ISPIRATO ALLA STORIA DI NICOLE. DA QUANDO AVEVA 14 ANNI SOFFRE, MA SOLO POCO TEMPO FA HA AVUTO IL CORAGGIO DI FERMARSI E RACCONTARSI… (ci siamo immedesimate in lei)
La mia storia, 21 anni
1/10/22
Ho smesso da un mese di tagliarmi. A 14 anni mi chiesi per la prima volta: cosa posso fare per sentirmi meglio? Il mio dolore è una soluzione ai miei problemi? Ho trovato le risposte solo provando sulla mia stessa pelle…
Odiavo essere me stessa. Quando ero in mezzo ad altri in realtà ero solamente io ed io. Tenevo dentro il dolore, l’ansia e la rabbia da troppo tempo. Sentivo il bisogno di esprimermi. Non riuscendo a parlare con nessuno, l’unico modo era renderlo visibile. Sentivo di meritarlo.
È partito tutto da dei piccoli tagli con una lametta in bagno, per poi diventare un problema serio. Ero a casa da sola. I miei genitori lo hanno scoperto solo sei mesi dopo, in estate. Il male era insopportabile ma mi sentivo soddisfatta. L’angoscia, però, era ancora presente. Successivamente mi sono accorta che non aveva funzionato, mi sentivo inutile, i sensi di colpa mi tormentavano e capivo che quel comportamento era diventato nel frattempo un vizio che avrei voluto fermare, ma non ne avevo le forze. Non sopporto l’idea di ripensarci, ma se la mia esperienza può aiutare altre ragazze, sono disposta a farlo. Voglio trasmettere la voglia di rinascere e la speranza nelle famiglie. Tagliarmi rendeva il disagio più gestibile, era come farlo scorrere fuori insieme al sangue. Dovevo distrarmi, “curarmi” dai miei pensieri, da me stessa. Ma quella cura era diventata veleno. Sentivo come se la mia mente fosse intrappolata in un corpo ricoperto di ferite. Il nostro fisico non merita di essere una vittima, il mio era diventato la mappa del dolore che provavo. Avevo perso la mia dignità e anche la libertà di essere me stessa.
L’autolesionismo è più frequente tra le ragazze dagli 11 ai 24 anni. Questo è il periodo più fragile nella vita di un giovane. Le cause dell’autolesionismo possono essere tante. Le più comuni sono legate all’ambito scolastico, lavorativo, relazionale e di autostima. Anche il bullismo e il cyberbullismo o i disturbi alimentari portano all'autolesionismo. Non sono solo i tagli, ma anche le bruciature, ingerire sostanze tossiche, fare incidenti apposta per autodistruggersi.
I social ci mostrano ogni giorno dei canoni di bellezza irraggiungibili che influenzano il nostro essere. Il giudizio degli altri e i paragoni si riflettono su ciò che pensiamo di noi stessi. Non è colpa mia.
Solo ora mi sono resa conto di una fortissima contraddizione presente in quello che facevo: mi tagliavo per dimenticare l’amarezza, ma i tagli sono indelebili, ogni volta che li guardo mi ricordo della mia vita, l’adolescenza, che non mi sono potuta godere e che nessuno potrà farmi rivivere.
Talvolta mi è capitato di chiedermi: come farò a rinascere? Chi sarà disposto ad aiutarmi, a tendermi la mano?
Credo che per mettere un punto a questa situazione ci sia bisogno di convincere noi stessi: vedendo i miei genitori piangere ho trovato la forza di smettere. Inoltre ho fatto un percorso specializzato con la psicologa e la psichiatra. Faccio ancora fatica ad accettarmi, ma sono orgogliosa di me stessa che piano piano ci sto riuscendo.
Fanetti Emma
Greco d’Alceo Aurora
Makishti Silvia
Indries Eliza
con la partecipazione di: Chizzoni Sofia
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