top of page
don-primo-mazzolari-1024x683.jpeg

L'INCANTO SOTTRATTO

In occasione delle vacanze del periodo pasquale la professoressa di italiano ci ha dato come unica consegna quella di leggere un libro, più precisamente un diario, intitolato “Diario di una primavera”. Si tratta di annotazioni giornaliere scritte dalla persona grazie alla quale il paese di Bozzolo è conosciuto: Don Primo Mazzolari. Nelle pagine scritte dal sacerdote vengono riportate domande, dubbi, racconti, rivelando le sfumature più tenere della sua anima. I suoi appunti sono scritti con parole molto semplici e genuine che provengono dal cuore di un uomo SOLO, questo diario prende luogo in un periodo fondamentale e difficile della vita di Don Primo (1945). Egli, infatti, era costretto a rimanere chiuso in una stanza disagevole e angusta, situata al piano superiore della sua stessa casa, per nascondersi dalle brigate nere che lo ricercavano dato che era ritenuto uno dei nemici del regime di Salò. 

Se dovessi scegliere una parola che possa riassumere tutti i suoi pensieri e le sue riflessioni io userei: Meraviglia. Il cuore di Mazzolari batte per ammirare la bellezza che lo circonda. Egli possiede la capacità, ormai quasi estinta all’interno della società moderna, di sapersi incantare davanti alle opere create da Dio.


“8 Marzo, ore 8

Il solito vento di marzo e nubi che hanno tutti i colori. Un po’ di pazzia è un ingrediente che fa la primavera. La saggezza della natura non è mai monocorde, ma ciò che è soltanto della natura, è il fatto che la varietà non è mai disarmonia e che l’accordo abbraccia ogni cosa, come se ogni cosa rispondesse a un magico e invisibile orchestratore. Una domanda: l’uomo può sottrarsi all’intonazione del giorno? E un tale sforzo, qualora lo potesse, gli giova?

Forse tante nostre infelicità derivano da questo mancato accordo con la natura, come se noi non fossimo partecipi d’essa: Tutto si tiene, ed accettare di vivere in comunione non è una diminuzione, ma una pienezza.”

Quella riportata qui sopra è una delle mie pagine preferite de "Diario di una primavera”. Secondo Mazzolari la natura è armoniosa, non si può mai trovare una nota stonata all’interno di questa melodia, per lui è come se tutte le creature della terra appagassero un prodigioso ed immateriale condottiero, che ovviamente è il Signore in cui crede. 

Primo è enormemente grato per la bellezza che lo circonda, egli riesce ad assaporarne solo una minuscola parte: quella che si presenta davanti alla finestra del suo nascondiglio, unico ponte che lo congiunge con il mondo esterno. Ciò che da forza al prete in gabbia è il desiderio di libertà, egli non vede l’ora di rigustare tutto in un solo colpo la bellezza, il fascino di cui è stato privato per tanto tempo. È stato privato o ha deciso di privarsene, di rinunciare ad essa? Credo che Don Primo abbia dovuto compiere una grande scelta, una delle Scelte della sua vita. Godere di limitate note armoniose o rimanere sordi per sempre?

“L’uomo può sottrarsi all’intonazione del giorno?” Gli interrogativi che si pone Primo sono più grandi di noi: lui cerca di comprendere il volere di Dio, ciò che l’Altissimo ha progettato per la sua vita. 

Don Primo Mazzolari conclude la riflessione in data 8 Marzo 1945 dicendo che, forse, il mancato accordo con la natura, la nota stonata, provoca in noi un sentimento di infelicità, di malinconia. Condivido pienamente questa sua considerazione: in questo caso, l’assenza di bellezza, ci fa sentire vuoti, soli e demotivati.

Nonostante tutto quello che accade nella sua vita il prete è un uomo speranzoso, egli auspica che le leggi del mondo seguano quelle della natura, pone fiducia in quel che desidera vedere. Allo stesso tempo, però, ha paura di cedere alla seta folle di libertà, questa è la conferma: anche lui è umano, ha paura.

​

Emma Fanetti

bottom of page