top of page

L’INIMMAGINABILE

​

​

​

​

​

25 gennaio 2022. Un mese prima del conflitto.

 

Mi chiamo Volodymyr Zelensky e sono Presidente dell’Ucraina dal 20 maggio 2019. Oggi è il mio compleanno, compio 44 anni. Ho origini ebraiche e sono madrelingua russo. Fin da piccolo ho sempre vissuto in un clima sereno caratterizzato da divertimento, gioia, concerti, viaggi, rappresentazioni teatrali, show in televisione. Dopo la maturità mi sono iscritto all’Università di giurisprudenza di Kiev e nel 2000 mi sono laureato. Pur essendo appassionato di legge sentivo un forte legame con la recitazione. Nel 2003, io e dei miei amici, abbiamo fondato la casa di produzione “Kvartal 95” e siamo stati i protagonisti di molti film. Sempre in quell'anno ho sposato Olena Kyashko. Siamo una coppia semplice, ironica, amata dal pubblico. Abbiamo due figli: una femmina del 2004 e un maschio del 2013. 

Perché un comico come me è diventato Presidente dell’Ucraina? Mi sono candidato come Presidente il 31 dicembre 2018, mentre trasmettevo in televisione una puntata di “Servitore del popolo”. Io interpretavo Vasyl Holoborodk, un insegnante di storia diventato Presidente dopo aver acquisito molta notorietà grazie a un video in cui parlava indignato della corruzione. Ho trasformato la finzione in realtà. Non avevo mai fatto esperienze politiche, non sapevo governare e non avevo una candidatura da presentare ai miei elettori. Tutti pensavano fosse uno scherzo, ma si sbagliavano. La campagna elettorale mi aveva addirittura premiato al primo turno di elezioni. Petro Poroshenko era stato Presidente ucraino per gli ultimi cinque anni e si era ricandidato. Sono riuscito a vincere con il 73,2% dei voti, senza usare i social, la televisione o i giornali per farmi pubblicità. Poroshenko non aveva mantenuto le sue promesse come Presidente, quindi aveva perso popolarità. La mia candidatura ha suscitato nei cittadini la curiosità, la voglia di cambiamento. Speravo di non deluderli, e così è stato. Sto dimostrando a me stesso e a tutti di essere una persona intelligente, resiliente, vigorosa, responsabile, di fiducia, che ha cura nelle sue scelte, altruista.

 

24 febbraio 2022. Inizia il conflitto

Sono le 5:05. Quell’attimo ci ha cambiato la vita. Mi trovo a casa mia, al Palazzo Mariinskij a Kiev. Fuori dalla finestra sta succedendo qualcosa che non mi sarei mai immaginato. Non capisco, quello che provo è indicibile. Sento le urla, i forti rumori delle sirene e di un bombardamento. È stato sicuramente provocato dalle Forze armate della Federazione russa sotto il comando di Vladimir Putin. Lui aveva già minacciato di attaccare ma, per ora, i motivi sono incomprensibili. È dal 2014, con la guerra nel Donbass, che ci sono grandi tensioni tra l’Ucraina e la Russia. Putin ha sempre avuto un’incontrollabile sete di sfida e di potere. Ho paura ma non posso aspettare, i cittadini hanno bisogno di me. Devo intervenire immediatamente per proteggere e tranquillizzare la mia Patria. Solo la solidarietà, la determinazione e il dialogo possono preservare la nostra libertà. 

 

25 febbraio 2022. La popolazione ucraina è sotto shock, non posso mollare.

 

Io resto qui, a Kiev, non voglio scappare. Sono passate poche ore e sono già morti 137 militari ucraini senza neanche una degna sepoltura, e 316 sono feriti. Case, palazzi, ospedali, scuole sono state distrutte da missili e incendi. Tutti gli uomini sono obbligati a combattere. Donne e bambini devono trovare la forza di prendere le loro cose più importanti e andare nei bunker segreti o via dalla città. Per la prima volta anche loro imbracciano dei fucili. 

Gli aerei ucraini stanno cercando di proteggere il territorio. L’ultima volta che siamo stati attaccati è stato nel 1941 dai nazisti. In Russia molti cittadini hanno protestato contro questa guerra, ma sono stati arrestati. Putin ha bloccato ogni mezzo di comunicazione. Alcuni Paesi dell’Europa e dell’America ci stanno aiutando donando cibo, vestiti, soldi, cure e armi. Migliaia di ucraini si sono rifugiati soprattutto in Romania e in Polonia, ma non saranno zone sicure ancora per molto. Questa guerra non tocca solo noi, ma tutto il mondo. Abbiamo bisogno di entrare a far parte dell’Unione Europea e della NATO. Io non tollero la violenza perché nega ogni forma di pace, ma dobbiamo difenderci in qualche modo. Nessuna guerra è giusta. Anche se viene vinta, milioni di vite vengono sacrificate. Non possiamo sapere se questo orrore avrà una fine, per ora restiamo uniti e teniamo duro.

​

24 febbraio 2023. Un anno di guerra.

 

Sono successe molte cose, nonostante tutto l’Ucraina resiste. Non si sente parlare tanto della guerra come prima. Le donazioni non circolano più. La situazione infatti è migliorata, ma non del tutto. Siamo riusciti ad entrare nella NATO. Ci siamo candidati per l’UE, ma ci vorrà ancora molto tempo per decidere se accettarci. Durante la commemorazione di oggi, presso la Piazza Santa Sofia di Kiev, ho ribadito che il 2023 sarà l’anno della vittoria. Sono fiero del nostro popolo. Il mio carattere è cambiato, ho aperto nuovi orizzonti. Non mi sento superiore ai soldati, anzi. Non mi vesto più in modo formale. Indosso felpe e maglioni militari, pantaloni comodi e scarponcini, per essere visto pari a loro. Sono stato nominato “alfiere della democrazia liberale” e “uomo dell’anno” da parte del quotidiano britannico Financial Times. In una foto in prima pagina ci sono io, la guida, lo spirito ucraino con uno sguardo fiero verso il futuro. Non ho più paura perché non sono solo a lottare. Attorno a me sono rappresentate persone coraggiose con in mano la bandiera ucraina, e dei girasoli, simbolo del sole, della luce, dell’allegria, della speranza. 

 

Eliza Indries

Denisa Sarbu

Rebai Yassin

zelensky.jpg
bottom of page