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DISTRUGGIAMO PER PARLARE 

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Il vandalismo è la tendenza a rovinare, distruggere, guastare senza necessità e senza ragione apparente. Esistono diverse forme di vandalismo con diverse forme di gravità.

La prima è il vandalismo puro e semplice che le persone solitamente compiono per mettersi in mostra, come ad esempio quella persona che tempo fa ha percorso a bordo di uno scooter una parte del parco archeologico degli scavi di Pompei. Oppure uno sceicco che voleva percorrere col suo Suv la scalinata di Trinità dei Monti a Roma.

Chi compie questi gesti non ha obiettivi da raggiungere, non vuole trasmettere nessun messaggio se non quello di mettersi in mostra e dimostrare che non ha paura di trasgredire le regole. Uno dei vandali più “famosi” d’Italia è Pietro Cannata che negli ultimi vent’anni ha deturpato molte opere d’arte, come “Ercole e Caco” a Firenze e il “David di Michelangelo”. Il motivo? Non gli piacevano. Se pur di minore importanza e risonanza mediatica, in questa tipologia rientrano anche alcuni casi avvenuti nella nostra zona, dove mini gang di ragazzini, hanno commesso atti vandalici nei cimiteri oppure hanno danneggiato auto in sosta; e solo per fare delle bravate e per dimostrare la loro “apparente” forza. 

Un altro tipo di vandalismo è quello legato alle ideologie, ad esempio le scritte neonaziste o di altre ideologie estremiste fatte su monumenti e su muri pubblici. Ci sono anche le bravate compiute a scuola, come accaduto nella scuola media di Porcari, vicino a Lucca, dove un gruppo di studenti ha imbrattato i pavimenti del proprio istituto con scarabocchi e svastiche.

Si verificano spesso atti vandalici anche da parte delle tifoserie, perché è capitato più volte che, in preda alla gioia per la vittoria della propria squadra o alla rabbia per la sconfitta, i tifosi abbiano rovinato monumenti pubblici come ad esempio è successo a Roma nel 2015, dove la fontana del Bernini in piazza di Spagna ha subito diversi danni ed è stata riempita di immondizia.

Ci sono infine associazioni, come “Ultima Generazione” che è conosciuta perché compie atti di disobbedienza civile non-violenta per attirare l’attenzione mediatica, politica e pubblica. Questi attivisti si occupano di sensibilizzare le persone sul tema del cambiamento climatico, che sta creando un vero e proprio disastro ambientale; secondo noi però, utilizzano un approccio sbagliato: il vandalismo.

Alcune delle loro azioni più note sono blocchi stradali, sit-in ai musei, ma soprattutto danneggiamenti di opere d’arte, edifici pubblici e monumenti con vernice lavabile. Ad esempio quest’associazione, nell’ultimo anno, ha imbrattato i muri del Senato a Roma e di Palazzo Vecchio a Firenze, buttato vernice contro il dipinto di Van Gogh “Il seminatore” e, ultimo proprio di ieri, gettato del liquido a base di carbone vegetale, nella fontana di Trevi a Roma.   

Questi ragazzi non vogliono mettersi in mostra senza motivo, come accade per gli altri casi sopra elencati, ma vogliono far capire a tutti che ci si sbaglia a non accorgersi dei gravi danni causati dal cambiamento climatico e dall’inquinamento che provochiamo ogni giorno coi nostri gesti. 

Gli atti vandalici sono però dei reati che possono essere denunciati alle autorità da qualsiasi persona che ne venga a conoscenza. Dopo le ultime azioni vandaliche, è stata introdotta una legge che punisce con pesanti sanzioni chiunque distrugga, deteriori, danneggi beni culturali. Le sanzioni più note sono il carcere e multe di importi molto alti. 

Per riuscire a farsi ascoltare non si dovrebbero danneggiare monumenti o beni pubblici ma occorrerebbe trovare il modo di comunicare quello che si pensa con altre forme che non vadano a distruggere un patrimonio che è di tutta l’umanità. Ultima Generazione ha degli ideali sensati e dei buoni propositi ma non li mette in pratica nei modi corretti. Si potrebbero mettere in atto diverse iniziative per sensibilizzare le persone sui danni portati dal cambiamento climatico. Ad esempio potrebbero scrivere su siti internet ad alta visibilità, organizzare incontri ed iniziative per esprimere la loro opinione e discutere pacificamente di questi problemi accettando di confrontarsi anche con le idee di chi la pensa diversamente.

Se si arriva a rovinare i beni pubblici, si passa dalla parte del torto e si rischia di rovinare anche la credibilità di ciò che si vuole trasmettere.

Valentina Fantini

Giulia Micheli

Elisa Poli

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