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VITTORINO DA FELTRE

 

Sin da piccolo ho potuto godere del privilegio dell’istruzione, soprattutto grazie a mio padre, che è stato in grado di garantirmi un’educazione di alto livello, nonostante la difficile condizione economica in cui la mia famiglia versava. Talvolta riaffiora tra i miei pensieri il ricordo della mia infanzia a Feltre e penso alla mia famiglia, alla mia casa quasi dispersa tra le montagne, a quel piacevole silenzio interrotto solo dal gentil soffiare del vento. Nonostante la nostalgia di casa mi abbia sempre accompagnato durante il mio viaggio terreno, e continuerà a farlo, non ho dubbio alcuno sul fatto di aver intrapreso il percorso che più ha giovato alla mia persona e alla mia mente. 

Non ho provato rimorsi per le scelte che ho deciso di intraprendere e non mi sono vergognato nel momento in cui alcune di esse si sono rivelate poco efficaci.

Ed ora, mentre cammino per i corridoi della mia Ca’ Zoiosa e ripenso a tutta la strada che ho attraversato per giungere a questo traguardo, posso solo ringraziare me stesso per avere sempre confidato nelle capacità della mente umana, se ben sollecitata, e per non aver mai lasciato andare le redini del mio intelletto. La scuola deve mirare a garantire ideali che possano formare individui capaci di affrontare il loro futuro, con maturità e consapevolezza, concetti alla base dello sviluppo dell’apprendimento e del pensiero critico degli studenti. Tuttavia, è altrettanto necessario comprendere che la punizione, sia fisica che verbale, non sia certamente il miglior strumento finalizzato ad incrementare lo sviluppo cognitivo dell’alunno, salvo rare eccezioni. Per questi motivi, all’interno del mio Istituto, gli studenti sono sottoposti allo studio delle Arti Liberali, suddivise in Trivio e Quadrivio, necessarie per accedere agli studi universitari. Naturalmente, anche l’insegnamento della dottrina cristiana e l’attività ginnica rivestono considerevole importanza nel corso della giornata; la disciplina della lotta, ad esempio, contribuisce alla formazione dell’alunno da un punto di vista fisico, costituendo anche un importante momento di distrazione dall’impegno intellettuale dello studio. 

Ancora oggi per me lo studio è una costante, ed è così che combatto l’incostanza e il disimpegno, di modo che il mio comportamento sia esempio per gli studenti, indiscriminatamente.

Mi auguro che l’esperimento della Gioiosa possa essere una palestra per la formazione di grandi uomini, indipendentemente dalla loro condizione d’origine.

 

 

 

Educatore e umanista, Vittorino de Rambaldoni nasce a Feltre nel 1378 circa. Verso il 1396 si reca a Padova per studiarvi e successivamente diventa docente presso l’Università. Nel 1423 fonda a Mantova, dove viene chiamato da Gianfrancesco I Gonzaga, in una villa gonzaghesca, già denominata "zoiosa" e ribattezzata da lui "giocosa", la prima scuola realizzatrice degli ideali umanistici fusi con lo spirito cristiano, ai fini di un'integrale formazione della personalità. Ai figli e alle figlie dei Gonzaga, ai quali in origine la scuola era destinata, si aggiungono poi Federico da Montefeltro, Giberto da Correggio e via via tanti altri alunni, fino a settanta, italiani e stranieri, appartenenti a classi sociali diverse, anche poveri, ospitati questi per carità. La giornata trascorre in un intenso lavoro, in cui le occupazioni della mente si alternano con esercizi ginnici e guerreschi. La sua scuola durerà ancora vent'anni dopo la sua morte e costituirà una grande fucina di capi di stato, come i Gonzaga e i Montefeltro; condottieri, prelati, educatori. Vittorino non lascia scritti, ad eccezione del trattatello De Orthographia e di alcune lettere. Il suo pensiero, il suo messaggio, sono dunque esclusivamente da ricercare nel pensiero dei suoi allievi.

Caterina Canevari

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