IL CONTINENTE PIU' PROFONDO
Sin da bambina ho sempre voluto capire me stessa, i miei comportamenti e ciò che volevo diventare da grande. Volevo studiare la mia mente e saper comprendere le parti più nascoste del mio mondo senza che nessuno ne fosse a conoscenza; amavo ascoltare le persone e cercare di dare loro consigli in modo da far ragionare anche la mia testa con i loro problemi e sentimenti. In terza media ho capito quale sarebbe stato ciò che ho bisogno di essere, un’altra parte di me stessa che possa arrivare a sistemare quel puzzle appena aperto: diventare una psicologa potrebbe fare al caso mio. Non voglio fare aggravare le mie situazioni sfogandomi con qualcuno, oppure che una persona mi regali un po’ della sua compassione.
Per diventare una psicologa si deve essere una persona empatica, che non giudichi i problemi degli altri cercando di sminuirli. Le cose si devono risolvere con calma, accompagnando il paziente in un percorso lungo ma efficace, che poi porti al benessere mentale e anche fisico.
Con impegno e costanza dovrò proseguire i miei studi e se, in futuro, finite le scuole superiori, vorrò esercitare questo tipo di professione, il cammino davanti a me sarà ancora molto lungo da percorrere. Per avere le necessarie, piene conoscenze e un titolo di laurea magistrale si devono frequentare sei anni di studi universitari. Il percorso sarà molto intenso e impegnativo e per ottenere la prima laurea sarà necessario superare gli esami del primo triennio di studi e nel caso volessi specializzarmi in un campo specifico dovrei fare altri tre anni di specializzazione, superati i quali otterrei la Laurea magistrale.
A me piacerebbe diventare una psicologa per gli adolescenti, perché sono certa di poter capire al cento per cento ciò che passano, i loro problemi famigliari e ogni ambito delle loro emozioni; cercherei di farli aprire al dialogo con molta calma e tranquillità, senza forzare le loro parole e capirli anche quando non saprebbero esprimersi.
La psicologia è una scienza che studia i miglioramenti emotivi di una persona, i suoi comportamenti, mettendo la psicologa nei panni del soggetto che si vuole aiutare per poter capire i suoi stati d’animo appieno.
Dal XVIII secolo, questo studio era considerato una filosofia, che comprendeva l’analisi della mente umana e non come una disciplina che si potesse studiare con metodi delle scienze sperimentali; solamente nel XIX secolo fu chiamata con il nome tecnico di “scienza”.
Nell’Ottocento nacque la psicologia scientifica, nonché lo studio di questa scienza tramite un metodo sperimentale, nel quale si cercava di ottenere la misura delle sensazioni, ovvero le percezioni di stimoli che vengono dati all’essere umano. Procedendo con questi “test”, i filosofi capirono che la mente umana non poteva essere misurata con un metodo sperimentale.
Ognuno di noi è diverso mentalmente dagli altri e non è possibile trovare delle regole di analisi uniformi per tutti, non può essere possibile formulare teorie che consentano di determinare, di mettere in dubbio o di far sentire differente qualcuno la cui mente non rientri entro schemi prefissati.
Secondo me, fra vent’anni, la richiesta di psicologi sarà maggiore rispetto a quella attuale. Dalla ricerca di alcuni dati statistici, risulta che la depressione tra i giovani è sempre molto più frequente e può portare alla tossicodipendenza o, nei casi più estremi, al suicidio.
Questi fattori potrebbero essere stati causati da stress scolastico, bullismo e cyberbullismo, problemi famigliari oppure anche dal desiderio di voler assomigliare alla massa, senza rendersi conto di star rovinando sé stessi.
Sono certa che fra vent’anni, gli adolescenti, porteranno sulle spalle molto stress e avranno molta meno vita sociale di quanta ne abbiamo oggi noi che non abbiamo ancora intrapreso la carriera lavorativa. Fra le possibili cause potrebbero esserci la pressione per l’imminente scadenza di una consegna o l’ansia dovuta allo sviluppo tecnologico troppo veloce, per cui si deve imparare ad utilizzare le innovazioni per essere sempre competitive sul mercato del lavoro.
A me piacerebbe occuparmi delle persone anche presso un ambiente più intimo, uno studio vicino a casa oppure all’interno di un istituto di cura. Anche collaborare con altri colleghi e lavorare in un’azienda sarebbe il mio sogno, in modo da avviare una relazione con persone che potrebbero avere intrapreso da poco un percorso di studio e lavoro come il mio.
Considero importante anche l’aspetto economico della mia futura professione, per essere indipendente e non dover dipendere dall’aiuto di qualcuno, ma più andrò avanti con gli anni, più le mie capacità organizzative saranno superiori e nonostante io sia consapevole del fatto che facendo la psicologa dovrei sia studiare per potermi aggiornare e anche lavorare, sarà un’impresa tosta ma che spero di essere in grado di portare a termine.
La mia famiglia non crede ancora molto in me, ma io sono sicura delle mie capacità e delle opportunità che mi saranno date e che saprò guadagnarmi. Desidero solamente poter capire le persone mettendomi nei loro panni per sentire ciò che loro provano, immedesimandomi nella loro personalità
Elisa Melegoni