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LA CLASSE ENTRE LES MURS

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Il film “La classe” è ambientato nella Parigi delle banlieues, la parte periferica della città, dove sta per iniziare un nuovo anno scolastico, tra alunni, genitori, professori e colleghi, ognuno con i propri problemi, sentimenti e sogni da realizzare. In particolare, il film, porta l’attenzione verso una classe dell’istituto che sembra avere moltissime problematiche al suo interno, ma che infondo non è così diversa dalle altre sezioni dell’edificio, qui oltre ai diversi profili dei ragazzi conosciamo Marin, professore di lettere, che cerca in tutti i modi di aiutare e motivare i suoi studenti, provando a trovare stabilità all’interno del gruppo classe e sperando di cambiare le sorti future dei suoi alunni. A incidere molto sulla vita di questi ragazzi è sicuramente il contesto di vita difficile, ma in fondo ci potrebbero essere delle similitudini con il nostro contesto di classe?

Osservando i comportamenti dei miei compagni e il clima all’interno dell’aula, mi sono resa conto di alcune, seppur poche, similitudini con il gruppo a cui insegna Marin, in particolare riguardo al discorso sul rispetto. In una scena del film Khoumba (un’alunna che fa parte della classe del professore di lettere) nel suo autoritratto scrive che non presterà più rispetto al professore finchè lui non lo darà a lei un problema che era emerso l’anno scorso dalla mia classe era proprio questo: molti compagni pretendevano rispetto dai docenti ma senza essere i primi a darlo. Fortunatamente quest’anno non ci sono stati problemi di questo tipo e la situazione all’interno della classe sembra essere migliorata molto, a partire dai comportamenti di alcuni dei miei compagni che sembrano progredire sempre di più.

Se dovessi scegliere all’interno di questo film un personaggio che mi assomigli particolarmente allora sarebbe Wei, un ragazzo trasferito da poco dalla Cina, ha varie difficoltà a parlare la lingua francese, ma ha ottime valutazioni e un comportamento più che adeguato. Il fatto di non riuscire ad esprimersi a causa della sua scarsa conoscenza della lingua, lo scoraggia molto, per questo è sempre silenzioso, non interagisce molto durante le lezioni, rinuncia ad entrare in relazione con gli altri compagni e preferisce giocare con i videogiochi. A peggiorare la sua situazione sono i problemi economici, che costringono i genitori a preparare un eventuale ritorno in Cina. Fortunatamente la scuola, dopo aver ricevuto questa notizia, decide di organizzarsi per aiutarlo e dargli una mano. Questo dimostra l’interesse dei professori nei confronti dei propri alunni, nonostante le loro condizioni di vita difficili. Anch’io, seppur non per lo stesso motivo, alcune volte tendo ad essere molto silenziosa e calma, mentre in altre cerco sempre di essere abbastanza interattiva, la mia partecipazione cambia molto in base alla lezione, ai professori e agli argomenti che vengono trattati, nei litigi di classe dovrei imparare a stare da parte e disinteressarmi, cosa che non faccio spesso, a differenza di Wei che sembra preferire non litigare con i suoi compagni. Non ci sono delle particolari scelte o azioni di Wei con cui sono in disaccordo, poiché è un ragazzo riservato che non attira troppo l’attenzione. 

La persona che invece mi ha irritato di più, durante la visione del film, è stata Esmeralda, un’alunna di Marin con dei comportamenti quasi sempre scortesi, maleducati e indifferenti nei confronti dei professori che cercano di aiutarla e coinvolgerla. Nel corso di un'assemblea in presenza dei professori, del dirigente scolastico e delle due rappresentanti di classe, tra cui lei, continuava a ridere e chiacchierare disturbando il clima della riunione e non prendendo seriamente il suo ruolo fondamentale, ovvero quello di comprendere i concetti, le tematiche e le problematiche più importanti per poi riferirle alla sua classe, invece, ha preferito peggiorare il clima e la situazione tra professori e alunni, creando disordine all’interno del gruppo classe, riferendo ai suoi compagni informazioni riservate e, soprattutto, non vere.

Ogni persona nel suo piccolo, può cambiare il clima all’interno della classe rendendola piacevole ed interessante, ognuno è libero di decidere quale persona essere, come diventare, come comportarsi e quale impressione dare. Credo che il ruolo di insegnante in questo film, così come anche nella realtà, è un lavoro che può cambiare le generazioni future, il modo in cui qualcuno vede se stesso e come gli altri vedono noi. La scuola è un luogo pieno di idee, opinioni e profili diversi, che apre la mente a moltissime strade e permette agli alunni di imparare a conoscersi.

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Sofia Chizzoni

Il personaggio a cui mi sono sentito più vicino è Souleyman non per la sua volgarità né per il suo modo sbagliato di agire contro i suoi compagni, ma perché nell'arco delle varie discussioni che ci sono state in classe, ho visto in lui una doppia personalità, nel suo modo di approcciarsi con la scuola e soprattutto con il prof si è mostrato testardo, svogliato e scurrile. Ma secondo me lui cerca, almeno apparentemente di portare soddisfazioni alla propria famiglia nell'ambito scolastico. Invece il personaggio che mi ha irritato di più è Esmeralda perché lei dovrebbe essere di guida alla classe essendo rappresentante, ma invece è il contrario, non prende seriamente il compito che le è stato assegnato, cioè quello di rappresentare la classe, per questo dovrebbe almeno invitare gli altri a dare il meglio di sé e aiutarli nelle loro difficoltà nell'esprimersi. Proprio per questo, nell'arco delle varie discussioni che ci sono state in classe, mi sono sentito di parteggiare dalla parte di Souleyman, Boubakar e Carl degli alunni presenti nella classe che secondo il mio punto di vista non vivono una vita semplice e la scuola aggiunge a loro uno stress in più, non per le materie e i voti, ma per le relazioni che hanno con i compagni con cui devono convivere ogni giorno. Essi come ad esempio Esmeralda si rivoltano sempre contro, mettendo a punto il loro lato molto oppositivo di rivolgersi contro i propri coetanei e questo li penalizza molto nel modo di essere giudicati dagli altri. Il gruppo di classe dopo questi atteggiamenti mi è sembrato molto immatura e quasi infantile perché soprattutto in questa fase adolescenziale in cui dovrebbero sapersi autogestire nel modo di parlare e di agire . È come se tutti gli alunni agissero senza essere consapevoli delle conseguenze che ci sono dietro ad ogni atto, ad esempio lanciare lo zaino in faccia alla propria compagna o rispondere in modo volgare ad una persona adulta che in questo caso è il prof. Questi gesti lasciano in classe un clima non molto sereno. Il prof infatti cerca di fare una lezione tranquilla ma essendo nuovo e non conoscendo i vari alunni è preso un po' in contropiede perché deve cercare di inserirsi nel modo migliore possibile per guadagnarsi il loro rispetto e per non essere giudicato male da loro. Vedendo questa situazione di altissimo disagio da parte sua mi sarebbe piaciuto essere in lui questo contesto scolastico perché vederlo in difficoltà a insegnare qualcosa di significativo per i propri alunni è qualcosa di molto brutto, non perché non sappia insegnare, ma perché gli alunni non si sforzano minimamente di fare proprie certi atteggiamenti significativi, e aiutarli nei loro punti critici sarebbe stato qualcosa di prezioso e soddisfacente. A tal punto che il professore, all'ultima lezione dell'anno, ha chiesto ad ogni alunno quale fosse l'argomento più chiaro e cosa avesse imparato per fare vedere che oltre al suo errore di terminologia contro l'alunna, che secondo me è causato dalla poca esperienza da insegnante. Ma voleva fare capire che ci teneva molto agli alunni e soprattutto al loro futuro. 

Gabriele Donato

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