IN-CONTRO AL LUPO
I ragazzi di delle classi terze delle secondarie di Bozzolo e Rivarolo Mantovano hanno potuto prendere visione di un’opera teatrale, “In-contro al lupo”, una storia di problematiche che toccano profondamente l’essere umano, attraverso gesti, musiche ben selezionate, sguardi, espressioni, atteggiamenti e poche alterazioni di narrazione. Hanno preso spunto da “Il lupo e l’agnello” di Papa Francesco. Gli attori sono giovani e adulti, e la maggior parte fanno parte della Parrocchia di Bozzolo e dintorni. Due generazioni a confronto che si trasmettono a vicenda i loro valori, i loro talenti. Alcuni avevano delle disabilità ma, hanno superato questa barriera trasformandola in un ponte di comunicazione tra noi spettatori e loro.
Vogliamo concentrarci sul titolo "In-contro al lupo”, ma chi è questo lupo? A chi stiamo andando in contro? Siamo fabbricanti di lupi, si dice che in ognuno di noi ci sono due tipi di lupo: uno bianco e uno nero, gli opposti. Quello bianco è comprensivo, altruista, quello nero egoista e indifferente. Come nasce il lupo? I lupi ce li abbiamo dentro di noi fin da piccoli. Rappresentano noi stessi e le nostre due personalità. La nostra essenza è una, ma prima di scoprirla e imparare a seguirla bisogna confrontarsi con gli altri, fare esperienze. Come capire quale lupo alimentare? È difficile perché molte volte il nostro pensiero è condizionato da quello degli altri. Risulta più facile andare in-contro al lupo nero, perché non costa fatica. Per far crescere quello bianco serve tempo, impegno, cura. Come amare il lupo? Per accettare quello che siamo dobbiamo comprendere tutti i nostri pregi e difetti. Una sfida quasi impossibile nella nostra società, ma noi dobbiamo provarci. Nessuno merita di essere lasciato indietro.
Una scena particolare è stata quando un uomo e una donna stavano immobili una davanti all’altro. Ad un certo punto sono arrivate due persone che hanno spostato la posizione dei loro corpi facendoli abbracciare. Dopo ne sono arrivate altre due che li hanno messi in una situazione di combattimento, e così via. Questo momento può essere interpretato da vari punti di vista. Queste persone possono aver manipolato le abitudini dell'uomo e della donna. Oppure le loro posizioni che cambiavano a seconda di chi avevano intorno, potevano rappresentare come venivano visti secondo la propria prospettiva. Il pensiero delle persone o la personalità dell’uomo e della donna che cambia a seconda di chi li circonda.
Un’altra esibizione che ci ha colpito molto è quella finale, dove ogni attore rimuoveva da un telo un pezzettino di stoffa. Quando tutti i pezzi sono stati tolti si intravedevano due figure, i due lupi di cui abbiamo parlato prima, uno più grande, quello bianco, e all’interno quello nero. Ognuno di noi ha qualcosa da raccontare, delle scelte da fare, delle strade da seguire. Tutto parte dalla nostra anima, dalla nostra voce interiore, da cosa vogliamo diventare. Spesso però non riusciamo a capire noi stessi, e non c’è alcun modo in cui qualcun altro possa farlo.
Inizialmente eravamo un po’ scettiche, ma ci è bastato poco per farci colpire da tutto: dalla musica adatta alla situazione, alla recitazione, ai modi di fare, ai gesti, alle parole della narratrice. Le parti recitate dagli attori non erano parlate. Tutta la storia è stata presentata con cura e serietà. Un modo di esprimersi così profondo, che nessuna persona superficiale e disattenta avrebbe compreso. Questa è una modalità per sollecitarci a ragionare su alcune prospettive di vita di cui spesso non ci rendiamo conto, o a cui non diamo la giusta importanza.
Silvia Makishti
Eliza Indries