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CAMICETTE BIANCHE

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“Camicette bianche, oltre l’8 marzo” è il libro della giornalista e scrittrice siciliana Ester Rizzo che ricorda le vittime del rogo della fabbrica Triangle Waist Company di New York il 25 marzo del 1911. Lo abbiamo consultato per avere notizie su quanto è accaduto e per poter anche noi dare un nome alle 38 donne italiane che hanno perso la vita in questo terribile incidente. Sono nomi di donne che non si sono distinte per percorsi di studi o carriere particolari, ma hanno scelto coraggiosamente di lasciare la propria terra, in gran parte la Sicilia, e le proprie famiglie in cerca di un lavoro che potesse dare loro l’indipendenza e un futuro; una scelta che è costata la vita in giovane età, per alcune di loro in giovanissima età! Dai resoconti dei ragazzi emerge anche l’assoluta mancanza di sicurezza sul posto di lavoro e la condizione prossima alla schiavitù in cui operavano queste lavoratrici e questi lavoratori.

Per questo motivo abbiamo realizzato un cartellone evidenziando i nomi di tutte queste donne, per la maggior parte ragazze, poiché riteniamo giusto che la loro identità possa entrare nella nostra memoria collettiva. Sul cartellone inoltre compare una cronaca scritta dai ragazzi su quanto è accaduto; inoltre abbiamo aggiunto un titolo di giornale dell’epoca.

Gianluigi Corbari

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Il 25 marzo del 1911 si è consumata una tragedia nella fabbrica “Triangle Waist Company” di New York”. Lavoravano circa 500 persone, in maggioranza donne, dove si producevano camicie; questa fabbrica apparteneva a due signori russi; grazie a questa attività loro guadagnavano milioni di dollari, mentre le operaie lavoravano in condizioni pessime, con una paga misera. Le lavoratrici avevano una pausa di 30 minuti, inoltre alla fine del lavoro i capi – squadra controllavano le borse delle donne, per fare in modo che non rubassero materiale o piccoli oggetti appartenenti alla fabbrica. Un giorno scoppiò un incendio, le donne cercarono di evacuare, ma non riuscirono perché le porte erano chiuse, per evitare che le lavoratrici si prendessero troppe pause. Alcune persero i sensi per il fumo, altre si buttarono dalla finestra per non essere raggiunte dalle fiamme, altre cercarono di scappare dalle porte, ma erano chiuse a chiave. Alla fine morirono 146 persone, delle quali 129 donne.

RIM HAMZA MATTEO

Il 25 marzo 1911 è accaduto che 129 donne sono morte a causa di un incendio in una fabbrica tessile di New York. A me ha colpito il racconto delle donne che si gettavano dalle finestre della fabbrica con i capelli infuocati; alle persone che le vedevano dalla strada buttarsi, sembravano stelle comete.

GLORIA

Il 25 marzo 1911 alcune donne sono morte mentre lavoravano in una fabbrica tessile di New York. 129 donne sono morte a causa dell’incendio, perché alcune si sono paralizzate dalla paura e sono state trovate morte, sedute al proprio posto di lavoro; altre hanno provato a scappare dalle porte, ma non riuscivano, perché erano chiuse a chiave, così i proprietari si assicuravano che non facessero troppe pause; alcune donne riuscirono a scappare dall’ascensore che funzionava, anche se alcune svenivano per il fumo. Alcune si gettavano dalla finestra con i capelli in fiamme. I due proprietari si misero in salvo dal tetto della fabbrica; tramite una scala messa a disposizione da una scuola che era lì vicina, passarono sul tetto della scuola stessa.

Il mio pensiero

Secondo me i proprietari potevano cercare di salvare le donne, perché gli uomini con la loro forza potevano fare qualcosa. Tutto questo è ingiusto, perché non si possono sprecare tutte queste vite!!

MARTA

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