SENTIRE IL VUOTO
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Come è possibile reagire al suicidio di un compagno di classe?
Cinque studenti piemontesi hanno superato questo trauma attraverso la progettazione di una pagina Instagram denominata “Tutto Annodato”. Alunni e professori spesso non hanno gli strumenti per riconoscere il disagio mentale di una persona. Questa pagina, invece, formata da quattro rubriche, vuole andare incontro a chi si trova in difficoltà. Fornisce infatti risorse utili, consigli e supporto emotivo, incoraggiando le persone a consultare esperti e ad affrontare i loro problemi in modo costruttivo. Vengono quindi illustrati i vari disturbi come la depressione e l’attacco di panico; si rendono noti luoghi del Torinese dove si può fare terapia a prezzi ridotti; vengono smantellati gli stereotipi sui temi legati al suicidio; si raccolgono infine pensieri e storie di vita che vengono pubblicati in anonimato, senza avere quindi paura di essere giudicati. Le richieste di aiuto che arrivano ai ragazzi attraverso questa iniziativa, vengono gestite attraverso l’affiancamento di psicologi.Secondo il più recente rapporto dell’Unicef (2021), il suicidio è, nel mondo, una fra le prime cinque cause di morte fra i 15 e i 19 anni, ma in Europa occidentale diventa la seconda causa dopo gli incidenti stradali. Eppure a scuola non se ne parla molto. I professori spesso non vengono formati e non si fa prevenzione su questo tema.Gli adulti spesso giudicano la nostra fragilità così da mettere in secondo piano la loro. Spesso, al contrario dei giovani, non riescono ad affrontare questi temi per paura di essere giudicati a loro volta. Quindi tentano di riversare il loro dolore sui giovani facendoli stare ancora più male.Quali sono i nodi nella vita di giovane?I nodi sono le difficoltà da cui si fa fatica ad uscire e si resta come intrappolati in una rete. Le situazioni possono essere di vario tipo: il bullismo e il cyberbullismo; una valutazione negativa o una bocciatura a scuola; l'ansia da prestazione; lo stress; problemi familiari o personali; la depressione; non accettarsi esteticamente; la perdita di un amico o di un famigliare; la divulgazione di foto senza il nostro consenso; disturbi alimentari. Come si arriva ad un gesto così estremo?Il suicidio è la negazione del dono della vita. Un diritto sancito anche dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Il suicidio non è mai risolutivo. La vita è solo una e va quindi sfruttata al meglio facendo buone azioni, cercando di non ascoltare il giudizio degli altri.Talvolta anche le sfide social o challenge istigano al suicidio. I giovani diventano sempre più vulnerabili e non percepiscono il rischio di quando si oltrepassa il limite. Come si possono prevenire quindi certe situazioni?Ci si può confrontare con la psicologa, spesso presente anche negli Istituti scolastici, che può garantire supporto e anonimato. Infatti è molto importante poter parlare con degli specialisti. “Tutto Annodato” ne consiglia alcuni a prezzi ridotti perché alcune famiglie non possono permetterselo uno privato. Però, a volte, non si ha la forza di parlare perché si ha paura del giudizio degli altri, anche dei genitori, che dovrebbero essere un punto di riferimento. Durante l’adolescenza tanti aspetti vengono percepiti come sbagliati e si fa fatica ad accettarli. Inoltre i figli non devono avere vergogna di parlare perché i genitori ci supportano in qualsiasi cosa e farebbero di tutto per farci stare bene. Se questi giovani piemontesi hanno lottato per sensibilizzare su questo problema, nella nostra scuola invece vengono svolte varie attività di prevenzione: oltre alla presenza della psicologa, infatti, abbiamo avuto la possibilità di fare un percorso di Life Skills training, per rafforzare le nostre abilità e instaurare relazioni positive. Abbiamo avuto l'aiuto degli insegnanti e in particolare quello della professoressa Maffei, referente del bullismo e del cyberbullismo. Se siamo vittime o spettatori di atti di bullismo possiamo riferire cosa accade, non solo nelle ore scolastiche ma anche in quelle extra scolastiche.Noi giovani emuliamo talvolta personaggi famosi perché i loro atteggiamenti sono apprezzati dai fan e anche noi vorremmo avere successo con i nostri amici. Ma sei quei comportamenti non sono corretti? Se invitano a toglierci la vita o a farci del male? Perché imitiamo delle persone che non sappiamo realmente chi sono e che cosa fanno? Spesso le nostre azioni non sono controllate e il rischio di finire nella rete è sempre alto. Il dialogo quindi è l’unico mezzo che può salvarci. Sentire il vuoto dentro di noi e attorno a noi, in questa fase della vita, è un attimo.
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Gioia Zanoni
Sofia Frenna