IL MONITO DI ELISA
Il passato è presente?Oggi più che mai, è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano: è l’unico modo per sperare che quell’indicibile orrore non si ripeta, è l’unico modo per farci uscire dall’oscurità. Il silenzio dei vivi, Elisa Springer Le parole di Elisa Springer, testimone della Shoah, sono di fiducia verso il futuro e i giovani. Tuttavia, stando alle ultime notizie, non si intravede ancora una luce, una speranza di uscire dall’oscurità, dal male. Atti di antisemitismo sono ormai quotidiani e anzi accentuati a partire dal 7 ottobre 2023, con l’attacco di Hamas a Israele. “Viva Hitler” è la scritta choc sopra il murale di Binario 21, a Milano. Qui l’opera dell’artista Alexsandro Palombo, che ha rappresentato i Simpson ebrei deportati ad Auschwitz, è stata imbrattata per la quarta volta. L’artista, però, ha comunicato che gli sfregi non verranno ripuliti e diventeranno parte dell’opera come testimonianza dell’antisemitismo e dell’indifferenza, che esistono tutt’oggi. In questo murale è rappresentata la famiglia dei Simpson con la divisa che indossavano gli ebrei e anche altre persone, come quelle con disabilità, zingari, omosessuali, che erano nei campi di concentramento. Si può notare che i Simpson hanno un fisico scheletrico e sono sofferenti, caratteristiche comuni alle persone che hanno vissuto nei campi di concentramento, le quali mangiavano pochissimo e lavoravano tutto il giorno in modo disumano. I vandali, molto probabilmente, sono inconsapevoli di quello che è successo a coloro che sono stati deportati dai nazisti e dai fascisti, delle condizioni di vita che hanno dovuto sopportare, dell'indifferenza dimostrata da quelle persone che sapevano e potevano fare qualcosa per aiutare. Bisogna fare di tutto per cercare di ricordare quello che è successo e di non commettere gli stessi errori del passato. Solo la consapevolezza permetterà, forse, di non commetterli mai più. Ma per ricordare bisogna sapere, capire e comprendere per fare in modo che quell’indicibile orrore del passato non si ripeta, come ha detto Elisa Springer. Infatti noi giovani dobbiamo studiare la storia del passato, approfondendola il più possibile e non leggerla solo sulle poche righe dei libri di scuola, e portare avanti le testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto perché questa tragedia è accaduta oltre 60 anni fa, i testimoni sono molto anziani e tra qualche anno, si spera il più tardi possibile, non ci saranno più. Quindi dovremo essere noi che racconteremo ai nostri figli e ai nostri nipoti quello che abbiamo studiato e imparato perché le testimonianze dei sopravvissuti le sentiranno e le vedranno tramite delle registrazioni, ma non avranno la fortuna che abbiamo avuto noi di ascoltarle dal vivo. Dobbiamo anche ringraziare i testimoni perché, ad esempio, Liliana Segre ha raccontato quello che ha vissuto solamente per noi e per il nostro futuro e, quando lo fa, prova un grandissimo dolore, perché lei avrebbe voluto dimenticare quello che ha passato. Infatti sostiene che il giorno del 27 gennaio serve ai non ebrei per ricordare e capire perché, per gli ebrei, quel giorno è tutto l’anno. Bisognerebbe trasmettere senza filtri l’orrore della Shoah ai giovani per proteggere da altri orrori ed errori il mondo intero perché le cose più terribili potrebbero riaccadere e possono partire anche dagli atti di antisemitismo che stanno succedendo dal 7 ottobre 2023, con l’attacco di Hamas ad Israele. Un modo per ricordare gli orrori, oltre ovviamente a studiare, è l’arte, un rimedio all’oblio, un modo per non dimenticare e un mezzo per diffondere e trasmettere dei messaggi, come appunto l’opera di Alexsandro Palombo al Binario 21. Ma parole di odio vengono diffuse anche da chi ci dovrebbe dare l’esempio. È il caso di Hanane Hammoud, una professoressa di matematica di una scuola superiore in provincia di Treviso che ha postato su Instagram un video sulla guerra tra Israele e Palestina accompagnato da una frase altamente antisemita: “Andate all’inferno, Hitler aveva ragione su voi ebrei”. Questa storia è comparsa e dopo qualche minuto è stata rimossa, ma una studentessa lo ha salvato e mostrato ai genitori. La docente ha ammesso la pubblicazione di quel video, è stata sospesa e ha detto che ha fatto quel post in un momento di sconforto psicologico e ha chiesto scusa a tutti dicendo che è devastata. Questo è stato un atto veramente irrispettoso non solo nei confronti degli ebrei, ma anche di tutte le persone che le stanno intorno e soprattutto degli studenti. Anche se lo ha fatto in un momento di sconforto psicologico, non è sicuramente accettabile perché lei, che dovrebbe insegnare agli studenti a non commettere questi atti, è stata la prima che lo ha fatto, in un modo anche molto pesante. Il comportamento che ha avuto la studentessa che ha salvato il video è stato molto responsabile e ha agito per cambiare qualcosa; infatti mostrando il video ai genitori, che lo hanno poi divulgato alle altre famiglie e ai dirigenti, ha fatto capire alla professoressa lo sbaglio che ha commesso, che si spera lo abbia capito e non lo faccia più. Tutti noi dobbiamo prendere esempio da questa ragazza e quando vediamo degli atti di antisemitismo dobbiamo in un certo senso “denunciarli”. Il contributo che ognuno di noi può dare per coltivare la memoria e rendere quotidianamente concreti i valori dell'uguaglianza e della giustizia è segnalare, denunciare per esempio atti di bullismo, di antisemitismo e non restare indifferenti, guardando ciò che succede intorno a noi perché, se noi restiamo ad osservare e non diciamo nulla, saremo colpevoli quanto il bullo o la persona che commette atti di antisemitismo.
Christian Giurca
L’odio cresce come le piante infestanti in un orto, non ha bisogno di aiuto per diffondersi, l’odio è infiammabile, basta una piccola scintilla per farlo proliferare, la memoria invece ha bisogno di basi solide, non è immediata e ha bisogno di cure continue. Da questo si può capire come la diffusione dell’odio sia facile e gratuita, infatti non ha bisogno di sacrifici. Da questo possiamo comprendere come non si uscirà mai da quell'imbuto che ci fa scivolare verso l’odio, ma con la memoria possiamo evitare di caderci dentro, la memoria ci permette di vivere e metaforicamente di rimanere attaccati alle pareti di un imbuto molto scivoloso, d'altronde è facile scivolarci dentro ma anche solo rimanere attaccati alle sue pareti non è un compito semplice, ma è un compito da esseri umani che come sono capaci di caderci dentro, a fatica e andando controtendenza riescono anche ad uscirne e a rimanere attaccati con una colla quasi indistruttibile che è la memoria alle pareti di questo imbuto.Un atto di vandalismo antisemita in sé per sé è un atto simbolico, ma può questo atto simbolico innescare una reazione spropositata di odio che automaticamente ci riporta a ciò che hanno subito gli ebrei durante la seconda guerra mondiale? La paura è che questo possa accadere, la scintilla innescata dall’attacco di Hamas sta provocando il risveglio dell’odio che si è a sua volta risvegliato dentro alcune, forse troppe persone; la fortuna è che oggi, a differenza dell’epoca dei regimi totalitari, l’odio e il razzismo vengono visti come qualcosa di sbagliato e che quindi rappresenta l’eccezione; ma all’epoca il razzismo si riteneva fosse naturale e addirittura basato su ragionamenti scientifici, di conseguenza era totalmente giustificato. Ma nonostante oggi sappiamo come l’odio ed il razzismo siano sbagliati e puramente infondati perché continuano e continueranno a proliferare tra le società? L’uomo come tutti gli altri esseri viventi è irrazionale, ed è il punto sul quale nazismo e fascismo hanno basato le loro teorie razziali, dicendo che le razze esistono e vanno tenute divise perché la pura razza ariana non deve essere compromessa da razze inferiori. Ma l’uomo, che conosce le regole della convivenza civile e sociale (come sottolineato nella nostra Costituzione) nonostante abbia delle radici e delle reazioni immediate ed irrazionali, può essere giustificato grazie a queste teorie dell’odio e della prevaricazione?La verità è che i principi della razza sottolineano come esistono razze superiori ed inferiori nonostante si sappia molto bene come l’uomo sia capace di avere una convivenza civile e di tolleranza verso tutti; grazie a queste idee razziste che abusano dei ragionamenti scientifici (un esempio su tutti è il Darwinismo sociale) l’odio continua a proliferare e continuerà a vivere, ed è anche il motivo per cui nei nostri giorni è avvenuto un potente risveglio di odio, in particolar modo nei confronti degli ebrei. E questo ci fa capire come le nostre comunità - come detto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella - viaggia su strade accidentate e rischiose dove l’odio razzista oggi è ancora più pericoloso, perché non si diffonde attraverso fascicoli o manifesti, ma usa la via dei social, dove il rispondere ed il giudicare prontamente diventa il “portatore sano” di una malattia quale è l’odio antisemita che diffondendosi non fa altro che portarne altra e altra ancora, fino a quando le “persone” saranno così poche da essere schiacciate da tutte quelle contagiate. Ma se solo l’uomo capisse come l’odio non fa altro che portare via vite, soprattutto quelle più giovani, che l’odio non fa altro che aprire differenze apparentemente inutili che non faranno altro che sfociare in altro odio, capire che l’odio non è la soluzione, allora forse si potrà vivere il mondo proprio come è stato pensato. In determinate situazioni, proprio come quella che stiamo attualmente vivendo, molte persone non sanno cosa fare, quindi rimanendo nell’indifferenza fanno come da ossigeno per il fuoco, alimentano la fiamma negativa dell’odio anche senza volerlo; ed in questa situazione mi ci sono ritrovato anch’io, pensavo di non aver niente da fare, perché è una faccenda che non mi riguarda di persona; e invece mi sbagliavo, credevo che non fare niente non mi avrebbe portato a nessuna conseguenza, invece l’odio è molto potente e ravvivato da chi sta nel silenzio e che quindi un giorno potrebbe colpire anche me, e dopo questo ragionamento mi sono detto: “parlare e diffondere il mio pensiero è l’unico modo per non dare corda all’odio, scrivere, ricordare e parlare sono prove indelebili e inscalfibili che ricorderanno e ammoniranno chi non le segue, e faranno le mie parole e quelle della nostra società, proprio come stanno facendo quelle ultimissime parole dei sopravvissuti ai campi di concentramento con noi, da bussola per le prossime generazioni”, ecco questo è il ricordo attivo: scrivere e parlare, seguire l’educazione ed il pensiero etico-civile e morale, solo applicando ciò si impedisce il crollo delle società. L’unica soluzione per guarire come società da tutto ciò che abbiamo visto e sentito, è sentirsi per chi non crede nell'uguaglianza solamente per pochi minuti una persona vera e che ragiona con etica e immedesimazione, e solo così si possono abbattere i muri, si possono uccidere tutte le piante infestanti in un orto che è la vita attraverso un solo diserbo che se lo vuole può essere molto più forte dell’odio, ma che per fortuna o purtroppo deve nascere da noi.
Lorenzo Vighi
Accendo la TV e insieme alla mia famiglia ascolto le canzoni di Sanremo… Sì, sono belle penso tra me e me e così passo altre serate guardando la TV e ascoltando le canzoni alla radio; ce ne sono molte, imparo piano piano le parole cercando di capirne il significato. Penso alle esibizioni di Sanremo e mi torna in mente Ghali con il suo curioso personaggio al seguito; sì Ghali, proprio lui che ora è al centro dell’attenzione mediatica: cerco di capire, anche parlando con i miei genitori, il perché questa canzone così carina dal mio punto di vista sia presa così di mira dai media. Ascolto e osservo ciò che passa alla TV, mi documento, chiedo… e a poco a poco inizio a comprendere ciò che sta accadendo: Ghali, questo ragazzo di 30 anni di origini tunisine, è stato accusato di seminare odio antisemita sul palco del Festival… Ma perché? È vera questa cosa? Chi lo sta accusando?Questo accadimento mi sta servendo per riflettere su quello che sta accadendo al di fuori delle mie mura domestiche e della mia realtà quotidiana e capisco che la leggerezza con la quale si ascolta una canzone e con la quale si può sognare, riflettere, amare, possa venire percepita in tanti modi diversi; allora mi chiedo qual è il modo giusto?Ghali mi piace, la sua musica piace a noi ragazzi, allora cosa c’è che non va? Voglio capire… E arrivano diretti e forti legami con gli accadimenti del massacro di Hamas, dell’odio che si sta risvegliando in tutta l’Europa contro la comunità ebrea, dagli omicidi in Francia, dalle pietre d’inciampo bruciate e vandalizzate a Roma, dalla scritta “W Hitler” sul murales del Binario 21 a Milano…Poi si parla dell’Ambasciatore d’Israele, Alon Bar, che accusa Ghali di disseminare odio contro Israele perché la sua canzone, a sua detta, ha un chiaro riferimento politico. Io non so come interpretare tutte queste impressioni contrastanti, so soltanto che la frase “STOP AL GENOCIDIO” che Ghali ha pronunciato sul palco al termine della sua esibizione è una frase che ognuno di noi deve sostenere: NO AL GENOCIDIO SU ISRAELE, NO AL GENOCIDIO SUI PALESTINESI, NO ALL’ODIO PERPETUO NEL RESTO DELL’EUROPA E NEL MONDO. Dal mio divano ho visto questo ragazzo giovane, talentuoso, che sicuramente avrà vissuto dei momenti difficili nel nostro paese, che è un paese che accoglie ma che spesso ha timore di ciò che non conosce; in fondo questo ragazzo che canta “Casa mia” manda un messaggio profondo di pace, di accoglienza e di umanità. Anche Liliana Segre fa appelli contro l’odio e dice che CHI è INDIFFERENTE è COLPEVOLE e che bisogna sentire la propria coscienza viva e come Edith Bruck che dice a noi ragazzi di COLTIVARE OGNI BRICIOLA DI BENE, che è un dovere morale come quello caratterizzato dai “Giusti” che hanno rischiato la propria vita per salvare vite umane e non hanno girato la testa né voltato lo sguardo altrove.T rovo che non ci sia nessuno schieramento politico in questa situazione ma soltanto la coscienza umana che parla: “Casa mia” diventa così un inno all’unità, alla scoperta e alla riflessione su ciò che ci rende umani, visti attraverso gli occhi di un “alieno” che, in fondo, non è poi così diverso da noi.
Gaia Ottolini