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Riflessione sulla notizia apparsa sui quotidiani e condivisa con la redazione di Increscendo sulla decisione della Francia di voler emanare leggi che vietano l’utilizzo dello smartphone fino ai 13 anni. Macron, il Presidente della Repubblica francese, ha espresso pubblicamente l’intenzione di definire nel dettaglio, con delle norme, l’uso di dispositivi come smartphone, tablet e PC da parte dei minori. Nel rapporto della Commissione francese, citato nell’articolo, la neurologa Servane Mouton e la psichiatra Amine Benyamina chiedono al loro governo di intervenire tempestivamente a regolamentare il fenomeno dell’uso indiscriminato di questi dispositivi da parte dei minorenni, in aumento in età sempre più acerba, che attualmente causa disturbi comportamentali. Lo stesso Presidente ha richiesto agli esperti di agire per aiutare le famiglie francesi a disciplinarne l'uso. Le regole proposte sono chiare: si parla del divieto dell’uso di qualsiasi schermo prima dei tre anni; i bambini dai tre ai sei anni ne potranno usufruire solo in presenza di adulti e i giochi connessi si potranno usare dai sei anni. Per quanto riguarda il telefonino è vietato fino agli undici anni; fino ai tredici si potrà usare senza connessione e dai tredici ai diciotto con internet, ma solo in presenza di un adulto. I social sono vietati fino ai quindici anni e fino ai diciotto si potranno usare solo quelli etici. L’indicazione della Commissione offre modalità chiare e dettagliate che potrebbero salvaguardare i bambini e i ragazzi da un uso sbagliato della tecnologia e salvarli da una strada che li conduce a un malessere esistenziale; sono regole facili da mettere in atto a scuola, ma difficili da verificare nelle case. La collaborazione dei genitori è importante per il successo di un programma come quello descritto dall’articolo che limita l’uso dei social e dei devices in base all’età. Le istituzioni dovrebbero sensibilizzare i genitori sulla pericolosità del mondo digitale e di Internet, affinché ne controllino l’accesso dei figli; ma considerando l’irresponsabilità di molti di essi, è necessario che vengano emanate leggi dai governi che ne regolino l’utilizzo: solo così potrebbero cambiare le cose. Se da una parte è vero che l'uso dei devices può essere di aiuto all'attività didattica e rendere gli argomenti scolastici più interessanti; dall'altra parte dobbiamo riconoscere che questi dispositivi creano dipendenza e abbassano la capacità di attenzione, infatti i giovani di oggi passano buona percentuale del loro tempo libero navigando su internet e giocando sui videogiochi a discapito di altre attività come stare all’aperto o dedicarsi a giochi manuali, spegnendo la curiosità e la voglia di cimentarsi in interessi diversi. Nel rapporto, la commissione degli esperti, infatti, parla delle strategie di cattura dell’attenzione dei bambini e di tutti i trucchi cognitivi utilizzati per averne il controllo al fine di trarne profitto economico: le conseguenze di questo fenomeno potrebbero essere la miopia, l’obesità, la sedentarietà e la perdita del sonno a causa del tempo sugli schermi. Sono d’accordo sulla proposta di leggi che regolamentino “la luna di miele tra gli adolescenti di adesso e i telefoni” per salvaguardare i giovani che non sono in grado di capire l’importanza di mantenere un certo distacco dal mondo virtuale. La scuola deve trovare il miglior compromesso possibile per rispondere ai cambiamenti di questa generazione sempre più attaccata al mondo dei social, perché i giovani ne percepiscono sempre più il distacco. Essendo la nostra società ormai totalmente digital oriented è impensabile pensare di tornare alle modalità del passato: si deve trovare il miglior compromesso possibile, il più adatto ai nostri tempi. Penso che il governo francese abbia dimostrato molto coraggio. a voler regolamentare questo complesso fenomeno e spero che il governo italiano possa intraprendere velocemente la stessa strada.

Leonardo Pietralunga

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