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BRUNO PALAMENGHI

Nome: Bruno 

Cognome: Palamenghi 

Provenienza: Girgenti (Agrigento dal 1927), Sicilia

Ruolo al fronte: è stato un militare, un tenente colonnello e successivamente colonnello.

 

Pagine di diario: 

 

Questi sono i miei soldati- 26 febbraio 1916 (Gradisca d’Isonzo, Friuli Venezia Giulia)

La serata è bruma e piovigginosa, ombre sottili serpeggiano sulle acque dell' Isonzo ed in alto, rabbiosi scoppiano gli shrapnel e le granate, perché il nemico certamente sa del nostro cambio da effettuarsi. Transitano, poveri figliuoli, i miei bravi soldatini, con animo sereno e tranquillo. Quanti non faranno ritorno al nuovo turno! Sono contadini, artigiani, questi bravi soldatini curvi sotto lo zaino e bisogna amarli e avere cura e interesse di loro pur facendogli fare il più sacro dovere, non escluso il sacrificio della vita. Vivendo tra loro, il battito si fa più vivido e sincero e le loro miserie gridano nella nostra coscienza… È sempre buono il nostro soldato e lo si guida con un filo di seta, come lo si esalta con una buona parola e una sigaretta. Il nostro soldato ha tante doti morali e fisiche.

 

Fatalità -  21 febbraio 1916 (Peteano, Friuli Venezia Giulia)

Alle 12 sono stato inviato a colazione dal Colonnello Castellazzi al ricovero di Peteano. Dopo colazione, ritornando ai miei baraccamenti, comincia un' efficace tiro dell' artiglieria nemica, sulle nostre linee, da Cotici, Rubiana, Bosini e Savogna. Sembrava come un inizio d'attacco in grande stile. Varie granate esplodono durante il percorso. Proseguo a passo normale e, il Capitano Neri, mi esorta ad accelerare il passo, anche ad andare di corsa. Gli dissi: << Corra pure, se è destino, ci colpiranno anche correndo>> e senza ostentazione, mi fermo ad accendere una sigaretta. Non avevamo fatto che pochi passi quando una granata del Regio Imperatore cristiano scoppia ad una ventina di metri da noi. Le schegge fortunatamente non ci colpiscono. Il capitano Neri, sconvolto ed impressionato mi dice:<< Al suo sangue freddo e alla sua indifferenza dobbiamo la vita, se avessimo accelerato, saremmo finiti a gambe all’ aria>>. Destino!!! Fatalità!!!

 

Minacciò la fucilazione: 11 marzo 1916- Moraro ( Friuli Venezia Giulia)

Il capitano Musci viene a riferirmi che un caporale e tre soldati avevano espresso e pronunziato parole contro la guerra davanti alla Campagna riunita. Dopo averli interrogati, seduta stante li faccio legare come salami, presente tutta la Campagna.i minacciò di immediata fucilazione. Loro piangono, si disperano, chiedono perdono, giurandomi che sarebbero diventati il miglior elemento del reparto. Dopo averli tenuti in angoscia per una mezz'ora ancora, li rimetto in libertà. Mi si gettano ai piedi commossi e piangenti. Sono contento e soddisfatto di tale mio atto di clemenza. In questi momenti di rigore, un altro superiore, duro e rigido, avrebbe avuto una forte condanna. Io invece sono sicuro che per tale mio trattamento non solo si emenderanno, ma saranno di buon esempio per tutti gli altri.

 

Asia Casilli

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