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DIE WELLE

Germania, fine anni duemila. Una classe di ragazzi. Un insegnante. Una settimana a tema. “Autokratie”. “Autocrazia”. Il termine deriva dal greco αὐτοκράτεια, che letteralmente significa “potere assoluto”. Con esso s’intende dunque il sistema di governo dello stato cosiddetto assoluto, in cui il sovrano (o autocrate) trae l’origine della propria autorità da sé stesso. 

I ragazzi prendono dunque parte ad un corso facoltativo guidato dal professor Wenger, insegnante di storia ed allenatore di pallanuoto, che affronta il tema dell’autocrazia. Tuttavia, trovare il sig. Wenger a parlare di autocrazia costituisce quanto più un ossimoro; egli infatti è un anticonformista, ascolta musica ribelle, indossa magliette di gruppi musicali punk rock…Insomma, di lui non si direbbe che rappresenti la figura del professore che ci aspetteremmo di incontrare. Da lui, la scena si sposta via via su ciascuno dei ragazzi, in un intreccio di storie, di relazioni che giungono ad un punto d’incidenza comune che ha un nome ben definito: l’Onda. Quella cosa che inaspettatamente ti travolge. Non è un caso se il nome viene proposto da Marco, membro della squadra di pallanuoto e, a parer nostro, personaggio chiave dell’intero film. L’Onda nasce come un esperimento sociale che ha lo scopo di mostrare alla  classe come possa nascere un regime dittatoriale basandosi su quattro pilastri fondamentali: un’ideologia fondante e che punti al malcontento generale, portando poi il controllo attraverso la disciplina e la repressione. Tra i ragazzi che compongono la classe sono presenti personalità differenti che spesso e volentieri sono coinvolte in forti contrasti. Ciò che manca è la coesione, un’identità comune: l’Onda pare pertanto riconciliare i divari interni al gruppo classe, rendendo tutti i membri dell’Onda mentalità omologhe: stessi ideali, stesse speranze, stesse ambizioni. Tutto appare più semplice, soprattutto una volta allontanatisi gli oppositori, i nemici dell’Onda: Karo e Mona, due ragazze trasgressive ed anticonformiste (a loro modo). Karo è la sorella maggiore; i suoi genitori paiono essere adulti colti (la casa è stracolma di libri) e rispetto alle modalità adottate per crescere ed educare i propri figli (Karo ha un fratello minore) si mostrano piuttosto tolleranti e, allo stesso tempo, come irresponsabili nei loro confronti, quasi abbandonandoli a loro stessi. Il fratello di Karo, infatti, ha comportamenti piuttosto inopportuni nei confronti di ognuno che lo circondi e che molto probabilmente (se non sicuramente) utilizza per atteggiarsi da adulto. Di fronte al comportamento piuttosto noncurante dei genitori nei confronti del fratello (l’usuale, il normale) Karo, con il suo comportamento intollerante e rigoroso, si mostra dunque trasgressiva, un’anticonformista. D’altra parte, l’altra ragazza, Mona, è molto intelligente, colta e si adatta al concetto di anticonformismo nella sua accezione di natura quasi anarchica, che la spinge a vedere in qualsiasi regola, limite o restrizione che sia, una sottomissione. Le ragazze, che evidentemente non presentano lacune interiori simili a quelle degli altri compagni, riescono ad uscire per tempo dal tunnel creato dall’Onda, che tanto impercettibile quanto veloce, si trasforma in un vortice che inghiottisce irreparabilmente, consapevolmente o meno, ciascuno dei suoi membri, che in essa vedono un chiaro riferimento, un’identità. Tutto appare dunque più facile; niente problemi a casa, niente problemi con gli amici o con i compagni di squadra a pallanuoto…nulla di scomodo può succedere quando ognuno la pensa allo stesso modo su ogni cosa (e "ogni cosa” è chiaramente l’Onda). 

Se l’Onda appare dunque come qualcosa di legittimo a cui aderire, chi si oppone ad essa è automaticamente da eliminare. 

Arriviamo ora a parlare di Marco. Figlio unico, vive in un appartamento microscopico e trasandato con la madre, completamente assente nella vita di suo figlio (cogliamo la palla al balzo per porvi questa domanda, cari lettori: siamo proprio sicuri che sia sempre un bene che un ragazzo viva con la figura di un genitore che presenta comportamenti assolutamente inopportuni? È forse meglio vivere senza alcuna figura genitoriale di riferimento?) e che addirittura non si fa riguardi nell’avere “comportamenti assolutamente inopportuni” con Marco nella stanza a fianco e, da ciò che possiamo “captare” attraverso dalle sue parole e, ancora di più, dai suoi comportamenti, Marco è un ragazzo tormentato, infelice. La sua mente è bombardata da pensieri che ha bisogno di ordinare. La sua passione più grande è la pallanuoto. Una scena del film lo ritrae qualche secondo prima dell’inizio degli allenamenti: sott’acqua. In apnea è al sicuro e pare quasi non voglia riemergere, nel tentativo di riordinare la mente. È al riparo dal disordine di voci della superficie ma, allo stesso tempo, in assenza di suoni, solo con i suoi pensieri, è spaventosamente facile che si ottenga l’effetto opposto. Marco stima enormemente una persona in particolare: Karo. Stima più lei di quanto non stimi se stesso. Si lascia trainare dalla personalità portante di Karo, in cui vede un ulteriore rifugio: in lei, nella sua famiglia, nella sua casa. Karo ha tutto quello che lui desidera; in primo luogo, genitori presenti, una famiglia “sana” (o almeno così gli sembra). In lui risiede la personalità che all’Onda risulta fondamentale. Per Marco l’Onda è l’occasione per far parte di un gruppo senza sentirsi a disagio. Un’occasione eccezionale, impossibile da non cogliere. Via via, lui e Karo (che ricordiamo essere nemica dell’Onda) paiono allontanarsi. L’Onda è la sua priorità. Diventerà via via quella di ognuno. Tante sono le domande che sorgono spontanee dopo aver preso visione di questo film, ma una cosa è certa: ognuno dei personaggi coinvolti in questa storia convive con un forte disagio interiore, che è l’elemento principale che compone quell’alone di timore, di soggezione che accompagna lo spettatore lungo tutto il suo corso, portandolo ad aggrottare la fronte, spaventosamente affascinato dal vedere chiaramente di fronte a sé l’evolversi di un nome che si espande a macchia d’olio sino ad invadere lo spazio al di là dello schermo: die Welle.  L’Onda. 

Certo è che ogni situazione è grandiosamente ingegnosa…fin quando non sfugge di mano.

Caterina Canevari

Edoardo Fazzi

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