LA SCELTA
In classe si sono discussi tanti temi, ma l’ultimo era davvero inaspettato. Si è discusso sull’eutanasia, una sorte di suicidio assistito, praticato in alcune parti del mondo, da medici per mezzo di macchinari o farmaci che hanno il compito di far morire.
Come si può avere il compito di “far morire”?
Certe cose fatte dall’essere umano sono poco comprensibili, a mio avviso.
In classe si sono riportati due casi di questa pratica, il primo riguardava la storia di due anziani ricchi, in pessime condizioni di salute che hanno deciso di rinunciare al resto della loro vita per non soffrire la malattia. In questo caso si può anche ragionare sulla legittimità morale di questo atto. Infatti, se devo dire la mia, sarebbe stato giusto continuare a vivere, per quanto possibile. Secondo me, questa coppia, pur considerandosi cristiani, non lo erano davvero, perché un vero uomo di Dio impara a ringraziare anche per le condizioni più pessime che si trova ad affrontare.
Nel secondo caso, a differenza dal primo, non è utile riflettere su quanto sia giusta la volontà dei genitori; infatti, riguardo ad una bambina di otto mesi con malattie incurabili, è stato discusso, tra i genitori e i medici, se farla vivere o no. I genitori, imperturbabili, sostenevano la vita di loro figlia fortemente ma i medici, appellandosi alla legge, ritenevano che dovessero rinunciare a tenerla in vita. Alla fine ai medici si affidò la bambina per la decisione dei giudici. Secondo me i genitori non hanno fatto né bene, né male ad opporsi alle autorità inglesi, guidati dall’amore per loro figlia; un amore sul quale, appunto non si può discutere.
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Sasha Eli Tudurii