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LA PAROLA FINE

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Quello dell’eutanasia di cui prima d’ora non avevo mai sentito parlare. In effetti, ritengo che per noi giovani, per il nostro futuro prossimo, non sia qualcosa di prioritario, per via della nostra giovinezza, ma, anzi, un argomento aggiuntivo e precoce. Comunque, secondo me, è giusto che la scuola ci metta a conoscenza dell’esistenza della morte assistita, ma non che ci faccia riflettere o porre domande su questo argomento, perché non ne sento il bisogno. Inoltre, credo che queste riflessioni o domande siano più utili a persone adulte in precarie e gravissime condizioni di salute mentale o fisica. Penso che, per ragazzi giovani come me, interrogarsi sul proprio presente e sul proprio futuro con questioni del genere possa portare ad alcuni problemi mentali molto seri; per questa ragione non approfondisco certe questioni. Il tema dell’eutanasia, in Italia, è un tema di attualità e, caso strano, ha recentemente ottenuto l’attenzione del pubblico in seguito alla scelta di ricorrere al suicidio assistito di un ex premier olandese molto famoso, Van Agt. Però in Olanda, in molti hanno già praticato l’eutanasia singola o di coppia, venendo praticata già da diversi anni. Quindi, è dovere sospettare che tale notizia possa essersi diffusa “solo” perché questa scelta è stata praticata da una persona nobile, importante e famosa come Van Agt. E si è acceso questo dibattito pubblico solo perché questa scelta è stata presa da una persona di quel calibro. Io penso che non sia una scelta corretta quella presa dai più potenti della società, a cui la società dà piena fiducia, per cui una questione porta a un dibattito pubblico solo perché riguarda una persona potente o perché gli porta vantaggi. Inoltre, in alcuni paesi, la pratica dell’eutanasia ha portato alcuni ad averla compiuta commettendo un reato, essendo ritenuta illegale, come in Italia.

Matteo Dazzi

Penso che la pratica dell’eutanasia, come tutte le cose, abbia dei lati positivi e dei lati negativi. Ad esempio, riguardo al primo al primo articolo discusso in classe positivo il fatto che i due “protagonisti” siano morti insieme, riuscendo a fermare il dolore della malattia da cui erano afflitti. Un lato negativo della storia potrebbe essere, invece, il fatto che loro abbiano deciso di interrompere il loro percorso sulla Terra prima del previsto, magari, facendo soffrire alcuni loro parenti. Ritengo, però, che in alcuni casi la decisione di morire attraverso l’eutanasia possa essere una buona scelta. Penso che decidere di morire sia una scelta importante e molto difficile da prendere, ma la possibilità di attuarla attraverso assistenza medica, in casi ben definiti, debba poter appartenere a tutti. 

Ancora oggi molte persone in Italia, lottano per decidere di morire di loro volontà. Un esempio del recente passato è il caso di Eluana Englaro, che per diciassette anni ha vissuto in stato vegetativo, mentre la famiglia viste le sue condizioni pessime,  chiedeva l’interruzione delle cure mediche. Nel 1999, i famigliari di Englaro iniziarono una battaglia giudiziaria per lo stop dell’alimentazione forzata, ma il governo  era contrario. 

Dopo molti anni, la donna morì naturalmente per interruzioni della nutrizione artificiale, facendola soffrire molto di più di quanto avrebbe potuto soffrire attraverso l’eutanasia.

Uno dei tanti motivi per cui la morte attraverso l’eutnasia non è accettata dipende dal fatto che le persone cristiane non capiscono il motivo per cui si possa mettere fine a una vita creata da Dio. Altri, trovano incomprensibile che dover mangiare attraverso un tubo, dipendendere h24 da una macchina o essere costretti a stare sdraiati per tutta la vita su un letto d’ospedale NON è vita!

Giada Zanazzi

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