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L'ATTITUDINE DELLA LEADER

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dirigere un’azienda sarebbe il mio sogno nel cassetto. È vero che sognare non costa nulla, ma come mi hanno insegnato le persone a me care, con impegno e sacrificio possiamo realizzare i nostri sogni. Il ruolo del direttore d’azienda esiste sin da quando la nostra specie ha iniziato a lavorare in collettivo, ma è diventata una figura riconosciuta dagli inizi del 1900 in quanto, con la rivoluzione industriale, le fabbriche hanno iniziato a separarsi dagli uffici. Gli uffici hanno edifici preposti, spesso nel cuore della città, lontano dalle aree produttive: l’impresa vede quindi moltiplicarsi i luoghi e le funzioni. La proprietà non riesce a gestire tutto e vengono creati ruoli che possano dirigere un dato reparto, come l’amministrazione, la logistica, le vendite, la pubblicità e altro ancora. Il direttore d’azienda, chiamato anche manager, è una figura responsabile del coordinamento e della supervisione di tutte le attività dell’azienda; questa figura lavorativa deve guidare i team dei dipendenti, prendere decisioni strategiche secondo l’andamento del mercato, la concorrenza e i bisogni dei clienti. Il manager deve prendere svariate decisioni su questioni importanti come l’allocazione delle risorse, nuove strategie, trovare opportunità di crescita e controllare l’andamento dell’azienda. Questa mansione quindi può prendere diverse ramificazioni, in base al settore in cui si lavora, ma deve saper sempre relazionarsi con i propri collaboratori ascoltandoli e trovando soluzioni efficaci per risolvere i problemi. Una mia grande passione è la lettura e mi è rimasto impresso quando i Maestri del lavoro sono venuti nella nostra scuola, sottolineando quanto leggere sia un mezzo efficace per sviluppare il pensiero e la risoluzione di problemi in molteplici contesti. Inoltre sono uno scout: questa attività mi ha aiutato ad implementare i miei valori, tra cui l’altruismo, la gestione di un gruppo e la collaborazione, che ritengo necessarie per poter diventare un leader. Mi piacerebbe lavorare in un’azienda che si occupi di commercio, perché sin da quando ero piccola, ricordo che mi piaceva giocare con la calcolatrice e fogli di calcolo; nel frattempo sentivo parlare i miei genitori del loro lavoro, acquisti, vendite, profitti erano le parole che ascoltavo per la maggiore e di come le loro aziende avevano chiuso l’anno con una perdita o un guadagno. Inoltre sono una ragazza bilingue perché mia madre è di origini cubane. Anche se quando ero piccola odiavo sentir parlare spagnolo, con il passare degli anni ho appreso quanto fossi fortunata ad aver imparato una lingua senza il minimo sforzo, in quanto mi ha portato ad avere maggiori possibilità nel settore che ho scelto. I lati negativi di questo settore, come mi hanno sempre detto i miei genitori, sono le tante ore di lavoro da dedicare per raggiungere gli obiettivi preposti: infatti il rapporto con i colleghi e, a volte i clienti più esigenti, risulta complicato. Invece gli aspetti positivi sono il lavorare in sicurezza e la disposizione di alcuni benefit ad esempio un'automobile aziendale e la retribuzione più alta. Un esempio, tratto dalla mia famiglia, del percorso che vorrei affrontare è il compagno di mia zia. Matteo, dopo aver frequentato gli studi universitari di Economia e Scienze Politiche e aver lavorato per diverse aziende europee, ha costituito una propria società che fornisce consulenze finanziarie con diversi collaboratori. Il suo lavoro mette a contatto i vertici delle sue aziende clienti con l’Unione Europea per migliorare le leggi del proprio settore. Quando viene a trovarci da Bruxelles, mi piace farmi raccontare le sue esperienze con i dirigenti d’azienda perché sono curiosa di sapere come funziona il mondo dell’economia. Tutti questi aspetti che mi contraddistinguono mi hanno portato negli anni alla mia scelta della scuola superiore: Amministrazione, finanza e marketing. Raggiungere la posizione lavorativa di direttore d’azienda prevede una lunga preparazione tra scuola e lavoro; solitamente per ottenere una tale mansione bisogna laurearsi in Economia e commercio, magari aggiungere un Master in Business Administration, che offre un’educazione più avanzata focalizzata su gestione strategica, leadership, finanza aziendale e pianificazione aziendale, oltre a tanta esperienza lavorativa, possibilmente nell’azienda stessa in cui si vorrebbe diventare direttori; quindi si raggiunge tale incarico in una fascia di età media. Per me divenire manager vorrebbe dire aver compiuto un significativo e intenso percorso sia di studio sia lavorativo e di crescita personale. Per le donne inoltre è maggiormente complesso ottenere tale incarico come supportato da questo grafico; quindi per me sarebbe come “aver scalato una montagna” per raggiungere questo obiettivo. La mia visione del settore commerciale nel mondo futuro è che alcuni dipendenti saranno sostituiti dall’intelligenza artificiale, ad esempio i contabili e molte persone che si occupano della manodopera; le aziende avranno bisogno sempre più di informatici, che programmino nei macchinari le caratteristiche sui prodotti dell’azienda e come devono avvenire le transazioni di compravendita o di lavorazione. Previsione dei prezzi, analisi dei costi, algoritmi sull’andamento del mercato e molte altre funzioni potranno essere sostituite dall’intelligenza artificiale, ma la figura che possa mettere in discussione e modificare le visioni del mondo, individuare problemi nuovi e diversi da risolvere sarà sempre affidata all’essere umano. Perché l’intelligenza artificiale non è creativa, riesce solo a seguire i meccanismi per cui è stata creata; invece l’uomo grazie alla creatività riesce a vedere con diverse chiavi di lettura le situazioni in cui si imbatte, quindi possiede la capacità di essere flessibile mentalmente per adeguarsi a contesti diversi.

Alessandra Barbieri

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