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LE MIE ULTIME PAROLE

Stele in ricordo di G. Matteotti.jfif_ 675_particolare.jpg

Che imbroglio… Mi trovo a camminare per le strade di Roma a pensare alla possibilità che il fascismo possa vincere le elezioni. Sono profondamente confuso e e arrabbiato. Vedere, nel corso del tempo, amici voltarmi le spalle davanti alla figura di Mussolini solo per paura è stata una vera delusione. Persone che hanno condiviso tanta strada con me. Mi chiedo con quale pensiero le persone possono arrivare solo ad immaginare che un politico così possa cambiare l’Italia. Sono tutti uguali. Esplicitano promesse che poi non mantengono solo per incoraggiare la popolazione a dare tutto per la nazione. Solo per avere potere. Ma io non mi tiro indietro, non rimarrò indifferente come tutti gli altri, voglio differenziarmi, non solo per rendermi popolare, ma per valorizzare tutti quelli che credono e sono convinti a seguire questa strada, e che non hanno il coraggio di dirlo. Nel tempo, tanti conoscenti mi hanno pugnalato alle spalle, per fare quello che conveniva loro, quello che pensavano convenisse loro, ma io so no sicuro che riuscirò a fargli cambiare idea. Ormai da ogni direzione in cui io mi volti vedo sempre di più volti minacciosi, crudeli, ambiziosi, Nel nostro stato non c’è più neanche la possibilità che qualcuno si opponga esponendo le proprie idee, non avviene quello scambio di opinioni che per me è cruciale per capire e riflettere su quello che dico, e pormi delle questioni sul senso e alla credibilità del mio pensiero. L’entrata in politica di questo ideale sta convincendo le persone a fare quello che dicono loro, piano piano stanno accumulando seguaci talmente fedeli da offrire tutto quello che hanno pur di portare a termine le loro richieste. Non sembrano più persone, ma esseri completamente diversi, completamente dissociati da tutti i valori su cui la nostra civiltà si è basata. Alcune rimangono credenti a un’altra idea di stato, altre sono facilmente contagiate. Solo individui di buon senso capirebbero qual è la cosa giusta da fare, sapendo trovare anche le adeguate motivazioni. Non sono certo io la persona che si sente di obbliagare a credere nella propria idea, ma le invito a riflettere sul rischio che corrono scegliendo l’altra parte, quella crudele, cattiva. Credo che ad ogni azione compiuta da noi debba essere accompagnata la responsabilità, un valore che ci accompagna per la nostra vita e sta a noi capire e dosare le quantità per l’utilizzo. Credo che le elezioni di domani presenteranno il destino del nostro paese, uno spartiacque. Solo pensando alla fatica che ogni cittadino italiano ha patito nel riportare allo stato Italiano una dignità. La libertà è la vera essenza della vita, e non si può immaginare uno stato con al potere una persona che nega questo principio. So già come andrà a finire domani, con la sua vittoria. Di certo avrà progettato qualcosa di losco, segreto. La violenza non è mai stata la soluzione ai problemi eppure, pur di ricoprire ruoli imporatnti all’interno della politica, viene applicata su chiunque, pur di ottenere il suo appoggio e quindi il suo voto. Ho preparato, in gran segreto, un discorso che esplicita tutto quello che secondo me ha di sbagliato il fascismo. Probabilmente correrò un rischio ma non mi interessa, anche se fosse l’ultimo discorso della mia vita lo dedicherei all’eventuale vittoria e ingiustizia delle elezioni. Vorrei dire, attraverso queste parole, quanto sia oggi poco affidabile il parlamento, per le persone che lo frequentano. Era un luogo di dibattiti, discussioni, ma ora non lo è più. Dove erano presenti le menti più brillanti del paese e oggi troviamo individui del genere? Non li definirei intelligenti, ma con ambizioni totalmente diverse da quelle di una volta. Non mi sento degno del luogo. Il discorso è pronto, manca solo il coraggio di espormi, la determinazione di voler chiudere una volta per tutte la possibilità che le persone seguano ancora questa strada. Nel frattempo sono tornato a casa e mi sono coricato nel letto ma non riesco a dormire, sarà l’agitazione o la paura. Pur provando queste sensazioni forti, sento una forte convinzione dentro di me che maschera tutto il resto. Guardo mia moglie e vedo la fedeltà con cui mi segue in ogni mia scelta. Ogni sera con lei penso sia l’ultima che potrò abbracciarla perché si sa, ogni persona che intralcia la strada al fascismo, viene fatto fuori. La mattina si sta avvicinando e penso che non dormirò neanche un minuto. Nel frattempo immagino la scena che mi vedrà protagonista e alle conseguenze che porterà. Rimarrò solo? Qualcuno si unirà a me? Non lo posso sapere. Rimarrà solo che mi è rimasto fedele fin dall’inizio, probabilmente. Neanche la nostra vita riuscirà a placare quest’onda? Attendiamo. La notte porta sogni ma anche incubi, sta a noi decidere come reagire. E l’augurio che faccio a me e a tutti.

10 Giugno 1924, mattina

Questo è il grande giorno, il giorno dello spettacolo, ieri ci sono state le prove generali, oggi, si va in scena. Mi preparo come sempre giacca, camicia, cravatta scarpe eleganti e capelli ordinati. L’ansia comincia a salire quando mi dirigo verso la sala istituzionale. Sono io contro tutti. Aspetterò l’esito delle elezioni prima di intervenire e poi, tra le minacce e le accuse esporrò quello che tanti pensano ma che nessuno nomina. Un po' come un tabu, un divieto. Nell’attesa scrivo, per esorcizzare, per espellere tutta quella rabbia che in questi giorni ho accumulato. Se queste sono le ultime parole che scrivo, voglio dedicarle alle persone che, come me, non si sono tirate indietro, in ogni circostanza e in ogni ambito. A voi che avete tra le mani la possibilità di modellare il vostro futuro e quello delle persone che verranno.

Giacomo Matteotti

Giacomo Tarana

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