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LA FINE DELL'ESTATE

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17 agosto 1924, Bologna

Sta finendo pian piano l’estate qui a Bologna, e io sento il bisogno, per la prima volta in tutta la mia vita, di scrivere questa pagina di diario. Non so se qualcuno la leggerà, spero di sì, voglio che leggano l’urlo di un quattordicenne, affinché non la legga la mia famiglia. La mia famiglia si reputa fascista, sottostà e crede in Mussolini come fosse una divinità, non sono mai riuscito a capirli. Ho sempre nascosto la mia idea, contraria alla loro, e quando lo scopriranno, non riesco ad immaginare una loro reazione. La mia famiglia è benestante, mio padre è imprenditore di un’azienda e mio fratello lavora per il giornale fascista “Il Popolo d’Italia”. Io non posso esprimere quel penso, me lo impedisco, sarei la vergogna, il disonore della famiglia, non erediterei l’azienda e mi butterebbero fuori casa, non so dove. Devo rimanere spettatore, il mio pensiero deve rimanere silenzioso. Oggi, mentre tornavo a casa da scuola, mi sono fermato a comprare il giornale, “Corriere della Sera” ovviamente, e in prima pagina c’era un articolo, diceva che Giacomo Matteotti, un deputato, venne ammazzato e proprio ieri avevano trovato il cadavere, a Roma, in strada e in radio e in strada si diceva che lui avesse denunciato alla Camera, davanti a tutti, l’irregolarità della vittoria di Mussolini alle elezioni. Fu ammazzato due mesi fa, da “dei sicari”. Chi avrebbe mai potuto mandarli? Nessuno parla, ma tutti sanno. Mi domando solo quando ammetterà di averli mandati lui, o molto semplicemente se mai lo ammetterà. I miei genitori non ne hanno ancora parlato. É strano. Tra l’altro ora sono voluti andare al cinema, il Governo ha appena fondato l’Istituto Luce, dove intendono proiettare film propagandistici, vogliono glorificare il Duce, le imprese militari, vogliono educare gli analfabeti in poche parole. Vogliono un’eguale diffusione culturale per tutti, in modi diversi. Come noi alunni, ogni giorno dobbiamo ascoltare i discorsi del Duce , abbiamo libri diversi controllati dalla commissione, che sono in fondo uguali tra loro, mentre alla scuola primaria si ha lo stesso identico libro in tutta Italia. Questo governo irrita, ma non si può fare nulla a riguardo e scrivo, quindi, questa pagina per sfogarmi di questo schema governativo che impone una sola visuale. L’assassinio di Matteotti mostra a questa società l’impotenza di tutti i cittadini, o meglio l’impotenza del nostro pensiero, mostra il desiderio di sottomettere. Criticare la società, oggi, è paragonabile all’assassinio di una persona. La tua dignità, i tuoi diritti e riconoscimenti, sono dati dal tuo pensiero politico, una divisione della società dove da una parte ci sono oppositori che vengono immediatamenti repressi, mentre dall’altra ci sono i “comandanti”, i fascisti, che seducono tutti coloro che sono “oppositori” che l’idea giusta sia una, ovvero la loro. Ho sempre creduto che la mia famiglia potesse rispecchiare lo Stato: il padre, deciso e afferrato sulle sue idee politiche e concentrato sul lavoro, il fratello che concorda e lavora per l’ideologia del padre e infine io, una minoranza che tace, che si sente orfana perché il padre non la vuole. Però, in quella minoranza, molte volte ci sono persone che si fanno ammazzare, che sprecano la propria vita per mostrare allo stato la propria idea. Parlo di Minzoni, per esempio, un sacerdote che l’anno scorso fu aggredito da squadristi, oppure Amendola, capo dell’opposizione liberale e ha fondato un quotidiano che contrasta il fascismo. So di non diventare come loro, il mio futuro è già programmato: l’anno prossimo andrò al liceo classico, mi laureerò, erediterò l’azienda di mio padre, mi sposerò e avrò dei figli. Ma questa lettera, spedita alla società, sarà scomoda, d’inciampo, risalterà nella mia normale e banale vita. La situazione che sto affrontando ora sarà impressa per sempre. L’essere diversi dalla società è doloroso, ma fingere di non esserlo lo sia di più. Alle persone, in questa società, da fastidio un diverso, mette scalpore, fa paura perchè risalta dalla massa dove tutti sono identici, con lo stesso pensiero e livello di cultura. “Posso porre una domanda?” No, non puoi, le persone non possono sapere più del dovuto. “Ma non è andata così” Sì invece, l’istruzione si è fatta corrompere, la storia passata è cambiata, vengono citate solo quelle imprese che favoreggiano il fascismo. Ci vogliono pedine, uguali, che eseguono ogni comando dettato, ci vogliono anche mattonelle passive che si lasciano calpestare. Le persone appoggiano governi senza sapere i danni che esso provoca, oppure non vuole visualizzarne perché senza ci troveremo persi. E infine spero che chi leggerà questa pagina , diventata lettera, indirizzata a coloro che, come la mia famiglia, si fa comandare, la pubblicherà da qualche parte in modo che l’intero paese sappia le parole di un ragazzino, rappresentante degli oppositori, stanco del proprio governo e delle sue censure.

 

Celeste Piva

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