top of page

SENZA LIMITI, SENZA REGOLE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In seguito al successo spropositato di alcuni video blasfemi, è scoppiato il fenomeno di emulazione di tanti influencer, anche alle prime armi, che caricano in rete materiali con bestemmie, ingiurie e imprecazioni. Le bestemmie portano like.

Questi influencer non subiscono alcun tipo di conseguenza perché non c’è nessun controllo, nonostante la blasfemia sia un reato.

Secondo l’articolo 724 del Codice Penale chi bestemmia rischia una multa tra 51€ e i 309€, a seconda della gravità del fatto, e sono previste conseguenze più gravi per chi crea o gestisce una pagina che promuove la blasfemia: le pene in questi casi possono andare dai 6 mesi ai 5 anni di reclusione,  secondo l’articolo 415  che integra il reato di “istigazione a disobbedire alle leggi”.

La questione non è solo etica, poiché non riguarda solo il rispetto per il Credo religioso, ma è anche legale. Molti probabilmente non conoscono le leggi e le conseguenze che rischiano.

Ancora più grave è il comportamento di chi sa di operare contro la normativa e lo stesso continua a caricare materiali, cercando di aumentare il numero di follower, nella sicurezza di non essere punito.
Vista l’entità del fenomeno risulta difficile, per lo Stato, controllare e punire chi carica materiali blasfemi.

Nei vuoti del controllo statale emerge, quindi, la povertà intellettuale di chi segue e apprezza questi influencer, in quanto la blasfemia, oltre ad essere pesantemente offensiva verso chi crede, non trasmette nessun contenuto. Non c’è ironia, creatività o capacità di esser critici nella bestemmia: è solo un segno di profonda ignoranza e maleducazione.

Come sempre, sull’ignoranza della gente, c’è chi trova il modo di arricchirsi.

Le piattaforme social che avranno sicuramente dei guadagni da questo tipo di video virali, altrimenti li avrebbero già limitati attraverso i loro algoritmi che già usano per introdurre molte restrizioni.

Su alcuni social, addirittura, non ci sono quantità minime di follower per poter guadagnare piccole somme, quindi anche influencer alle prime armi possono cercare consensi attraverso video blasfemi.

Mentre tutti questi influencer stanno collezionando guadagni facili grazie a complici piattaforme che permettono il diffondersi di questi materiali, nonostante la legge italiana.

Ci chiediamo dove sia lo Stato  e quali provvedimenti stia prendendo.

Ancor più triste è la possibilità che questa tipologia di influencer abbia ricevuto dei fondi dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nato per rilanciare l'economia in seguito alla Pandemia Covid-19 e pensato per tutte quelle persone e quelle famiglie che avevano affrontato situazioni veramente molto dure, si pensi ad esempio ai ristoratori.

Si prova un forte rammarico a pensare a tutti quei giovani che seguono questi influencer e determinano, in un certo senso, il livello delle loro proposte. Come in tutti i giochi di mercato è la domanda a determinare l’offerta: se queste pagine sui social non avessero successo, gli influencer smetterebbero immediatamente di pubblicare materiali di questo tipo e cercherebbero un modo diverso per attirare follower. Una volta scoperto, invece, che la blasfemia crea un guadagno sicuro e facile, sono sorti dal nulla eserciti di bestemmiatori. Dovremmo farci una domanda tutti.

Perché questi post riscuotono così tanto successo?

Siamo attratti dalla volgarità, e questo è visibile anche nelle canzoni di maggior tendenza. La profondità, e la bellezza dell'arte e della poesia, sono oramai inaccessibili per molti di noi. Nei vuoti legislativi emergono le povertà intellettuali. Siamo ragazzi che apprezzano la volgarità, e che sono attratti da essa. Questo è dovuto alla necessità di trasgredire, poiché noi siamo cresciuti in una società che ci ha perennemente insegnato che la volgarità va evitata e curata. Noi siamo attratti dal trasgredire, e questo è dovuto al fatto che  la nostra età versa in un periodo ribelle. L’accesso libero ai social, dovuto a una mancata supervisione genitoriale, porta i ragazzi ad accedere e a visualizzare contenuti inadeguati, e ad iniziarne ad apprezzare il contenuto. Moltissimi stati che non si dichiarano laici, hanno emesso leggi restrittive riguardo alle blasfemie. La laicità dovrebbe essere il raggiungimento della massima espressione e libertà, eppure siamo schiavi della nostra libertà. Abituarsi è il risultato della nostra malata quotidianità. Risultare eccessivamente critici potrebbe portarci ad essere visti come estranei. Nell'abitudine risiede il silenzio.

​

Pietralunga Leonardo

Nardi Tommaso          

Saccenti Marco

Turotti Ambra

Nasr Allah Sohaib

bottom of page